Partinico, i fotogrammi dell'orrore: ecco come Antonino Borgia ha ucciso Ana Di Piazza - video La Sicilia
Partinico, uccisa donna a coltellate: fermato l'amante
Ana Maria Lacrimoara Di Piazza
"MA CHE FAI? ASPETTIAMO UN BAMBINO, TI AMO"– UNA DONNA INCINTA È STATA UCCISA A COLTELLATE DALL’AMANTE A PARTINICO, IN PROVINCIA DI PALERMO
“MI CHIEDEVA SEMPRE SOLDI. NON MI RICORDO NEMMENO QUANTE COLTELLATE LE HO DATO” – ANTONINO BORGIA SAPEVA CHE ANA DI PIAZZA ERA INCINTA
antonino borgia uccide ana di piazza i fotogrammi delle telecamere di sorveglianza 2
«C’È UNA RAGAZZA SANGUINANTE IN FUGA». LA TELEFONATA AL 112 CHE INCHIODA BORGIA
Leopoldo Gargano per il “Giornale di Sicilia”
«C'è una ragazzina insanguinata in mezzo alla strada...insanguinata che correva e questo furgone non so se la inseguiva...». Sono le 8 e 6 secondi di venerdì mattina, un'automobilista di 39 anni, in compagnia di una collega, chiama i carabinieri. Grazie a questa telefonata gli investigatori 10 ore dopo riusciranno a rintracciare Antonino Borgia, l'uomo che confesserà l'omicidio della sua amante, la povera Ana Maria Lacrimoara Di Piazza.
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Un'indagine lampo e al centro c'è una testimonianza preziosa, anzi fondamentale, senza la quale di certo gli inquirenti non avrebbero fermato in così breve tempo il presunto assassino della ragazza. Non solo le donne descrivono il fatto, raccontando quella che a tutti gli effetti sembra la scena di un film dell'orrore, ma forniscono anche ai carabinieri dettagli importantissimi per individuare l'uomo, ovvero il colore del furgone e soprattutto la scritta pubblicitaria che lo distingueva da tanti altri mezzi simili.
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Se non ci fosse stata una simile testimonianza, in così poche ore probabilmente non si sarebbe scoperto nemmeno l'omicidio. Infatti solo alle 17.20, dello stesso giorno, alla stazione dei carabinieri di Balestrate si presenta il proprietario della villetta, in contrada Foce, dove poi si scoprirà che Borgia aveva inseguito in mutande la ragazza. La colpisce davanti al cancello e la violenta scena viene ripresa dalle telecamera della casa. Ma quelle immagini descrivono «soltanto» l'aggressione di una giovane da parte di un uomo, nessuno dei quali è riconoscibile.
antonino borgia ana di piazza
Non si vede il furgone, non sarebbe stato affatto facile capire chi erano i due, e soprattutto cosa era successo dopo. Invece i carabinieri erano già in allarme grazie alla testimonianza dell'automobilista, avevano saputo fin dalle 8 del mattino che una ragazza insanguinata scappava semi nuda lungo la statale tra Partinico e Alcamo e il responsabile delle violenze era un uomo con un furgone bianco con una scritta pubblicitaria verde.
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Parole decisive che serviranno ad incastrare Borgia. Ma ecco cosa dice al 112 l'automobilista di Alcamo. «Pronto...siamo sulla statale, sullo scorrimento veloce per Partinico. All'altezza dello svincolo di Balestrate, circa 100 metri prima, venendo da Alcamo, abbiamo visto un furgone...da lì è scesa...c'è sembrata una ragazza insanguinata in mezzo alla strada che correva e questo furgone non so se la inseguiva ...è scesa dal furgone scappando....ci vediamo dal furgone questa ragazzina che si butta in mezzo alla strada piena di sangue...ci siamo spaventati a momenti e quindi...volevamo segnalare questa emergenza, non so cosa sia successo perché noi siamo andati avanti...».
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Il carabiniere al telefono le chiede: «Non avete preso targa, nulla? Modello?» e lei risponde: «No, no, perché noi stavamo andando sullo scorrimento veloce..». Altra domanda dell'operatore al telefono: «ma una ragazzina di che età su per giù?». Risposta: «Una ventina d'anni, diciassette, non lo so perché lei correva e tra l'altro ci è sembrata con del sangue sul viso ». Un'altra domanda del carabiniere: «le ha dato la sensazione come se stesse scappando da questo signore?» e lei risponde: «SI assolutamente...la ragazzina era in mezzo alla strada, l'abbiamo visto diciamo di fronte perchè camminavamo...».
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Il militare le chiede di descrivere il furgone e le due donne forniscono una serie di particolari importanti: «un furgone grosso, bianco, forse c'era una scritta pubblicitaria nel laterale del furgone». E l'altra aggiunge: «c'era una scritta pubblicitaria sul verde, sul laterale del furgone, perché praticamente si è aperta la porta ed è uscita la ragazzina, ... lei aveva un maglioncino scuro e pantaloni scuri, ma sembravano strappati». Il comando dei carabinieri attiva le ricerche ma all'inizio non salta fuori nulla, solo nel pomeriggio si fa vivo in caserma il proprietario della villetta le cui telecamere piazzate davanti al cancello hanno ripreso una misteriosa aggressione.
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Per terra era rimasta una grossa macchia di sangue, oltre alle immagini c'è pure il sonoro. Ecco cosa si sente. La donna urla: «aiuto, aiuto...(vi-cino al cancello), ti prego Signore...bambino...tu dicevi che mi ami...Madonna devo morire? Dimmelo devo morire? Tu buttalo allora...Tu mi ami? Tu mi ami? Allora buttalo quel coltello, buttalo...cammino da sola...vattene, lasciami..lasciamiiii vattene». Le uniche parole chiare dell'uomo sono: «Andiamo che ti porto...», ma lei continua ad urlare: «No tu mi vuoi obbligare» e lui risponde: «Ma che fa cugghiunii..». L'ultima frase della ragazza è: «No, tu non mi ami». Prima la testimonianza delle due donne, poi queste immagini e il sonoro, infine le dichiarazioni, rese intorno alle 18.30, di un altro residente della zona che dice di avere visto proprio quella mattina un furgone bianco con la pubblicità di una ditta di manutenzione di piscine. Tutti questi elementi messi insieme portano i carabinieri alla ditta «Blumar» di Partinico dove lavora Antonino Borgia. Lì viene ritrovato il furgone bianco, un Renault Master, appena lavato e ripulito. Dentro però si scorgono ancora delle chiazze di sangue, Borgia viene subito portato in caserma e poco dopo crolla e confessa l'omicidio. Oggi si svolgeranno l'autopsia e la convalida del fermo davanti al giudice.
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