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Valentina Arcovio per “il Messaggero”
Da quando è scoppiata la pandemia tutto il resto è svanito. Ma solo nei nostri pensieri.
Perché nella realtà altri virus e batteri hanno continuato a circolare. Come appunto il morbillo che, essendo molto contagioso, si manifesta rapidamente quando i livelli di vaccinazione diminuiscono. E, a causa dell'emergenza Covid-19, moltissimi paesi hanno abbandonato le campagne vaccinali.
Ora ne paghiamo lo scotto. Consci della situazione, è da più di un anno che temevamo un'impennata dei contagi. Ed eccola arrivata: l'Unicef e l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) parlano di un aumento dei casi di morbillo del 79 per cento nei primi due mesi del 2022, rispetto allo stesso periodo del 2021. Le organizzazioni hanno lanciato l'allarme su 21 «grandi e dirompenti focolai» in tutto il mondo.
Non solo. Il peggio, forse, dovrebbe ancora arrivare. «Le condizioni sono mature per gravi epidemie di malattie prevenibili con il vaccino», dicono le agenzie. Siamo vicini a quella che Unicef e Oms definiscono una «tempesta perfetta».
Le agenzie sono preoccupate che i focolai di morbillo possano anche preannunciare focolai di altre malattie che non si diffondono così rapidamente.
Oltre al suo effetto diretto sul corpo, che può essere letale, il virus del morbillo indebolisce anche il sistema immunitario e rende il bambino più vulnerabile ad altre malattie infettive come la polmonite e la diarrea, anche per mesi dopo il contagio da morbillo tra coloro che sopravvivono.
Secondo l'analisi della direttrice generale dell'Unicef Catherine Russel, il morbillo non è solo una malattia pericolosa e potenzialmente mortale, ma anche «uno dei primi segnali che ci sono lacune nella protezione vaccinale mondiale».
I NUMERI
Sottolinea il capo dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus: «La pandemia ha interrotto i servizi di vaccinazione, i sistemi sanitari sono stati sopraffatti e assistiamo ora al risorgere di malattie mortali come il morbillo».
I numeri non mentono. Lo scorso gennaio e febbraio sono stati riportati in tutto il mondo quasi 17.338 casi di morbillo, rispetto ai 9.665 registrati nei primi due mesi del 2021. Ma per comprendere questo aumento bisogna pensare che, nel 2020, 23 milioni di bambini hanno saltato le vaccinazioni di base. Si tratta del numero più alto dal 2009 e 3,7 milioni in più rispetto al 2019.
Al primo aprile 2022, ben 57 campagne per le malattie prevenibili con vaccino in 43 paesi che erano state programmate dall'inizio della pandemia, sono state rimandate, con un impatto su 203 milioni di persone, la maggior parte delle quali sono bambini.
Di queste, 19 sono campagne contro il morbillo, che espongono 73 milioni di bambini al rischio contagio. La guerra tra Russia e Ucraina ha complicato ancora di più le cose. In Ucraina, la campagna di recupero del morbillo del 2019 è stata interrotta a causa della pandemia da Covid-19 e successivamente a causa degli attacchi russi.
La maggior parte dei casi di morbillo infatti si verifica in contesti che hanno affrontato difficoltà sociali ed economiche a causa del Covid-19, conflitti o altre crisi, e hanno infrastrutture del sistema sanitario cronicamente deboli e condizioni di insicurezza. I paesi con i maggiori focolai di morbillo dall'anno scorso includono Somalia, Yemen, Nigeria, Afghanistan ed Etiopia. «L'insufficiente copertura vaccinale contro il morbillo è la ragione principale dei focolai, ovunque essi si verifichino», spiegano Unicef e Oms.
«Il rischio di grandi epidemie - si legge nella nota congiunta - è aumentato man mano che le comunità hanno allentato le pratiche di distanziamento sociale e altre misure di prevenzione contro il Covid-19 attuate durante la fase più acuta della pandemia. Inoltre, con milioni di persone sfollate a causa di conflitti e crisi, tra cui in Ucraina, Etiopia, Somalia e Afghanistan, le interruzioni dei servizi di vaccinazione di routine e contro il Covid-19, la mancanza di acqua pulita e servizi igienici, e il sovraffollamento, aumentano il rischio di focolai di malattie prevenibili con vaccino».
Ora non è più tempo di rimandare e procrastinare. «Ora dobbiamo rimettere in carreggiata i programmi essenziali di vaccinazioni e lanciare campagne per recuperare e far sì che tutti abbiano accesso a questi vaccini vitali», sottolinea Ghebreyesus.
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