Sara Bennewitz per “la Repubblica”
ANDREA PIGNATARO
Andrea Pignataro piglia tutto. Dopo l'acquisizione di Cedacri (1,4 miliardi), l'Opa su Cerved (2 miliardi), il 9,9% di Illimity (90 milioni) e la partecipazione all'aumento di capitale di Mps (50 milioni), l'imprenditore italiano che da anni vive e lavora a Londra avrebbe messo nel mirino anche Prelios, società di servizi finanziari e immobiliari nata dalla ceneri dell'ex Pirelli Real Estate.
Nel 2018 il 100% del capitale di Prelios era stato rilevato dall'americana Davidson & Kempner Capital Management, che aveva promosso un'Opa da 160 milioni per ritirare la società da Piazza Affari.
Da allora il gruppo ha cambiato pelle facendo importanti investimenti immobiliari, come quello della riqualificazione dell'area ex Falck a Sesto San Giovanni, e nell'acquisizione di rilevanti portafogli di crediti in difficoltà, tra cui un portafoglio di 10 miliardi di Utp da Intesa Sanpaolo. Fatto sta che dopo cinque anni Davidson & Kempner vorrebbe valorizzare la propria partecipazione e avrebbe dato mandato a Goldman Sachs di sondare potenziali interessati; si parla di una partita da 1,4 miliardi.
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A quanto si apprende da fonti finanziarie, la Ion di Pignataro sarebbe in trattative avanzate per negoziare i dettagli dell'operazione e rilevare il controllo di Prelios.
Va detto che non è la prima volta che vari potenziali interessati sondano il fondo Usa per valutare una possibile acquisizione di Prelios, ma finora venditori e potenziali compratori non hanno mai trovato un punto d'incontro, e non è mai stata fatta un'offerta concreta. Ma Pignataro non è un imprenditore che ama perder tempo.
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Bolognese, 51 anni, ha creato da zero una piattaforma di trading quando lavorava da Salomon Smith Barney, e con i proventi della vendita della sua creatura ha dato vita a un gruppo da 30 miliardi di investimenti, molti dei quali a leva, rilevando dal 2005 ad oggi una trentina di aziende nei servizi finanziari tra cui Mergermarket, Debtwire e Dash Financial Technologies.
Andrea Pignataro (nel cerchio)
In Italia Ion è presente già nell'attività degli Npl (i crediti di difficile riscossione) attraverso Cerved, e unendo le forze con Prelios potrebbe generare sinergie sui costi e sul lato dei ricavi. Quanto alla valutazione, si parla di una cifra a nove zeri che sarebbe in fase di negoziazione. Morale se l'operazione andasse in porto Pignataro avrebbe fatto circa 5 miliardi di investimenti in Italia nell'arco di due anni.
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