Lettera di Pierluigi Panza a Dagospia
berlusconi in versione ballerina
Vabbé… se la mettiamo così allora vale una chiosa all’intervento di Natalia Aspesi che ricorda (ah! già la nostalgia del Cavaliere da parte di “Repubblica”!) quella “serata meravigliosa, a Milano, alla Scala”, per il “famosissimo” 7 dicembre della riapertura del 2004, “passato alla storia perché per la prima e ultimissima volta apparve Silvio”. In quella serata, Berlusconi non si segnalò per aver tenuto la mano alla Aspesi facendola girare, almeno, non ricordo: si segnalò per aver steso (metaforicamente) al tappeto le ballerine che si avvicinarono al suo tavolo.
Allora: il ministro Giulio Tremonti stava per far approvare una legge per fare andare in pensione più tardi i tersicorei. Non ricordo, esattamente, a quanti anni, credo a 45. Il corpo di ballo era – al solito – in “stato di agitazione” sindacale (quelle cose anni Settanta rimaste quasi solo alla Scala).
ballerine scala
Alla cena del Doposcala, che quell’anno si tenne non alla Società del Giardino ma ai laboratori Ansaldo appena aperti, verso la fine della cena tre ballerine, direi quasi sulla quarantina, si accostarono al tavolo rotondo posto al centro dove, ovviamente, sedeva l’allora Presidente del Consiglio. Si avvicinarono al Cav e, per portare avanti la loro protesta gli dissero: “Ma presidente, le pare che possiamo andare avanti a ballare sino a 45 anni?”. Figuriamoci, per Berlusconi fu un invito a nozze. Si alzò, o fece cenno di alzarsi, sorrise e disse loro: “Ragazze, vi trovo in splendida forma”. Quelle rimasero di sasso, sorrisero e la rimostranza finì lì.
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