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LA PIRATERIA MULTIMEDIALE È L’ELDORADO DELLE MAFIE – MAURO MASI: “È IL CRIMINE ORGANIZZATO A GESTIRE GRAN PARTE DEL TRAFFICO DEI PRODOTTI CONTRAFFATTI E PIRATATI. E QUESTO PERCHÉ L’INDUSTRIA DELLA CONTRAFFAZIONE È ASSAI REMUNERATIVA MENTRE I RISCHI AD ESSA CONNESSI SONO MOLTO BASSI ED IL SETTORE È, COMPLESSIVAMENTE, POCO REGOLAMENTATO. AD ESEMPIO IL GUADAGNO PER UN PROGRAMMA PER COMPUTER PIRATATO È DI GRAN LUNGA SUPERIORE RISPETTO A QUELLO DERIVANTE DA UN GRAMMO DI CANNABIS…”
Estratto dell’articolo di Mauro Masi per “ItaliaOggi”
Torno sul tema della contraffazione sollecitato da più lettori: perché nel nostro Paese continua ad essere molto alta? Il fenomeno è sottovalutato? Quest’ultimo è, a mio avviso, un punto cruciale; esiste infatti un grande tema di sottovalutazione da parte dell’opinione pubblica italiana verso la piaga della contraffazione e anche – forse, soprattutto – verso la pirateria multimediale (tema cui è particolarmente attenta questa Rubrica).
Sottovalutare questi fenomeni è un grave errore e per tanti motivi. Il primo e più evidente è quello del danno economico che pirateria e contraffazione hanno fatto, e fanno, al nostro sistema economico anche in termini di perdita di posti di lavori, ma qui si vuole sottolineare un altro aspetto e cioè che è il crimine organizzato a gestire gran parte del traffico dei prodotti contraffatti e piratati.
E questo perché l’industria della contraffazione è assai remunerativa mentre i rischi ad essa connessi sono molto bassi ed il settore è, complessivamente, poco regolamentato. Gli alti profitti derivanti dalla contraffazione sono pari, se non maggiori, a quelli derivanti dal traffico di stupefacenti; inoltre, il livello di rischio è molto inferiore, con pene più basse e meno risorse destinate al contrasto di tali attività.
Per esempio, il costo di produzione di un programma per computer piratato viene stimato in 20 centesimi di euro, mentre il prezzo di vendita può raggiungere i 45 euro, il che rappresenta un guadagno di gran lunga superiore rispetto a quello derivante da un grammo di cannabis, il cui costo di produzione si aggira (secondo fonti giornalistiche) intorno ai 1,52 euro ed il cui prezzo di vendita è in media di 12 euro.
Per cui usando prodotti contraffatti e piratati non solo si fa un danno alle imprese italiane sane, spesso quelle che meglio caratterizzano il made in Italy, ma si dà, più o meno inconsapevolmente, un aiuto concreto all’Italia deteriore quella del crimine organizzato e del malaffare. […]
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