Da lastampa.it
enrico letta
Enrico Letta riparte con Milano. Alla festa Pd, comincia con l’«esprime solidaretà alle persone del palazzo di via Antonini», che brucia e ancora no se ne conoscoo le cause. Sono le 21 quando saluta gli organizzatori della festa Dem. Poi, arriva al tema delle suppletive, del collegio di Siena: «Se perdo mi dimetto? Io molto semplicemente ho detto che quel collegio (quello di Siena, dov'è candidato alle elezioni suppletive, ndr.) è un collegio che io devo vincere, io mi sto impegnando al massimo per arrivare a quel risultato e sono convinto che il risultato ci sarà».
Enrico Letta, dunque, è pronta alla battaglia e a chi in queste ora ha criticato la scelta di un “simbolo” nuovo per le elezioni il segretario dem ha replicato: «Io faccio una campagna elettorale per un collegio uninominale e cerco il più largo consenso possibile, quindi una coalizione, un allargamento come sempre in questi casi credo sia importante la logica di allargamento e non semplicemente un pezzo».
enrico letta matteo salvini meeting rimini
Il Pd – chiarisce Letta – è un pezzo e lo guido io. Sono il segretario che si candida, ma noi puntiamo a un allargamento, come capita nei collegi uninominali, alla fine vincerà chi riuscirà ad avere la maggioranza dei consensi. È un tentativo di iniziare un percorso per il futuro. Credo che questa sia l'occasione per cominciare a creare queste condizioni».
Quindi, la prima stoccata dalla festa a Matteo Salvini: «Può dire quello che gli pare, ogni giorno si sveglia e mi critica e anche la sera, prima di andare a letto mi ricritica, contento lui. Io sono fermamente convinto di quello che stiamo facendo - ha aggiunto Letta -: convergenze. Poi si vedrà il giorno del voto cosa faranno gli elettori». Di certo, osserva il leader del Pd, parlando di quanto accaduto ai gazebo del M5Stelle,quanto accaduto, «credo sia un segnale molto brutto, molto negativo, bisogna tenere la guardia alta. La violenza politica l'abbiamo dietro le spalle e non deve tornare: «questo episodio deve essere veramente deprecato e condannato da parte di tutti».
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LETTA
Da corriere.it
La scelta del numero uno del Nazareno ha sollevato subito polemiche, sia dal fronte alleato, sia da quello «nemico». «Il centrodestra ha scelto per Siena un candidato di Siena, un imprenditore del vino, orgoglioso della sua squadra e della sua città — attacca Matteo Salvini, riferendosi all’imprenditore vitivinicolo Tommaso Marrocchesi Marzi —. La sinistra invece candida il segretario del partito che ha distrutto storia e patrimonio del Mps e, per la vergogna, si presenta senza il simbolo del Pd». Il leader della Lega annuncia poi che il 6 settembre tornerà a Siena per «presentare la proposta per il rilancio del Monte e per ribadire i no alla svendita, a migliaia di licenziamenti e alla chiusura di centinaia di sportelli».
ENRICO LETTA A MONTEPULCIANO
La sopravvivenza (almeno parziale) della banca più antica del mondo, dopo 549 anni di storia, è infatti il nodo chiave dello scontro tra i due contendenti. Sul territorio è infatti molto forte la preoccupazione per le ripercussioni sui lavoratori che deriveranno dall’annessione del Monte dei Paschi a Unicredit . Secondo la Cgil, solo in Toscana sarebbero a rischio 2.500 posti.
Questo simbolo è stato «scelto per privilegiare allargamento e spirito di coalizione — ribatte il segretario del Pd —. E Salvini che annuncia una nuova calata, con visite in ogni Comune del collegio? Bene. Come già l’anno scorso alle regionali in Emilia-Romagna e Toscana», ironizza Letta riferendosi alle ultime due sconfitte alle elezioni regionali incassate dalla Lega dopo campagne elettorali con forte dispendio di energie.
DAVID SASSOLI EVA GIOVANNINI ENRICO LETTA A MONTEPULCIANO
Mps a parte, la scelta di correre senza il simbolo innesca però anche il fuoco amico: «Enrico dice di aver condiviso il simbolo con gli alleati? Se lo ha condiviso con se stesso… Ha fatto bene», ironizza Stefano Scaramelli, consigliere regionale renziano piuttosto influente nel senese. E poi, aggiunge l’esponente di Iv che (a malincuore) aveva rinunciato a correre alle suppletive proprio contro Letta, previo accordo di non belligeranza con Renzi:
«Ricordo le grandi battaglie del Pd, da dove provengo, contro “l’uomo solo al comando”: Salvini, Berlusconi e altri. E ricordo le battaglie interne al partito contro Renzi che non utilizzava il simbolo del Partito democratico alla Leopolda: hanno scordato già tutto?». Mentre dal Pd arriva il solido sostegno, forse inatteso, dall’ex capogruppo al Senato Andrea Marcucci: «Letta è candidato in un collegio uninominale ed è espressione di uno schieramento largo. Trovo che sia rispettoso presentarsi agli elettori senza simbolo di partito e rispettoso soprattutto della coalizione che lo candida».
enrico letta versiliana
Intanto, a Siena e non solo, prosegue il conto alla rovescia con gli occhi rivolti al vertice di Unicredit. A breve il colosso bancario dovrebbe svelare il piano industriale che fotograferà ufficialmente come l’assorbimento di Mps si ripercuoterà su marchio e occupazione. E se il piano sarà svelato prima del 3 ottobre, anche se dal Nazareno filtrano indiscrezioni di sondaggi piuttosto incoraggianti, sarà questo il fattore che influirà sul risultato finale. «Se perdo a Siena lascio», ripete Letta in pubblico e ai suoi fedelissimi, anche a scopo motivazionale. Con Marrocchesi Marzi che ribatte con un poco amichevole: «Rimandiamolo a Parigi».
ENRICO LETTA Enrico Letta LA CORSA DISPERATA DI ENRICO LETTA A SIENA