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2015, ODISSEA NELL'IGNAZIO - RENZI SONDAGGISTA: A ROMA (E IN SICILIA) E' MEGLIO NON VOTARE: VINCEREBBERO I GRILLINI - MA QUALE PREMIER ROTTAMATORE: UN FIFONE CHE ANTICIPA LA VISITA ALLA FESTA DELL'UNITA' PER EVITARE FISCHI - IL VATICANO CONTRARIO A UN GIUBILEO CON CAMPAGNA ELETTORALE

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DAGOREPORT

 

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Ok, Ignazio Marino di suo non schioda e questo è il primo problema di Matteo Renzi, perché lui ormai si è convinto che lo sfacelo amministrativo di Roma gli fa perdere consensi. Ma anche andare al voto adesso sarebbe un guaio serio per l’inquilino di Palazzo Chigi.

 

Il cazzaro di Rignano sull’Arno ha una cartellina con i sondaggi riservati (se ne fa fare tantissimi e di continuo, più di Berlusconi) e le ultime rilevazioni dicono che se oggi si andasse a votare in Sicilia e a Roma, per il Pd sarebbe una disfatta. Nella regione “governata” da Rosario Crocetta il Movimento Cinque Stelle potrebbe addirittura trionfare al primo turno, con una forchetta tra il 49 e il 54%. A Roma invece i grillini sarebbero di gran lunga il primo partito, anche se avrebbero bisogno del ballottaggio.

 

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Se questo è lo scenario, ecco perché Renzi non sa letteralmente che pesci prendere. In più c’è da considerare che il sindaco della Capitale è evidentemente protetto dal commissario (e presidente del partito) Matteo Orfini, uno dei leader della minoranza piddina. Insomma, andare giù con la mano pesante su Marino potrebbe portare casini nel partito democratico, andando a litigare con l’ala più moderata dell’opposizione interna.  

 

Tutta la partita del Campidoglio è sempre più ingarbugliata e il premier spaccone rischia di spaccarcisi la testa. Ogni scelta è sofferta, anche la più semplice. Ad esempio, la lettera di Renzi sul caso Roma ospitata oggi dal “Messaggero” era in origine destinata al “Corriere della Sera”, ma poi è intervenuto lo spin doctor Filippo Sensi, ex portavoce di Francesco Rutelli, e la missiva ha preso la direzione del quotidiano che rappresenta la città.

 

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Resta comunque ai limiti dell’incredibile la scelta del segretario del Pd di far saltare il comizio di stasera alla festa dell’Unità a Roma. Nel partito sono in molti a parlare senza mezzi termini di “prova di vigliaccheria”. Perché sarà stato anche “simpatico” anticipare la visita a ieri, farsi immortalare al biliardino e fare selfie con chiunque. Ma il fatto è che stasera Renzi temeva di beccarsi dei gran fischi e allora ha preferito comportarsi con Roma come se fosse la sua Firenze, ovvero fare i cavoli propri e indossare i panni del piacione da sagra.  

 

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Se dunque Renzi teme anche le elezioni anticipate, va detto che è in buona compagnia. Oltretevere fanno i conti con il Giubileo, che inizia l’8 dicembre e dura tutto il 2016. Ebbene, in Vaticano sono molto perplessi all’idea di sovrapporre un evento del genere con la campagna elettorale per il Campidoglio. Potrebbe verificarsi un corto circuito. Insomma, meglio tirare avanti con sindaco e commissari. Ovviamente sperando nell’aiuto divino e nell’arcangelo Gabrielli.

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Questo ragionamento utilitaristico del Vaticano è tutt’altra cosa dal presunto appoggio al chirurgo genovese del quale ogni tanto si favoleggia. Marino ha posizioni sui temi etici incompatibili con la Chiesa, a cominciare dalle unioni civili, e questo basta e avanza per non farne né un amico né un alleato. Davvero, non gli resta che Orfini, quello della playstation.