DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
Estratto dell'articolo dii Matteo Persivale per www.corriere.it
[...] Il fenomeno Taylor Swift non è, semplicemente, una questione di record. [...] Non è solo una questione di soldi o di primati cancellati in uno spaventoso, apparentemente irrefrenabile tiro al bersaglio: il tour da 1 miliardo di dollari, i dieci singoli a occupare tutta la top ten, i quattro album nella top ten, lo streaming senza fine, è lei la donna che ha avuto più numeri 1 nella storia della musica, [...] il titolo di “persona dell’anno” di Time [...] Non è una questione di celebrity, né di fidanzati famosi [...]
EFFETTI COLLATERALI
La prima volta che Swift è comparsa a una partita casalinga dei Chiefs per vedere il fidanzato (in tribuna d’onore, ovviamente, accanto alla mamma di lui) e si è sparsa la voce che l’avrebbe seguito in trasferta a New York, le vendite dei biglietti per la partita sono schizzate in alto del 40% e l’audience televisiva ha registrato il record della stagione nel segmento demografico delle giovani donne [...]
È una di quelle coppie che piacciono a tutti, tranne ai no vax perché lui è testimonial della Pfizer e per questo s’è attirato critiche aspre dagli “haters” on line. Più che altro deve stare attento a trattarla sempre bene: quando finì la storia con Jake Gyllenhaal lei lo immortalò in una delle sue canzoni più amate, All Too Well, nella quale l’attore non fa una bellissima figura («Così crudele, casualmente, con la scusa dell’onestà») [...]
UNA STAR DELL'ECONOMIA
Swift muove i Pil delle nazioni: arrivata a Singapore per il tour, ha costretto gli analisti a aumentare le stime sulla crescita del Pil. […] La parte nuovissima è che […]il vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas aveva invocato Swift come soluzione per aumentare l’affluenza dei giovani alle elezioni europee di quest’anno: «Nessuno può mobilitare i giovani meglio dei giovani. […] più dei commissari». […]
Taylor Swift – The Eras Tour 3
Qualche settimana dopo, prima del recentissimo messaggio di Joe Biden sullo Stato dell’Unione, rimbalzavano da Washington voci sui possibili invitati famosi: da Yulia Navalnaya, vedova dell’eroico dissidente russo morto in carcere, a Olena Zelenska moglie del presidente ucraino. È un segno di tempi — interessante, allarmante, illuminante: decidano i lettori — che l’ospite impossibile sarebbe stata Swift: il suo endorsement — lei ha cercato di essere il più a lungo possibile super partes, almeno fino al 2020 quando disse che appoggiava Biden e non Trump — politicamente vale oro.
Al punto che l’astuto Biden, vaccinato da 52 anni passati in politica, ha glissato le domande su un possibile nuovo endorsement della musicista facendo una battuta: «Segreto di Stato». […]
POTERE DELLA MUSICA
[…] Swift insieme con le sue Swifties e i suoi Swifties — un popolo americanissimo ma anche globale, multirazziale e variopinto — ha creato con assoluta maestria, e evidente premeditazione, una sofisticatissima struttura che in estrema sintesi potremmo definire una comunità. Collegata digitalmente ma profondamnente analogica. Il marketing da anni insiste sui “valori” di un marchio come fondamento di autenticità e volàno di esperienze coinvolgenti e interattive.
La musica rock —lo scoprì Elvis Presley quando papà Scott Swift era piccolissimo e mamma Andrea Swift non era ancora nata — è il naturale vettore di queste esperienze, e Swift non parla con i media ma parla direttamente al suo popolo. Non semplicemente attraverso i social, ma attraverso la sua musica: ogni canzone è una storia, ogni rivisitazione di un album precedente è un tassello da aggiungere. Il suo popolo non la ascolta semplicemente: partecipa a un’emozione. Condivide, nella realtà del proprio quotidiano, quello che Taylor Swift racconta: è la celebrità come conversazione.
Swift permette al suo pubblico di ridere, piangere, emozionarsi — vivere, in una parola — insieme con lei. Non è semplicemente questione di genialità nel marketing perché senza il genio musicale l’edificio crollerebbe per la fragilità della sua struttura: secondo il poeta Michael Robbins, una canzone che scrisse al liceo (Tim McGraw) contiene «le liriche più belle scritte da un teenager dai tempi di Le bateau ivre di Rimbaud».
TAYLOR SWIFT APPOGGIA JOE BIDEN - 2020
MEDIUM E MESSAGGIO
[…] Se l’attenzione è la valuta autentica del mondo digitale — molto più preziosa di Bitcoin — Swift la cattura in un modo che nessuna concorrente attuale, neanche una gigantessa come Beyoncé, riesce in questo momento a fare (fece qualcosa di vagamente simile Madonna nell’ultimo quarto del Novecento, ma ormai le vecchie regole del mondo analogico sono più o meno quasi tutte state scardinate).
Quello che il marketing oggi definisce un po’ eufemisticamente come “punti di contatto” dell’esperienza è riassunto da Swift nelle sue storie: ogni storia, ogni piccolo racconto, è un punto di contatto e l’inizio di un dialogo, dialogo per forza di cose personale[…]
Per questo non è follia immaginare che la celebrità di Swift sia talmente pervasiva, almeno in America, da potersi espandere alla politica. Compirà i 35 anni richiesti dalla Costituzione per poter entrare in carica come presidente il 13 dicembre. Fa sorridere? Nel 2012 chi avrebbe scommesso sull’allora semplice palazzinaro da reality Donald Trump come successore di Obama premio Nobel per la Pace?
IL PESO POLITICO DEL SUCCESSO
Swift — sempre e comunque reticente a prendere posizioni politiche se non strettamente necessario: ha cominciato nel country prima di passare al pop e conosce la pancia dell’America rurale — ha cominciato nel 2018 a invitare i suoi follower a registrarsi per votare alle elezioni americane (risultato nel 2018: + 65mila iscritti alle liste, l’anno scorso stesso invito con risultato + 35mila). Allarma la politica, certo: tanto che di lei s’è parlato anche a un briefing del Pentagono.
taylor swift golden globes 2024. 4
Il conduttore di Fox News Jesse Watters aveva suggerito che Swift fosse un’agente democratica «sotto copertura, per fini politici segreti» alle dipendenze «di un’unità operativa del Pentagono per la guerra psicologica». Si trattava, come succede di frequente su Fox, di una bufala, ma il nome di Swift è tanto potente — e la sua base di fans talmente vasta — che non è possibile nominarla invano. Il Dipartimento della Difesa ha dovuto smentire ufficialmente: la portavoce Sabrina Singh ha fatto riferimento a uno dei grandi successi di Swift, Shake It Off, spiegando che «per quanto riguarda questa teoria della cospirazione, ce la scrolleremo di dosso», e continuando poi con una buffa serie di giochi parole sul cognome di Swift (in inglese significa “rapido”) e con altri titoli delle sue canzoni. Anche Singh è una Swiftie.
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