Estratto da www.repubblica.it
GLI AUGURI DI NATALE DI Pietro Fiocchi
Una decorazione natalizia che non poteva passare inosservata, un gioco di parole scontato ma non per questo meno inopportuno. E’ polemica per il cartellone che Pietro Fiocchi, eurodeputato di Fratelli d’Italia, ha fatto piazzare all’ingresso e in altri punti di Lecco, la sua città.
Perché alle spalle dello stesso Fiocchi, in poltrona, con maglione rosso e cane da caccia accanto, c’è un albero di Natale decorato con bossoli e cartucce al posto di palline e lucine. La scritta che accompagna la foto: “Auguro a tutti un Natale con i Fiocchi”, che varia un po’ nella versione social della stessa cartolina natalizia.
Pietro Fiocchi
Una scelta doppiamente non casuale: perché Fiocchi – che è anche componente della Commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza all’Europarlamento – fa parte della famiglia proprietaria della storica azienda di munizioni e in più è un cacciatore che da sempre difende i diritti delle doppiette.
[…] Qualche anno fa era stato il calendario 2019 della Fiocchi Munizioni a far arrabbiare soprattutto le donne: le cartucce in quel caso erano state trasformate in rossetti e bigodini, con le dipendenti trasformate in modelle. E due anni fa lo stesso Pietro Fiocchi era finito al centro di un’altra polemica (e poi era stato denunciato) per uno scatto che lo ritraeva accanto a un trofeo di caccia, un esemplare di daino ucciso in Bulgaria in una riserva privata. […]
Pietro Fiocchi
«Questo manifesto è un obbrobrio, un raro concentrato di ignoranza, ipocrisia e mancato senso della vergogna. Il manifesto è ignorante perché adornare un albero di Natale con le munizioni dei fucili è simbolicamente quanto di più lontano possa esserci dal valore e dal significato stesso del Natale. Ipocrita, perché in un momento in cui il mondo è dilaniato da guerre, invece che parlare di Natale di pace, Fratelli d’Italia celebra strumenti di morte. Vergognoso perché vedere quella destra che ogni giorno si riempie la bocca con la retorica delle tradizioni, cancellare quelle stesse tradizioni per ragioni di marketing e di business è qualcosa che va al di là anche della loro stessa ipocrisia, sconfinando appunto nella vergogna che dovrebbero provare»: così il capogruppo del Movimento Cinque Stelle in Consiglio regionale, Nicola Di Marco.
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