Matteo Pinci per www.repubblica.it
zaccagni zaniolo nazionale
Esplicitamente nessuno lo dice, ma è un motivo disciplinare ad aver spinto il ct a dare un turno di stop ai due attaccanti di Roma e Lazio (che non riguarda però, ovviamente, il gossip della scorsa primavera).
La domanda è: perché? Perché Roberto Mancini, ct della Nazionale alle prese con una cronica carenza di talento, rinunci a due dei migliori attaccati di cui disponga? Perché Nicolò Zaniolo e Mattia Zaccagni non sono a Coverciano? Definirla una scelta tecnica no, non è possibile. Perché Zaniolo è l'uomo che ha deciso l'ultima finale europea di un'italiana e Zaccagni sta giocando un ottimo campionato. Ma soprattutto perché, con l'infortunio di Politano, il ct piuttosto che chiamare loro ha ripescato Gabbiadini, assente dalla partita con la Svezia che costò il Mondiale russo nel novembre del 2017. E già prima aveva preferito Gnonto e Grifo, Cancellieri e Zerbin.
roberto mancini 2
Esistesse ancora il codice etico, sarebbe il caso di chiamarlo in causa. Sì, perché è un motivo disciplinare che ha convinto Mancini a dare un turno di "squalifica" ai due attaccanti di Roma e Lazio. Esplicitamente non lo dice nessuno, ma a Coverciano lo sanno davvero tutti. Sembra quasi che i due attaccanti di Roma e Lazio siano condannati a restare legati dal destino.
ZANIOLO SCATENATO DURANTE I FESTEGGIAMENTI SUL BUS SCOPERTO
Basti pensare a quanto accaduto la scorsa primavera, dopo la vittoria della Roma in Conference League: il pullman scoperto, i tifosi romanisti che inventano un coro, di pessimo gusto, che mette "contro" i due giocatori oggi esclusi ("Il figlio di Zaccagni è di Zaniolo") con replica altrettanto imbarazzante della compagna del fantasista laziale, ex fiamma del romanista. Tecnicamente, l'episodio nulla c'entra con le esclusioni odierne. Ma proprio da lì i destini dei due hanno iniziato - almeno in Nazionale - a sovrapporsi.
Poche ore dopo quella festa, entrambi erano a Coverciano per un raduno che avrebbe potuto tenerli alla stessa tavola e sugli stessi campi per più di due settimane, con l'Italia attesa dalle partite contro Argentina, Germania (due volte), Ungheria e Inghilterra. Ma entrambi da quel ritiro andarono via subito.
ZACCAGNI ZANIOLO
Qui la storia diverge. Zaniolo infatti aveva una microfrattura alla caviglia documentata da lastre: lo avevano valutato anche i medici azzurri e in quel caso era stato Mancini a dirgli di tornare a casa. Ma poi, successivamente, il coordinatore azzurro Oriali aveva deciso di chiamarlo quando la procura aveva aperto un procedimento contro di lui per "aver intonato un coro dal contenuto offensivo" nei confronti della Lazio (un classico vaffa). Ingenuità sufficiente a innescare il "codice etico" di Mancini.
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