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Pietro Del Re per “la Repubblica”
È così frastornata, Nadia Savchenko, che non riesce neanche a sorridere, ma la gioia per la sua liberazione la top gun appena graziata dal presidente russo Vladimir Putin la esprime ugualmente, proferendo con voce stentorea e tono marziale il motto del suo battaglione, “Onore all’Ucraina!”.
Sono le 16.30 quando in una sala del palazzo presidenziale di Kiev illuminata da quattro solenni lampadari di Murano e piena di stucchi dorati, la giovane donna catturata nel 2014 nel Donbass dai ribelli filorussi e condannata a 22 anni di carcere da un tribunale russo, arriva accompagnata dal presidente ucraino Petro Poroshenko.
Al loro fianco, davanti alle telecamere delle tv di mezzo mondo, ci sono anche la madre, la sorella e pochi suoi commilitoni del gruppo paramilitare “Aidar”. A chi la ricorda pelle e ossa per lo sciopero della fame con cui denunciava la sua innocenza davanti ai giudici di Rostov sul Don che l’accusavano di aver contribuito all’uccisione di due giornalisti russi, la pilota di elicotteri da combattimento e prima donna uscita dalla prestigiosa accademia militare di Kharkiv appare sorprendentemente in carne.
L’eroina nazionale, per la quale si sono mobilitati non solo gli ucraini ma anche il Parlamento europeo, l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa e numerose altre organizzazioni internazionali, pronuncia allora poche parole, sempre con tono militaresco: «Grazie a tutti per avermi aspettata, ma grazie soprattutto a quelli che non ci sono più. Quasi mi vergogno di essere viva.
Adesso è il momento di rialzarci da terra, e anche i russi dovranno farlo». Poi, aggiunge: «Vogliamo tutti la pace, ma a volte per ottenerla è necessaria la guerra». La pilota appare anche commossa, e sicuramente stravolta da quanto le è capitato nelle ultime ore, in cui è passata dalle mani dei suoi carcerieri russi ai massimi onori che le vengono tributati in patria. Infatti, appena finito il suo discorso, la Savchenko riceve dalle mani del presidente Poroshenko la più alta onorificenza del Paese: la medaglia di “Eroe dell’Ucraina”.
Lo stesso Poroshenko che poco prima, salutando la sua liberazione l’aveva definita «il simbolo del nostro orgoglio e della nostra resistenza, perché gli ucraini sono fieri del suo comportamento durante i 709 giorni in cui è stata prigioniera dell’aggressore russo». Il capo di Stato ucraino ha continuato sostenendo che la sua liberazione «ci lascia una speranza di riprendere Crimea e Donbass».
Poroshenko, che ieri festeggiava i due anni dall’elezione alla presidenza, ha poi parlato di «vittoria» e ringraziato «tutta la coalizione pro-Ucraina nel mondo, Merkel, Hollande, Obama, i leader degli stati membri dell’Ue che con la loro decisione congiunta hanno introdotto le sanzioni alla Russia. Ha infine reso omaggio a Polonia, Spagna, Italia, e altri Paesi che «hanno chiaramente sostenuto la nostra forte richiesta di far tornare Nadia a casa, che non sarebbe stata possibile senza gli accordi di Minsk».
In mattinata, mentre l’aereo presidenziale ucraino riportava in patria la Savchenko, il presidente russo Putin, che prima aveva incontrato le madri dei due giornalisti russi uccisi, aveva firmato il decreto per la sua grazia, auspicando «che questa decisione dettata da considerazioni di carattere umanitario ridurrà il conflitto e il confronto nella regione e contribuirà a ridurre le perdite non volute ».
Allo stesso modo, Poroshenko aveva appena siglato il decreto per il perdono dei due russi dei servizi militari del Gru, catturati anch’essi nel Donbass ma dall’esercito ucraino e scambiati con la pilota di elicotteri e già arrivati a Mosca. Di fatto, il rilascio di Nadia Savchenko e la liberazione di due agenti russi, segna un possibile rilancio per una soluzione pacifica della crisi in Ucraina orientale.
È soprattutto l’apertura al dialogo del presidente Vladimir Putin che gli analisti interpretano come un cambio di rotta della sua strategia, improntato se non alla pacificazione quantomeno alla normalizzazione dei rapporti con Kiev, anche in previsione della futura decisione, il 20 giugno prossimo, sul prolungamento o meno delle sanzioni economiche contro la Russia.
Ma sempre ieri, l’ambasciatore degli Stati Uniti in Ucraina, Geoffrey Pyatt, ci ha detto che «le sanzioni verranno tolte soltanto quando finirà l’aggressione militare di Mosca nel Donbass e quando l’integrità territoriale dell’Ucraina verrà restaurata».
Intanto, la pilota Nadia Savchenko che è stata eletta in absentia membro del parlamento ucraino nelle fila del partito populista di Yulia Timoshenko, “Patria”, potrà finalmente recarsi alla Rada di Kiev. Infatti, grazie al suo avvocato, la top gun riuscì a prestare giuramento tra le mura della sua cella. Prima però, la bellicosa pilota dovrà godersi tutta la popolarità che le ha regalato questa brutta avventura.
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