Michele Serra per “la Repubblica”
TRINITA DEI MONTI
Il dibattito in corso sulla scalinata di Trinità dei Monti (come proteggerla, ora che è stata restaurata con fondi privati?) andrebbe esteso a mezza Italia; Venezia e Firenze in primo luogo. L’impatto con il turismo di massa, che si aggiunge all’ordinaria incuria degli indigeni, è devastante. Le nostre vecchie pietre hanno retto alle orde barbariche, al transito degli eserciti, al morso dei cingolati, al saccheggio, ai bombardamenti, agli incendi, ai terremoti.
Ma la progressione geometrica degli umani in movimento sposta il problema dalla Storia alla cronaca: dai traumi straordinari all’ordinaria, minuta, quotidiana offesa al nostro patrimonio artistico e architettonico. Miliardi di gomme da masticare possono fare più danni di una bomba d’aereo.
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Mi chiedo se sia stato valutato il costo di una sorveglianza permanente, come nei musei, da parte di personale specializzato. Si era parlato, qualche anno fa, di istituire una nuova figura professionale, il “custode del paesaggio”. Non se ne è più avuta notizia, ma era una buona idea.
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Posti di lavoro in più, e un servizio alla collettività. I costi potrebbero essere coperti da una gestione più oculata del gigantesco flusso turistico: tasse di soggiorno e in alcuni casi (Venezia!) biglietto di ingresso per una città-capolavoro che non può diventare un bivacco di milioni di visitatori spesso poco solventi e molto sporcanti. Inutile girare la testa dall’altra parte, la custodia dell’Italia tocca agli italiani.
TRINITA' DEI MONTI 1 un operaio guarda una turista americna sulla scalinata trinita dei monti