1. LA GIUSTIZIA DI LOR SIGNORI, IN ITALIA, NON È UGUALE PER TUTTI. QUALCUNO È PIÙ SIGNORE DEGLI ALTRI. PER ESEMPIO, L’ARRESTO DI GENOVESE, DI CUI FRANCAMENTE NON FREGA NULLA QUASI A NESSUNO, È LA PRIMA NOTIZIA DEL GIORNO PERCHÉ È UN ALTRO “PEZZO DI CASTA” E QUESTO, IN CAMPAGNA ELETTORALE, PIACE AL GOVERNO CHE VUOLE PIACERE 2. LE CARTE DELL’INCHIESTA SCAJOLA-MATACENA, DUE POTENTI LARGAMENTE IN DISGRAZIA, VENGONO SPREMUTE ALL’INVEROSIMILE PER PRODURRE “LA PUNTATA DEL GIORNO”. QUELLE SULLA “CRICCA DELL’EXPO”, IDEM, E VISTI I GRANDI INTERESSI ECONOMICI IN GIOCO C’È ANCHE DA CAPIRLO. L’INCHIESTA SUI FRATELLI BANCHIERI MAGNONI (POTERE VERO, GENTE CHE SA COSE CHE CONTANO MA NON PARLA, PER ORA) GIORNALISTICAMENTE SI È INABISSATA. QUELLA CHE HA PORTATO ALLE PERQUISIZIONI DI ABRAMO BAZOLI E PESENTI SENIOR, DOPO UN GIORNO SOLTANTO, SPARISCE QUASI DEL TUTTO. EVIDENTEMENTE NESSUN GRANDE DIRETTORE, A PARTE UNA LODEVOLE ECCEZIONE (IL SOLITO “FATTO QUOTIDIANO”), HA DETTO IN RIUNIONE: “E SU BAZOLI COME ANDIAMO AVANTI?”

a cura di colinward@autistici.org (Special Guest: Pippo il Patriota)


1 - LOR SIGNORI E LA GIUSTIZIA
La giustizia di Lor Signori, in Italia, non è uguale per tutti. Qualcuno è più Signore degli altri. Per esempio, i baroni universitari specie se medici e del Meridione, vanno in galera più facilmente degli altri colleghi. I politici nazionali ci vanno assai di rado, se sono in carica.

I presidenti delle società calcistiche professioniste finiscono al gabbio solo quando la squadra va malissimo, i tifosi li contestano e una cordata acquirente è già pronta dietro il Tribunale fallimentare. I banchieri invece no: la devono fare proprio grossa grossa, tipo scalare un'altra banca che non dovevano scalare.

I giornali e le Procure sono ovviamente uno strumento fondamentale di queste spettacolari "incongruenze statistiche" - per non offendere nessuno - e una legislazione penale in continuo incasinamento e aggiustamento fa il resto.

Questo antipatico e grossolano preambolo serve solo a spiegare alcune stranezze che si trovano sui quotidiani di oggi. L'arresto di Genovese, di cui francamente non frega nulla quasi a nessuno, è la prima notizia del giorno perché è un altro "pezzo di casta" che viene "finalmente" trattato come tutti gli altri e questo, in campagna elettorale, piace al governo che vuole piacere.

Le carte dell'inchiesta Scajola-Matacena, due potenti largamente in disgrazia, vengono spremute all'inverosimile per produrre "la puntata del giorno". Quelle sulla "cricca dell'Expo", idem, e visti i grandi interessi economici in gioco c'è anche da capirlo. L'inchiesta sui fratelli banchieri Magnoni (potere vero, gente che sa cose che contano ma non parla, per ora) giornalisticamente si è inabissata. Quella che ha portato alle perquisizioni di Abramo Bazoli e Pesenti senior, dopo un giorno soltanto, sparisce quasi del tutto. Evidentemente nessun grande direttore, a parte una lodevole eccezione che vedremo dopo, ha detto in riunione: "E su Bazoli come andiamo avanti?"

Se la Giustizia di Lor Signori è questa, e l'informazione al loro servizio anche, perfino i più assatanati manettari dovrebbero convenire sul fatto che consegnare alla carcerazione preventiva persino uno come il piddino Genovese - il cui curriculum è più che noto e presenta un solo grande dilemma irrisolto: è lui che ha schifato Forza Italia o è Forza Italia che ha schifato lui - serve soltanto a lavare la coscienza a una classe digerente che non è più neanche in grado di opprimere le altre perché è troppo intenta a regolare i conti al proprio interno.

2. INUTILE ONOREVOLE, PIGIA IL TUO CAZZO DI PULSANTINO VERDE E MANDA DENTRO IL TUO COMPAGNO!
Si disquisisce se il Parlamento che consegna "uno dei suoi" alla Giustizia sia un potere dello Stato che si arrende all'altro. E' l'impostazione del Foglio, che oggi tratta l'arresto di Francantonio Genovese, accusato di truffa, peculato e riciclaggio, come una guerra tra politici e procuratori della Repubblica (p.3).

L'impostazione garantista alternativa è quella che si sforza di vedere anche nel notabile messinese, che alle primarie ha fatto votare Renzie, un cittadino che ha diritto a non finire in galera senza un processo a meno di rischi di reiterazione dei reati, inquinamento delle prove o fuga. Ma sono due impostazioni largamente minoritarie, purtroppo. Lo si capisce dai giornali di oggi.

Il Corriere informa con tanto di titolone in prima: "Il pd Genovese già in carcere. Sì della Camera: niente applausi (e ci mancava pure, ndr), silenzio dopo il voto No di Forza Italia, Ncd e 6 democratici". E dentro retrosceneggia così: "La mossa di Renzi per arginare Grillo: ci voleva nell'angolo e l'abbiamo spiazzato" (p. 10).

Su Repubblica, le parole di Genovese prima di costituirsi: "Ho dato tanto ma il partito mi ha tradito e posso lasciarlo" (p. 7). Diciamo che parla come un Verdini o uno Scajola. E a proposito di Sciaboletta, "nel mirino dell'inchiesta vi sono altri politici di FI" (Repubblica, p. 8).

La Stampa riporta le immorali parole del premier: "Noi non prendiamo lezioni di legalità da Grillo" (p. 7). Ha fatto fare "giustizia" dimostrativa per ragion di Stato e se ne vanta anche.
Sull'inchiesta Expo, invece, altre notizie sui tentativi della "cupola": "Commissariare la Sogin? Parliamo con Cesa e Guerini" (Stampa, p. 11). Troppo facile, sparlare di Cesa Professione Indagato. E Brancher niente? Nessuno ha pensato di mandargli almeno una cartolina?

3 - A COSA SERVONO I GIORNALI (E GLI EDITORI IMPURI)
Abramo Bazoli e le sue disavventure giudiziarie tornano prontamente nel recinto controllatissimo delle pagine economiche. E solo perché è lui che vuole parlarne. Il Corriere di don Flebuccio De Bortoli titola: "Bazoli: l'indagine su Ubi? Sorpreso, ma rispetto i pm. ‘Nella mia vita ho sempre osservato le regole" (p. 45).

La Repubblica del Sorgenio fa di meglio e ficca la difesa di Bazolone in un pezzo trionfale sui conti Intesa (p. 32). La Stampa mette un pezzullo in Economia (p. 22), ma almeno prova a indagare un minimo: "Inchiesta su Ubi Banca, la Finanza a caccia della contabilità parallela". Se lo si legge si scopre che non meritava certo di essere rimpicciolito e nascosto così.

Sul Cetriolo Quotidiano, invece, pezzo piccolo ma interessante di Davide Vecchi: "I vertici di Ubi Banca: ‘Dovete distruggere tutti i documenti'. L'ordine ai dipendenti scoperto dopo le perquisizioni di Bazoli e Pesenti" (p. 6). Ma pensa, si comportano come gli assessori beccati con la mazzetta.

4 - MA FACCE RIDE!
Altro schiaffo, dopo Eni, all'ipocrisia del governo: "A Finmeccanica inizia l'era Moretti. Clausola onorabilità bocciata dai fondi" (Repubblica, p. 30). Altro non serve dire. Intanto Scaroni si è sospeso dal cda di Generali dopo la condanna in primo grado per Porto Tolle.

5 - LA GIUSTIZIA DEGLI ALTRI, INVECE...
Con molta pazienza, e dopo un po' di sana galera, prima o poi la giustizia arriva anche per i legni storti. Ne dà conto addirittura la Stampa: "No Tav in cella per terrorismo. La Cassazione al Riesame: ‘Si deve riformulare il reato"". Avevano un po' esagerato, i pm, nello scambiare i No Tav per le nuove Br...Una notizia che arriva nello stesso giorno in cui si scopre che l'autista del pm che indaga su di loro, il giudice Rinaudo, si è inventato tutto quando ha detto di esser stato pestato e minacciato dai No Tav (Stampa, p. 16).

6 - NIENTE CRESCITA, CARO PITTIBIMBO
"Sono cavoli, ragassi", come direbbe il Bersani. La Repubblica dei Renziani si preoccupa: "Pil, gelata sulla ripresa. Borsa ko, su lo spread. Manovra-bis più vicina". La manovra-bis è stata già smentita stamani da Renzie, ma che altro poteva fare a 10 giorni dal voto? Per la cronaca, Ezio Mauro lo fa intervistare, ma per parlare di immigrati (p. 14).

Il Sole 24 Ore è impietoso e con un bell'editoriale del suo espanso direttore ("Ritorno alla realtà, p. 1) Roberto Napoletano osserva che le previsioni del governo sono smentite dai fatti e tutto l'impianto di finanza pubblica a questo punto scricchiola. E a nome di Confindustria consiglia al premier, ovviamente in buon modo, azioni più concrete e meno propaganda.

Torna il buonumore sul Corriere: "La mancata crescita prende in contropiede gli economisti" (p. 2). La prossima volta, si leggano il nostro Superbonus, che quando ha visto le stime del Def di Padoan si è messo a ridere e ha scritto un gran pezzo per Dagospia. E l'ottimo Dario Di Vico dimentica di dire che è dal 2007 che gli economisti "ortodossi" sbagliano tutte le previsioni. Si ride anche sulla Stampa: "Renzi incassa il colpo, "ma la nostra sfida è contro i disfattisti" (p. 3). Pochi mesi a Palazzo Chigi e parla già come Berlusconi (e il Duce). Disfattismo sempre!

7 - NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Un paio di brutte notizie sparse, anche se possiamo sempre consolarci con Scajola e Genovese dietro le sbarre (e dunque impossibilitati a svuotarci il conto corrente). "Corsa dei comuni per la Tasi. Si dovrà pagare il 16 giugno". Fassino passa dal dito medio agli scongiuri con una mano davanti e una dietro: "Servizi a rischio in caso di slittamento dei termini" (Corriere, p. 3). "Record storico di fallimenti, ma chiudono meno imprese" (Stampa, p. 2). E sono consolazioni.

8 - RIGOR MONTIS, l'ESPROPRIO DI STATO E UNA FIGURA DI CACCA
E meno male che era il governo dei Professori. Dal Corriere: "Alla fine del 2011, cambiando le carte in tavola per chi ancora possedeva lire, il governo Monti avrebbe ‘violato il principio di affidamento e di certezza del diritto', e di fatto ‘espropriato' i cittadini possessori di lire per l'equivalente di un miliardo e mezzo di euro a favore del bilancio dello Stato". La questione finirà davanti alla Consulta su decisione del Tribunale civile di Milano e, potenzialmente, apre una nuova falla nei conti dello Stato (p. 25).

9 - VOCE DI SCEM FUGGITA
Anche il compagno Airaudo ignora uno degli ultimi ritrovati della Società dello Spettacolo (penoso): il famoso "fuori onda". Mentre aspettava di straparlare a telecamere accese, l'onorevole venuto dalla Fiom definisce Renzie "un delinquente politico", uno al quale "non girerei mai le spalle, non gli darei mai il portafoglio". E vabbé, dagli torto... Poi tocca al suo segretario Vendola: "C'è un elemento tipico di Nichi e anche tipico della sua omosessualità: la captatio benevolentiae". Incommentabile veramente.

10 - TOGHE STRAPPATE E POLVERONI DIFENSIVI
Oggi sulla denuncia di Robledo contro Bruti Liberati vi risparmiamo Repubblica e Giornale, che sulla vicenda si sono ridotti a fogli di partito.
Sul Foglio, Frank Cimini racconta con tanti particolari inediti perché "I giochi di potere della procura di Milano sono diventati una guerra di nervi. Chi si schiera e chi tace. Tutti attendono il voto per il nuovo Csm. Bruti Liberati, Robledo, i fascicoli" (p. 4).

Alla fine della lettura, anche uno che non segue tutti i giorni la storia, capisce che è stato alzato un polverone pazzesco per coprire un fatto molto inusuale, ma molto semplice: le denunce di un magistrato contro un altro magistrato, con alcuni fatti abbastanza chiari (e gravi) come la gestione del fascicolo Sea-Gamberale.

Sul Corriere, Luigi Ferrarella racconta la vera storia dei "pedinamenti doppi" denunciati dal procuratore capo: "Quelle tre versioni sul doppio pedinamento (che non c'è stato). Ma Robledo fece indagini senza avvisare il capo. Gli uomini della Finanza mossi dal procuratore aggiunto il 25 marzo non incrociarono colleghi al lavoro per l'inchiesta di Boccassini" (p. 6).

11 - NON SONO STATO, IO
Processo sul Vertice (di maggioranza) Stato-mafia: è il giorno delle telefonate con il Colle. Il Corriere: "La psiche non mi fa essere sereno'. In aula i colloqui tra Mancino e il Colle. I complimenti di De Donno a Dell'Utri per una sentenza favorevole. L'ex ministro degli Interni: ‘Ho subito una campagna denigratoria, non cercavo protezione" (p. 25). "Buttarsi" pazzo o malato, comunque, fa sempre buono. Lo insegnano boss grandi e piccini. Repubblica dedica alla notizia un colonnino di 30 righe invisibile (p. 21).
Poi passa Mariopio Calabresi e fa titolare: "Telefonate Mancino-D'Ambrosio. Ridimensionato il ruolo del Colle" (Stampa, p. 17).

12 - TODINI, NON TI AFFATICARE!
Ritagliare dal Corriere (p. 15) e rimirare con attenzione l'immagine di Luisa Todini, l'ex deputato del Pdl che si tiene la poltrona in Poste e anche quella in Rai perché lei è "multitasking" (testuale). Ingrandendo la foto, rispetto a quelle che mettono di solito sui giornali, si scopre che nonostante la Signora si sia venduta la Ditta di famiglia e se ne goda il ricavato, non è più la Super-Giovane che dicono. Ha l'aria stressata e tante rughe.

E sembra anche che le abbiano messo il collo di sua zia sotto la testa. Dicono che sia molto bella e molto giovane, e sarà di certo così. Dicono che nominandola in Poste, Pittibimbo volesse fare bella figura. Ma bruna per bruna, riccia per riccia, noi preferiamo tutta la vita Agnese Renzi e quel viso così imprevedibile.

 

CHIARA RIZZO MATACENA E CLAUDIO SCAJOLAARRESTO CLAUDIO SCAJOLA GIOVANNI BAZOLI SI RIPOSA FOTO LAPRESSE GIAMPIERO PESENTI FRANCANTONIO GENOVESELorenzo Guerini e Guglielmo Epifani Giorgio MagnoniGiorgio Magnoni e Roberto ColaninnoFERRUCCIO DE BORTOLI MAURO MORETTI FS MATTEO RENZI IN CONFERENZA STAMPA A PALAZZO CHIGI FOTO LAPRESSE Giuseppe e Roberto Napoletano EDMONDO BRUTI LIBERATI Alfredo RobledoVITO GAMBERALE jpeg