ADDIO A GIOVANNI COZZI, FOTOGRAFO STRAORDINARIO, STRONCATO DA UN INFARTO A 55 ANNI – AVEVA INIZIATO CON I REPORTAGE SULLA MUSICA ROCK, POI ERA VOLATO A IMMORTALARE I PERSONAGGI DELLO SPETTACOLO

(ANSA) - È morto improvvisamente oggi a Roma il fotografo Giovanni Cozzi. Nato a Roma nel 1959, inizia a fotografare concerti Rock e Jazz, musicisti e personaggi dello spettacolo. Negli anni '80, dopo un impegno come reporter di attualità per testate come Paris Match, Bunte, Hola, inizia a dedicarsi alla fotografia di scena e al ritratto femminile.

Notato da Vittorio Corona, direttore di Moda e King, si impone come fotografo delle grandi attrici italiane, collabora con testate come PlayBoy Germania, Max Italia, per le quali realizza numerosissimi servizi, copertine e calendari. Nel 1993 vince ad Arles il prestigioso premio Young European Photografer. Parallelamente all'attività editoriale come ritrattista nel corso degli anni realizza campagne pubblicitarie di moda in Italia e all'estero.


2. ADDIO A GIOVANNI COZZI
Giuseppe Di Piazza per corriere.it
Giovanni Cozzi era un chitarrista rock, uno skipper innamorato del silenzio del mare, un fotografo che adorava le donne. Nei suoi 55 anni di vita, le ha ritratte restituendo a ognuna di loro tutta la bellezza che i suoi occhi sapevano cogliere. Sono sue le foto best seller in Italia, alcuni scatti del calendario di Sabrina Ferilli: quasi un milione di copie venduta da Max alla fine del '99. Per il mensile di Rcs, Cozzi realizzò un'enorme quantità di calendari e copertine: da Martina Stella ad Alena Seredova, da Cristiana Capotondi a Nina Moric, da Randi Ingerman a Giovanna Mezzogiorno.

Quegli scatti inconfondibili
Il tocco di Cozzi era sempre riconoscibile: le donne fotografate da lui erano totalmente femminili, seducenti, luminose. Giovanni è morto giovedì nella sua Rocca di Papa, a pochi chilometri da Roma, dove viveva con la sua amata Paola. É stato fulminato all'alba da un infarto. Con alcune amiche e colleghe un anno fa aveva fondato Loolitart, una società che raccoglieva artisti e fotografi in cui Cozzi credeva. Il suo ultimo lavoro editoriale era stato per «Sette» del Corriere della Sera: la copertina dell'attrice Sarah Felberbaum, un paio d'anni fa.

Poi Giovanni aveva detto che per lui era sufficiente: aveva cominciato come paparazzo nella Roma dei primi anni Ottanta e più di trent'anni di carriera, ad alti livelli, sia in Italia che all'estero, gli bastavano. Ora aveva grandi progetti: editare libri (il primo, bellissimo su Lee Jeffries, il fotografo caravaggesco di barboni è uscito pochi mesi fa), lanciare giovani artisti e giovani fotografi. Un progetto interrotto da una fine improvvisa e ingiusta.

Giovanni Cozzi era un chitarrista rock, uno skipper innamorato del silenzio del mare, un fotografo che adorava le donne. Nei suoi 55 anni di vita, le ha ritratte restituendo a ognuna di loro tutta la bellezza che i suoi occhi sapevano cogliere. Sono sue le foto best seller in Italia, alcuni scatti del calendario di Sabrina Ferilli: quasi un milione di copie venduta da Max alla fine del '99. Per il mensile di Rcs, Cozzi realizzò un'enorme quantità di calendari e copertine: da Martina Stella ad Alena Seredova, da Cristiana Capotondi a Nina Moric, da Randi Ingerman a Giovanna Mezzogiorno.

Quegli scatti inconfondibili
Il tocco di Cozzi era sempre riconoscibile: le donne fotografate da lui erano totalmente femminili, seducenti, luminose. Giovanni è morto giovedì nella sua Rocca di Papa, a pochi chilometri da Roma, dove viveva con la sua amata Paola. É stato fulminato all'alba da un infarto. Con alcune amiche e colleghe un anno fa aveva fondato Loolitart, una società che raccoglieva artisti e fotografi in cui Cozzi credeva.

Il suo ultimo lavoro editoriale era stato per «Sette» del Corriere della Sera: la copertina dell'attrice Sarah Felberbaum, un paio d'anni fa. Poi Giovanni aveva detto che per lui era sufficiente: aveva cominciato come paparazzo nella Roma dei primi anni Ottanta e più di trent'anni di carriera, ad alti livelli, sia in Italia che all'estero, gli bastavano. Ora aveva grandi progetti: editare libri (il primo, bellissimo su Lee Jeffries, il fotografo caravaggesco di barboni è uscito pochi mesi fa), lanciare giovani artisti e giovani fotografi. Un progetto interrotto da una fine improvvisa e ingiusta.

 

 

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