Marta Serafini per www.corriere.it
zelensky e biden alla casa bianca
Ancora prima dell’arrivo del presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Washington, era chiaro quali fossero le richieste di Kiev all’alleato statunitense. In serata, dopo la visita di Zelensky alla Casa Bianca e il colloquio davanti al camino acceso del presidente statunitense Joe Biden, è stato subito evidente come la visita fosse stata un successo per il leader ucraino, che ha incassato il sì allo schieramento dei missili Patriot. Ma, al di là delle sincere espressioni di gratitudine ucraina e delle ferme promesse di continuo sostegno statunitensi, il presidente Zelensky e il presidente Biden hanno ancora obiettivi diversi. E a dirlo è l’analisi del Washington Post.
biden e zelensky alla casa bianca
Di fronte alla richiesta del pacchetto di aiuti statunitensi da 47 miliardi di dollari della Casa Bianca per il 2023, sia per Biden che per Zelensky era importante incassare il sostegno del Congresso, da gennaio a maggioranza repubblicana. Ed era importante – scrive ancora il Washington Post citando un alto funzionario dell’amministrazione che Zelensky usasse il suo carisma di persona per rafforzare la posizione dei legislatori statunitensi e all’opinione pubblica che lo hanno supportato e dimostrare ai dubbiosi «come questa sia davvero una lotta per la democrazia».
biden e zelensky alla casa bianca
Per lo stesso Zelensky, l’obiettivo era - ed è - avere armi più potenti per migliorare la capacità dei suoi militari nella controffensiva contro la Russia partita in autunno. E fin qui sembra esserci riuscito. In un tweet intitolato «La mia lista dei desideri di Natale», pubblicato all’inizio di questo mese prima dell’annuncio di questa settimana di altri 1,85 miliardi di dollari di assistenza alla sicurezza degli Stati Uniti, il consigliere di Zelensky Mykhailo Podolyak chiedeva anche quattro tipi di armi che l’amministrazione Biden ha rifiutato, tra cui carri armati avanzati e missili a lungo raggio.
ZELENSKY BIDEN ALLA CASA BIANCA 1
Il quinto «desiderio», invece, il sistema di difesa aerea Patriot, invece è stato incluso nel nuovo pacchetto di aiuti. Secondo l’amministrazione Biden l’Ucraina ha già abbastanza carri armati e gli M1 Abrams statunitensi, i tanks di nuova generazione, chiesti da Kiev sono troppo difficili da mantenere e complessi da utilizzare. Il pericolo, secondo Biden, è che la fornitura di tali armi all’alleato possa spaccare gli alleati Nato.
Secondo l’analisi del New York Times, Obiettivo dell’incontro, per la Casa Bianca, era anche «sondare il pensiero di Zelensky sulla possibilità di un negoziato». Un alto funzionario dell’amministrazione Biden ha ribadito al Washington Post, la posizione secondo la quale «non spetta a noi dettare la linea sul negoziato, quando dovrebbe iniziare o quali dovrebbero essere le sue linee rosse». Si tratta di decisioni che ha diritto di prendere Kiev, in quanto Paese aggredito. Ma secondo Ivo Daalder, ex ambasciatore degli Stati Uniti presso la Nato e ora presidente del Chicago Council on Global Affairs, «Biden rimane preoccupato di non spingersi troppo oltre, troppo in fretta, per paura di un’escalation». E il motivo è semplice.
ZELENSKY BIDEN ALLA CASA BIANCA
Allo stato attuale esistono tre diversi modelli negoziato. Uno, è parte di un piano di pace proposto da Zelensky il mese scorso, e include il ritiro russo da tutto il territorio ucraino ancora occupato, compresa la Crimea e le aree del Donbass prese nel 2014. Un altro è il ritiro entro le linee del 2014. Un terzo livello di ritiro includerebbe il Donbass, ma non la Crimea. Zelensky ha chiarito però che non sosterrà né la seconda, né la terza opzione, osservando che la pace può arrivare solo quando gli invasori russi si saranno ritirati da tutto il territorio occupato. Una mera discussione accademica per il momento – secondo quanto riconoscono gli stessi funzionari statunitensi – dato che Mosca non sembra intenzionata ancora, davvero, agli occhi delle contro parti, a sedersi al tavolo, al di là delle dichiarazioni e starebbe solo cercando di prendere tempo per riorganizzare le truppe e provare ad attaccare di nuovo.
zelensky biden alla casa bianca
In sintesi, dal punto di vista della Casa Bianca i nuovi sistemi d’arma forniti dagli Stati Uniti e dagli alleati - in particolare i Patriot - aiuteranno a fronteggiare gli attacchi aerei russi in corso contro le infrastrutture ucraine che hanno lasciato gran parte del paese al buio e senza calore con l’arrivo dell’inverno, l’obiettivo è ora di fornire una difesa «a strati» contro gli attacchi di missili da crociera e droni russi. Ed è qui che le posizioni tra Washington e Kiev divergono.
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Alcuni alti funzionari ucraini sostengono che l’unico modo per fermare l’attacco aereo russo è colpirlo dove ha origine. Ciò significa «attacchi combinati contro gli obiettivi fissi del nemico, prima contro le basi aeree da cui partono gli attacchi russi e le aree delle postazioni di lancio dei missili balistici e da crociera», ha scritto questa settimana in un articolo per Ukrinform, l’agenzia di stampa statale, Mykhailo Zabrodskyi, vicepresidente della sicurezza nazionale dell’Ucraina. Per fare ciò, sempre secondo Zabrodskyi , l’Ucraina ha bisogno di missili a lungo raggio, in particolare del sistema missilistico tattico dell’esercito americano, noto come ATACMS, che era nella lista dei desideri di Podolyak, il consigliere di Zelensky.
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Ma è improbabile che anche i carri armati Leopard e Marder dalla Germania e carri armati M1 Abrams dagli Stati Uniti arrivino a Kiev. Soprattutto da parte degli alleati Nato. La Germania ha ripetuto mercoledì la sua riluttanza. Mentre è una priorità tedesca «sostenere l’Ucraina il più possibile», ha spiegato ai giornalisti mercoledì a Berlino il portavoce del governo Steffan Hebestreit, «l’altra è tenere la Nato fuori dal conflitto diretto con la Russia. La terza è che la Germania non andrà da sola».
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Tirando le somme — afferma ancora il Washington Post — se l’obiettivo di Zelensky è parzialmente raggiunto, lo è , almeno per ora, quello di Biden. Per ora perché le cose da gennaio, con il nuovo Congresso, potrebbero cambiare e il dissenso sugli aiuti militari aumentare. E non è detto che Zelensky non torni a breve a chiedere altre armi, come del resto ha già annunciato con una battuta rispondendo alle domande dei giornalisti.
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