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a. l. m. per “la Stampa”
Grillo esulta: dice che ci sono volute venti fumate nere, ma alla fine Violante è stato fatto fuori e con lui tutti i candidati alla Consulta figli del Patto del Nazareno. Il paradosso è che giovedì prossimo, quando si tornerà a votare, per raggiungere l’iperbolico quorum di 570 voti, sarà necessario bussare alla porta dei 5 Stelle. E lo faranno i capigruppo Pd Speranza e Zanda per nome e per conto di Renzi, che ha dato un’indicazione di genere (una donna) ma ancora non ha scelto i nomi.
Augusta Iannini e dietro Francesco Gaetano Caltagirone
Ieri era previsto un incontro ma il premier è dovuto volare a Bruxelles dove aveva grattacapi un po’ più pesanti (la lettera negativa sulla nostra legge di stabilità). Ma una delle prime questioni che Renzi dovrà affrontare al suo ritorno a Roma saranno proprio le candidature alla Consulta, sotto il pressing del capo dello Stato, che ieri è tornato a sollecitare le Camere ad esercitare «le prerogative costituzionali». Napolitano ha pure confessato di avere vissuto «con pena» questa situazione di stallo, tanto che ha dovuto indicare con largo anticipo i giudici di nomina presidenziale: una scelta «imparziale», ma tenendo conto anche «al riequilibrio di genere».
Anche Renzi vorrebbe indicare una donna. Si è fatto il nome dell’ex ministro della Giustizia Paola Severino, ma per Berlusconi è come fumo negli occhi visto che porta proprio il suo nome la legge che ha determinato la decadenza del Cavaliere da senatore.
Comunque, qualsiasi candidatura deve piacere a Grillo e ai suoi parlamentari i cui voti sono necessari per raggiungere quell’iperbolico quorum di cui sopra. I grillini dicono che sono indifferenti al genere, che si tratti di un uomo o di una donna: l’importante è che siano persone altamente stimabili, competenti e terzi rispetto alla politica.
Intanto vogliono che il loro candidato (Alessio Zaccaria) venga votato da Pd e Fi al Csm: in cambio sono disposti a valutare i nomi dei Dem. e degli azzurri per la Consulta. E qui l’altro paradosso: il Pd deve buttare a mare un personaggio come Violante per passare sotto le forche caudine pentastellate; lo stesso deve fare Berlusconi, che ieri ha annunciato un criterio di selezione farraginoso: i parlamentari Fi sceglieranno una candidatura femminile da una rosa di tre nomi selezionati da dodici curricula.
alessio zaccaria professore di diritto
Nomi ne sono circolati molti. Quello dell’avvocato Grazia Volo, che però non sembra gradita da Berlusconi (forse perché troppo indipendente). Un altro nome che sta girando è quello di Augusta Iannini, eletta dal fu Pdl all’Autorità per la Pricacy. Iannini è la moglie di Bruno Vespa, ben voluta dal Cavaliere. Cosa succederà? Dicono in casa Pd: «Se i grillini dovessero dire sempre di no alle nostre candidature e a quelle di Fi, allora per noi rimarrebbe in campo Violante». Saremmo alla casella iniziale.
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