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    "RICCIONE", PUBBLICITÀ REGRESSO - “OMOFOBIA, SESSISMO, MACHISMO IN ABBONDANZA”, BUFERA SUL FILM WEB PRODOTTO DA "RAI PUBBLICITA'"– L’ARCIGAY DI RIMINI PROTESTA: “È SBALORDITIVO CHE UN'AZIENDA COME LA ‘DUREX’ ABBIA SPONSORIZZATO UN TALE PEZZO DI CIALTRONERIA. PERALTRO NON VIENE NEMMENO SUGGERITO L'USO DEL PROFILATTICO NELLE PRIME SCENE..." - LA REPLICA DI "RAI PUBBLICITA'"- VIDEO


     
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    LA REPLICA DI RAI PUBBLICITA'

     

    Leggiamo con sorpresa e dispiacere alcune dichiarazioni polemiche che si sono susseguite negli ultimi giorni in relazione al film web “Riccione”.

    E’ utile ricordare che essendo un prodotto costruito per la distribuzione su youtube, il film è composto da alcune delle realtà di maggior successo del mondo dei Creators del digitale.

     

    Da questi vengono quindi ripresi tormentoni e stili comici evidentemente legati al nonsense propri del contesto di riferimento.

     

    Nello specifico, ad esempio, il personaggio del bagnino, evocato nei giorni scorsi, è diventato un tormentone social, proprio dopo avere partecipato, sempre in chiave parodistica, ad una nota trasmissione televisiva, interpretando il ruolo

    di rappresentante della “squadra del gay pride”.

    Nessun intento offensivo quindi, e sarebbe assolutamente improprio creare collegamenti con temi e situazioni reali.

     

    In sintesi, si tratta di un video web di intrattenimento nonsense di natura comica e di sottolineatura parodistica di luoghi comuni, che non rappresenta, ne ha mai avuto l’obiettivo di rappresentare in maniera realistica la città di Riccione.

     

     

     

    RICCIONE

    Da www.ilmessaggero.it

     

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    «Un concentrato di macchiette, luoghi comuni, stereotipi, sessismoomofobia e machismo». Non ha dubbi l'Arcigay di Rimini, che tramite il presidente, Marco Tonti, si scaglia contro il film web "Riccione", prodotto da Rai Pubblicità e sostenuto dallo stesso Comune di Riccione. 

     

    «"Riccione" è un inno alla piattezza delle emozioni, allo stordirsi di alcol, al maschilismo predatorio (i protagonisti sono tutti maschi, le donne hanno solo funzione di oggetto sessuale) - sottolinea l'associazione - il tutto infarcito da violenza (più o meno suggerita) e allusioni sessuali da due soldi». 

     

    L'unico personaggio gay, viene fatto notare dall'associazione, è rappresentato «come lo stereotipo-macchietta che ci prova con tutti e oggetto continuo di insulti e infamie ("Occhio malocchio prezzemolo e fin@cchio")».

     

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    «È sbalorditivo - attacca Arcigay - che un'azienda come la Durex abbia sponsorizzato un tale pezzo di cialtroneria (peraltro non viene nemmeno suggerito l'uso del profilattico nelle prime scene dove uno dei protagonisti, ubriaco, avvicina una sex worker; almeno quello di proteggersi durante il rapporto sarebbe stato un messaggio utile). Il product placement della Durex è invece attaccato allo specchietto retrovisore, cioè al caldo e sotto il sole diretto che è proprio il modo migliore per danneggiare i profilattici e renderli meno sicuri. Non consideriamo poi che la Durex ha spesso sponsorizzato i pride e preso posizione contro l'omofobia e il sessismo, e ritrovarsi in un video di questo tipo non le gioverà di certo».

     

    Bisognerebbe sorprendersi del sostegno del Comune di Riccione, e invece purtroppo non ci si riesce a sorprendere. Quando si nega per anni il patrocinio al Rimini Summer Pride (definendo la grande manifestazione per i diritti LGBT della Romagna "una carnevalata") ma lo si concede al convegno ufologico la linea culturale pare già ben delineata. Patrocinare uno spot come questo, omofobico, sessista, machista e volgare, è una naturale evoluzione di questa linea», continua l'associazione.

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    Polemico anche l'attore riccionese Gianluca Vannucci: «Un’occasione persa per una Riccione che non si riconosce nella location, nei personaggi, nei colori e dove prostituzione, omofobia, scene di spaccio e un consumo smodato di alcol giocano un ruolo primario nelle economie della trama. Ed è a dir poco tafazziano il riferimento alla spesa di 45 euro per lettino e ombrellone in spiaggia, visti i tempi che corrono. Il film parte da un locale e prosegue con una scena dove uno dei protagonisti va a prostitute, è pieno di errori tecnici e scenografici, come la presenza di Smartphone e banconote da 5 euro in scene ambientate nel 2001, all’uso dilettantisco del green screen o la massiccia presenza invasiva di sponsor in gran parte delle scene».

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