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    CON LO SCUDETTO IN BACHECA, PAOLO MALDINI SI INCAZZA: “IL RINNOVO DEL CONTRATTO? NESSUNO MI HA CHIAMATO, È POCO RISPETTOSO” - IL DIRETTORE TECNICO ROSSONERO È FURIOSO: “L’AD GAZIDIS E I RAPPRESENTANTI DEL FONDO ELLIOTT NON SI SONO NEANCHE SEDUTI PER PARLARE CON ME E MASSARA. NON VA BENE. IN QUESTO MOMENTO NON ABBIAMO LA DISPONIBILITÀ ECONOMICA PER UN SALTO DI QUALITÀ" – LE DIVERGENZE CON LA PROPRIETA’ ANCHE SULLO STADIO


     
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    Salvatore Riggio per corriere.it

     

    i dirigenti del milan massara e maldini i dirigenti del milan massara e maldini

    «Io e Massara siamo in scadenza e non abbiamo rinnovato. Devo dire che per il nostro percorso e per ciò che è successo in passato anche durante il periodo di crisi con Rangnick, trovo poco rispettoso il fatto che a oggi l’amministratore delegato ed Elliott non si siano neanche seduti a parlare con noi. Dico solo a parlare». Paolo Maldini, direttore tecnico del Milan, non usa mai giri di parole per spiegare il suo pensiero.

     

    Si espone e lo fa durante l’intervista rilasciata a «La Gazzetta dello Sport» per celebrare il 19esimo scudetto del Diavolo. «In questo momento non abbiamo la disponibilità economica per pensare a un salto di qualità. Anche perché siamo in una fase di passaggio. Vedremo». Tornando al contratto, «loro potrebbero anche dirci “il vostro lavoro non è stato abbastanza buono per continuare”. O può essere che io dica “la vostra strategia non mi piace”. Come ho detto a suo tempo, a me piace essere una sorta di garanzia per il milanista. Io non sono la persona giusta per fare un progetto che non ha un’idea vincente. Non potrei mai farlo. La realtà è che la proprietà non si è mai seduta al tavolo e questa cosa non va bene».

    massara paolo maldini pioli gazidis massara paolo maldini pioli gazidis

     

    Perché la questione non diventi spinosa all’interno del club di via Aldo Rossi sarà fondamentale nei prossimi giorni un incontro tra le parti per discuterne. Ma non è questa l’unica divergenza con i vertici rossoneri. L’altra riguarda lo stadio che Maldini vorrebbe più grande di quello da 55mila posti pensato finora. Insomma, non gli dispiacerebbe un impianto grande come San Siro.

     

    maldini ride con ibra e massara maldini ride con ibra e massara

    I ntanto, c’è da festeggiare uno scudetto : «Il mio primo pensiero è andato a mamma e papà, spero che lassù possano essere orgogliosi di me. Cosa mi avrebbe detto papà Cesare? Forse nulla, solo una pacca sulla spalla o un abbraccio. Era di poche parole soprattutto con me. Nel tempo si è molto ammorbidito e ci siamo confrontati di più. D’altra parte sono di poche parole anche i miei due figli. Come lo sono stato io quando giocavo: parlare era una forzatura, cercavo di farlo il meno possibile».

     

     

    Tanti trofei in campo da giocatore, per Maldini questo è il primo da dirigente: «È il primo trionfo di una nuova vita. Stavolta non ho giocato con velocità e tecnica ma con la testa e i miei valori. Lo considero bellissimo. Capolavoro o miracolo? Capolavoro. È la vittoria delle idee, della volontà e dello spirito di gruppo. Siamo rimasti due anni al vertice riuscendo a fare qualcosa di super contro ogni previsione. E non è banale il fatto che negli ultimi 20 anni il Milan di scudetti ne avesse vinti solo due. Ecco perché ci dà tanto orgoglio.

     

    Paul Singer ElliotT Milan Paul Singer ElliotT Milan

    Si dice che lo scudetto lo abbia perso l’Inter? Sono opinioni. Dico che abbiamo fatto 86 punti. E solo una volta nella storia dei campionati a tre punti il Milan era riuscito a fare di più. Questo inverno avevamo Kjaer fuori per infortunio e Tomori che si è lesionato il menisco. Non c’era budget. Potevamo prendere un giocatore in prestito per tappare il buco. Invece abbiamo dato fiducia ai nostri giovani. Perché sappiamo che ci possono garantire tanto».

     

     

     

    E sul segreto del Milan, Maldini ha aggiunto: «Dal 2019 a oggi abbiamo preso 21 giocatori. Un mix di ragazzi esperti e molti giovani. Io e Massara abbiamo raccontato a ognuno di loro la storia di un progetto che poi si è realizzato. Dunque siamo stati credibili e questa è una parte importante del nostro successo. Naturalmente erano storie diverse. A Zlatan, per esempio, abbiamo chiesto di darci quello che in questo momento poteva portare al gruppo. Per un giovane come Kalulu il discorso è stato: “I primi sei mesi guarda e impara. Sei nella patria della difesa, memorizza tutto. Prima o poi l’occasione arriva”».

     

    massara maldini massara maldini

    Il 25 febbraio scorso, dopo l’1-1 a San Siro contro l’Udinese Maldini ha deciso di alzare la voce per il gol dubbio convalidato a Udogie: «Ogni tanto dire le cose come stanno serve. Io lo faccio poco perché preferisco chiedere spiegazioni ai responsabili arbitrali in separata sede. E quasi sempre c’è apertura al dialogo. Quella volta non fu così e allora decisi di parlare. Comunque in generale non ci piace lamentarci perché questo può creare degli alibi ai giocatori e rischia di innescare nel pubblico qualcosa di non positivo».

     

    Non solo. Maldini ha parlato di mercato, futuro e dello stratega di questo successo, Stefano Pioli: «I 21 calciatori che sotto la mia gestione diretta abbiamo preso a titolo definitivo hanno comportato una spesa netta tra entrate e uscite di 75 milioni. Quando ho deciso di rimanere dopo l’addio di Leonardo, avevo in testa un budget più alto. Poi se posso far risparmiare il club lo faccio. Pioli? Stefano lo conoscevo perché ho giocato con lui nell’Under 21 e ho sempre avuto stima dell’uomo e dell’allenatore. Dal di fuori mi è sempre piaciuto. Ciò che mi ha sorpreso è l’intensità di trasmissione delle sue idee e l’energia che ci mette a Milanello. Io gli ho detto più volte: “Puoi cambiare tutti i sistemi di gioco che vuoi ma non perdere questa energia che per noi è vitale”.

     

    paolo maldini paolo maldini

    E guardate che è anche duro nelle cose che dice. Questa cosa mi piace tantissimo. Se può essere l’uomo giusto per aprire un ciclo? Sicuramente lui è una componente importante. Poi naturalmente ci deve essere la volontà del club di aprire un ciclo. Oggi il Milan con una visione strategica di alto livello può andare a competere il prossimo anno con le più grandi. Se invece si scegliesse una visione di mantenimento, senza investimenti, senza un’idea da Milan rimarremmo nel limbo tra le migliori sei o sette squadre in Italia per tentare di rivincere lo scudetto e qualificarci per la Champions. Per questo è il momento che la proprietà, Elliott o quella che potrebbe arrivare, chiuda il triennio e capisca che strategia vuole per il futuro. Con due o tre acquisti importanti e il consolidamento dei giocatori che abbiamo possiamo competere per qualcosa di più grande in Champions».

     

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    Infine, su Donnarumma: «Se mi ha scritto per complimentarsi? No, ma durante l’anno ci siamo sentiti e poi visti alla festa dei 40 anni di Ibra. Se si è pentito? Non lo so, spero comunque sia felice».

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