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    PASSANO I GIORNI, MA DEL COLPEVOLE DELL'OMICIDIO DI SHARON VERZENI NON C'E' TRACCIA - LA SPERANZA DEGLI INQUIRENTI, CHE BRANCOLANO NEL BUIO, E' CHE IL KILLER ABBIA LASCIATO IL SUO DNA SUL CORPO DELLA 33ENNE UCCISA CON TRE COLTELLATE A TERNO D’ISOLA, IN PROVINCIA DI BERGAMO - SI TRATTA DI UNO SQUILIBRATO CHE HA AGITO A CASO, O DI UN "PROFESSIONISTA"? - DALLE VIDEOCAMERE DI SORVEGLIANZA DI LUI NON SI VEDE NEANCHE L'OMBRA...


     
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    Giuseppe Salvi per l'ANSA

     

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    Chi ha ucciso Sharon Verzeni ha lasciato il suo Dna sulla vittima? È quello che sperano gli inquirenti, che indagano da ormai quasi due settimane per far luce su un omicidio avvenuto sì in mezzo a una strada, dieci minuti prima dell'1 della notte tra lunedì e martedì della settimana scorsa, ma tuttavia piuttosto complesso da risolvere per l'assenza di testimoni e per il fatto che, dopo aver colpito con quattro profonde coltellate la barista di 33 anni, l'assassino sembra essersi volatilizzato nel nulla.

     

    Forse è passato attraverso alcune proprietà private: ma lo ha fatto volutamente, per evitare la videosorveglianza, oppure per pura combinazione? E, ancora: chi ha ucciso Sharon Verzeni voleva colpire proprio lei, oppure ha agito a caso? Nel paese bergamasco - ottomila abitanti - c'è qualche problema di ordine pubblico, ma si tratta di spaccio e microcriminalità, situazioni dunque ben distanti da un accoltellamento mortale in mezzo alla strada.

     

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    Ieri anche il questore di Bergamo Andrea Valentino ha fatto visita al sindaco Gianluca Sala, ma sembra solo per portare al primo cittadino la propria vicinanza per quanto sta vivendo il paese e non - almeno stando a quanto trapelato - per pianificare interventi mirati a contrastare, di notte, l'eventuale presenza di uno squilibrato.

     

    Inoltre, gli accertamenti eseguiti finora su circa cento ore di riprese di una cinquantina di telecamere piazzate non solo a Terno d'Isola, ma anche nei paesi circostanti, non avrebbero fornito elementi utili alle indagini: una decina sono le persone riprese prima e dopo l'ora del delitto, che non avrebbero necessariamente incrociato Sharon nella sua abitudinaria camminata serale e che non hanno evidentemente fornito elementi utili per risalire all'assassino.

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    La vita privata della 33enne è stata scandagliata a fondo dai carabinieri di Bergamo e Zogno e dai loro colleghi del Ros, mentre le analisi scientifiche dei campioni prelevati durante l'autopsia e gli abiti che indossava la vittima quando è stata colpita, così come alcuni coltelli trovati nella zona dell'aggressione - via Castegnate a Terno d'Isola - sono al vaglio dei militari del Ris di Parma. La speranza è che l'assassino abbia lasciato una traccia del suo Dna da qualche parte e che sia già schedato.

     

    Gli esiti, però, non sarebbero ancora arrivati a Bergamo. Anche l'analisi dei cellulari di Sharon e del suo compagno Sergio Ruocco - che al momento del delitto era a casa e dormiva, come verificato dagli inquirenti - non avrebbero fatto emergere nulla di particolare sulla vita della donna, che da un anno lavorava come barista a Brembate.

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    Complessa è anche l'analisi dei cellulari collegati alle numerose 'celle' telefoniche presenti nella zona del delitto: si tratta ovviamente di migliaia di utenze, visto che è un'area densamente popolata. Non da ultimo, alcune perquisizioni: quelle di due box abitati da sbandati. Anche questo fronte non ha però portato a nulla di concreto per le indagini.

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