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    “PIÙ FORTI DI PRIMA, DAJE” - MANUEL BORTUZZO A UN ANNO DAL FERIMENTO SFOGGIA UN NUOVO TATUAGGIO: DUE ANGIOLETTI CHE SORREGGONO UN VELO - SOPRAVVISSUTO PER MIRACOLO AL PROIETTILE, LA GIOVANE PROMESSA DEL NUOTO, CHE SOGNAVA LE OLIMPIADI, HA RICOMINCIATO AD ALLENARSI E STA CONTINUANDO LA SUA TERAPIA DI RIABILITAZIONE CON LA SPERANZA DI POTER TORNARE A CAMMINARE. “HO CONOSCIUTO L'ABISSO DELLA DISPERAZIONE, E NE SONO VENUTO FUORI, ORA POSSO DIRLO, SULLE MIE GAMBE”


     
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    Da roma.fanpage.it

     

    manuel bortuzzo manuel bortuzzo

    È trascorso un anno dalla notte tra il 2 e 3 febbraio del 2019, quando un colpo di pistola ha raggiunto alla schiena Manuel Bortuzzo, mentre si trovava in strada con la fidanzata nel quartiere Axa a Roma. Il nuotatore diciannovenne finito sulle pagine di tutti i giornali per essere rimasto ferito gravemente da uno sparo che gli ha provocato una lesione al midollo spinale, ha celebrato la sua ‘rinascita' con un nuovo tatuaggio. Manuel lo mostra soddisfatto alzando leggermente la manica della t-shirt.

     

    L'immagine d'inchiostro ricopre il braccio sinistro: due angioletti che sorreggono un velo. A pubblicarla su Facebook papà Franco, che ha scritto: "È passato un anno. Più forti di prima". Una ‘rinascita' che per Manuel significa uno sguardo positivo verso la vita, sopravvissuto per miracolo al proiettile, per soli 12 millimetri, diversamente avrebbe colpito l'aorta femorale. La giovane promessa del nuoto, che sognava le Olimpiadi, con molta determinazione, ha ricominciato ad allenarsi e sta continuando la sua terapia di riabilitazione con la speranza di poter tornare a camminare.

     

     

    bortuzzo bortuzzo

    MANUEL BORTUZZO

    Raffaella Troili per il Messaggero

     

    Due angeli contro il male, che sanno di sfida alla malasorte, che vogliono dire speranza. E lui, più forte del proiettile nella schiena, della paralisi, della vita in salita, della rabbia. È passato un anno da quel tragico sabato sera in cui Manuel Bortuzzo, promessa azzurra del nuoto di 19 anni, venne ferito per sbaglio in piazza Eschilo all'Axa da due giovani di 24 e 25 anni in scooter . «È passato un anno, più forti di prima, daje». 

     

    Questo il messaggio pubblicato ieri su Facebook dal padre Franco Bortuzzo, perché né lui né suo figlio smettono di stupire per il coraggio e la determinazione. Sul social il signor Bortuzzo che ha seguito passo passo la ripresa eroica del figlio, costretto da quel giorno su una sedia a rotelle, ha postato una foto del figlio che mostra un tatuaggio sul braccio sinistro che raffigura due putti.

     

    bortuzzo cover bortuzzo cover

    Lo sguardo fiero del guerriero, Manuel si è fatto tatuare due angeli e li mostra orgoglioso a chi ha seguito la sua tragedia ed è rimasto colpito dalla sua forza di volontà. È tornato in acqua e non molla, non ha perso il sorriso. «È più forte di me sia in acqua che fuori», disse il papà all'indomani della tragedia.

     

    Una tragedia assurda: quella notte, tra il 2 e il 3 febbraio di un anno fa, dal quartiere San Giorgio di Acilia partì un commando, una spedizione punitiva, a farne le spese il giovane atleta che era di spalle, davanti a un distributore di sigarette, con la fidanzata Martina. S'imbatterono in quei due strafatti che spararono a caso, in sella a uno scooter, gridando «ci prendiamo la piazza».

     

    L'agguato era scaturito dopo una lite in un pub dell'Axa con i figli del boss Iovine. Il colpo di pistola alla schiena lesionò il midollo. Manuel si risvegliò, sì, ma senza l'uso delle gambe, a informarlo sempre papà Franco, sempre al suo fianco. E uscì dall'ospedale dopo due settimane, pronto a leccarsi le ferite, anzi a mostrare a tutti la sua voglia di riscatto, di vincere la sfida più dura a cui la vita l'ha messo di fronte. A marzo era in acqua, per la riabilitazione, nel suo mondo preferito. «L'acqua è la mia vita». 

     

    bortuzzo da fazio bortuzzo da fazio

    LA RIPRESA «Sono sempre stato abituato a dare il massimo e l'ho fatto anche in questa circostanza. Non ne potevo più di stare inchiodato a quel letto, di dipendere da qualcun altro in tutto e per tutto». E ha commosso l'opinione pubblica, Roma l'ha abbracciato e riaccolto, in una gara di solidarietà pari alla stima di crescente verso questo giovane che non si è mai arreso. Mai una parola sopra le righe nei confronti di chi la vita gliel'ha rovinata: ci ha pensato il gup di Roma Daniela Caramico D'Auria con una condanna a sedici anni di reclusione nei confronti di Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano. 

     

    MARTINA E MANUEL BORTUZZO MARTINA E MANUEL BORTUZZO

    «Ho conosciuto l'abisso della disperazione, e ne sono venuto fuori, ora posso dirlo, sulle mie gambe», ha detto Manuel di recente presentando il suo libro. Non ha smesso di sognare. Vuole tornare a camminare, vuole un figlio. Ieri era al Teatro dell'Opera al concerto per l'apertura delle celebrazioni dei 150 anni di Roma capitale. Intanto a Treviso ha superato l'esame per la patente B speciale ed è tornato a Roma guidando felice i primi cento chilometri. Al suo fianco, un altro leone, papà Bortuzzo. 

    manuel bortuzzo manuel bortuzzo

     

     

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