Estratto dell’articolo di Lorena Loiacono per “il Messaggero”
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Vengono soprannominati "piccoli geni" perché imparano più in fretta dei compagni ma, proprio per questo, hanno bisogno di seguire percorsi personalizzati altrimenti rischiano di perdersi. Sono gli studenti cosiddetti "plusdotati". Quanti sono?
Non ci sono stime esatte. Secondo i proponenti della legge in Italia sono circa 430mila, il 5 per cento degli alunni scolastici. Per altre associazioni sono il 2 per cento. Un ddl in Senato propone di aiutarli con piani didattici ad hoc, un tutor che li segua e monitori i loro progressi e la possibilità di frequentare anche anni di studio più avanzati rispetto a quelli anagrafici. Tutto potrebbe partire con un triennio di sperimentazione.
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[…]cosa si intende per alunno pludotato? Si intende «l'alunno che, nel corso degli studi, abbia manifestato o abbia la potenzialità di manifestare, in una o più aree, una maggiore e più veloce capacità di apprendimento e un precoce raggiungimento di livelli specifici di competenze e di conoscenze rispetto ai coetanei con un grado pari di scolarizzazione».
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Nel caso in cui la scuola e lo psicologo scolastico individuino un alunno con un presunto alto potenziale cognitivo, devono informare la famiglia dell'opportunità di procedere a uno specifico riconoscimento tramite neuropsichiatri infantili, psichiatri o psicologi con una formazione specifica in materia, nell'ambito del servizio sanitario nazionale. A quel punto l'alunno verrà seguito da un tutor a scuola, il "referente per l'alto potenziale cognitivo" che adotterà piani didattici personalizzati, che possono prevedere anche la frequenza di una classe superiore a quella in cui l'alunno è iscritto, per l'apprendimento di una o più discipline.
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Altri Paesi europei già dispongono di una programmazione speciale per gli alunni plusdotati. […]
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