DAGONOTA

ERNESTO GALLI DELLA LOGGIA - Copyright Pizzi

Come si può non dare ragione all’editoriale del professor Ernesto Galli della Loggia sul “Corriere della Sera” di domenica? Una dura denuncia contro l’affollamento di turisti nei nostri centri storici. E’ vero, si dirà, che dobbiamo sviluppare il turismo perché è una risorsa, è vero che c’è anche qualche dato allarmante in questo settore, è vero che ogni tanto escono articoli in cui si dice che “siamo superati nel turismo da Paesi con meno beni artistici di noi”, ma… ditemi voi: “si può sopportare la calca soffocante dei turisti” nei nostri centri storici? I turisti quelli mordi e fuggi, dico: è possibile non trovare un modo di ricacciarli indietro? O di accoglierli in uno hot-spot in periferia, e lasciarli lì a vedere un filmato, questa specie di migranti?

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Poniamo: se uno come Galli della Loggia dovesse recarsi a cena con qualche amico da “Fortunato al Panteon” – come ebbe modo di scrivere in un altro editoriale sempre del “Corriere” –  vi sembra lecito che debba fare una “gimkana tra le gambe di gente sdraiata” o un continuo “percorso a zig zag” anziché arrivarci dritto-dritto alla porta davanti al cameriere? Ma poi, seriamente, vi rendete conto che per soddisfare le esigenze questa gente senza soldi che si permette di visitare i nostri centri storici si sono pure aperti dei “minimarket con vendite di cianfrusaglie” e, addirittura, si vendono “orribili souvenir” e ci sono “losche hostarie” (ma in latino non si dice taberna?).

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Ma come si fa? Poniamo che uno voglia andare “Al Bolognese” a mangiare: sulla strada si trova “gelaterie in ogni anfratto”. E’ uno scandalo: le gelaterie! E sapete di chi è la colpa? Ma Galli della Loggia lo dice chiaramente, picchia duro: è dei sindaci, il cui “unico interesse è quello di essere rieletti”, di “mantenere il consenso degli elettori”. Ma ao’ Ernesto: i turisti mica votano i sindaci! E il mondo è fatto di otto miliardi di persone, c’è la democrazia, la società di massa. Com’era bello un tempo… Ao’ Fortunato, subito un altro calice!

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