FARSA ITALIA - AL-FINI “ORDINA” A SILVIO LA SCONFESSIONE DI FITTO E LA CACCIATA DI BRUNETTA (E LA LORENZIN FA L’INFERMIERA-KILLER) – ANGELINO HA UN PROBLEMA: HA I PARLAMENTARI MA NON I VOTI

Francesco Bei per "La Repubblica"

Menarsi in pubblico ma tenersi mano nella mano in privato. Il patto tra i due quarantenni che guidano la maggioranza non prevede alternative e si basa su un comandamento incrollabile: «Il governo deve andare avanti».

Anche ieri, benché al segretario Pdl non abbiano certo giovato quelle parole così aspre sulla fine del «ventennio» berlusconiano pronunciate da Letta in tv, il canale con «Enrico» è rimasto aperto. Con uno scambio di Sms che ha chiuso l'incidente senza conseguenze. Perché Alfano riconosce a Letta una «correttezza di fondo» e comprende che il premier «deve ora difendersi dagli attacchi di Renzi e dalle turbolenze che arriveranno per il congresso del Pd».

Mentre Letta farà di tutto per agevolare una salda presa di possesso di Alfano sul partito "defalchizzato". Del resto i due hanno già ragionato sul da farsi e concordato le prossime mosse. «La stagione di Berlusconi è finita», ha detto Letta ad Alfano due giorni fa, alla presenza del ministro Kyenge e di un arcivescovo. Alfano annuiva sconsolato.

Il patto siglato tra i due prevede una serie di passaggi che andranno onorati a breve, brevissima scadenza. E sarà Alfano stavolta a dover dimostrare di avere in mano la situazione. La prima testa che dovrà cadere sarà quella di Renato Brunetta, anche se Alfano riconosce al capogruppo Pdl di non aver agito («a differenza di altri») con secondi fini personali.

Brunetta quindi sarà recuperato in qualche ruolo nel partito, ma non potrà più sparare ogni giorno sul governo come faceva prima. Specie ora che inizierà il cammino della legge di Stabilità. «Non possiamo stare con un piede nel governo e con un altro all'opposizione. Questa fase - sintetizza il ministro Beatrice Lorenzin - si è chiusa mercoledì scorso con il voto di fiducia». Le altre teste che metaforicamente dovranno rotolare, nel piano di Alfano, saranno quelle di Verdini, Capezzone e Santanchè.

Tutti gli altri, a partire da Raffaele Fitto potranno essere recuperati. Anzi, proprio a Fitto sarebbe stata offerta nei giorni scorsi dagli alfaniani la poltrona di capogruppo come rappresentante dei "lealisti". L'altra opzione nel caso di resistenze eccessive - ovvero la separazione dei gruppi parlamentari - non è affatto scartata. Enrico Letta continua a considerarla la strada migliore e l'ha spiegato ad Alfano: «Tu saresti più forte, il governo sarebbe più forte, andremmo avanti come treni».

Ma il segretario Pdl resiste. Spera ancora di poter trascinare con sé tutto o quasi tutto il partito. Con l'avallo dello stesso Berlusconi, che ieri sarebbe rimasto molto infastidito per l'intervista di Fitto e lo Tsunami di dichiarazioni anti-Alfano con cui i "lealisti" hanno inondato le agenzie di stampa. «Si dessero tutti una bella calmata», ha detto il Cavaliere a chi gli è più vicino.

A breve dovrebbe anche arrivare una pubblica dichiarazione di Berlusconi contro la proposta di una conta «fratricida» in un Congresso (chiesto da Fitto). Ipotesi, quella di assise congressuali da «vecchio partito delle tessere», che a Berlusconi provoca subito l'orticaria. Il Cavaliere pretende unità e vorrebbe ricrearla intorno ad Alfano. Soprattutto nell'ipotesi che il governo, fatta la legge di stabilità, si ritrovi di nuovo senza benzina e si riapra la possibilità di andare al voto nella primavera del 2014.

Berlusconi non si rassegna infatti a finire «nel museo dove il Pd pensa di avermi già messo» e non ha smesso di pensare a una rivincita elettorale. Sa bene tuttavia di non poter attendere troppo a lungo, essendo il 2015 una prospettiva al momento fuori dal suo orizzonte politico. Così vorrebbe stringere «Angelino» a un accordo di scambio. Un aiuto a prendersi il partito e a defalchizzarlo in cambio della promessa di elezioni prima del semestre europeo.

Eppure la strada della scissione, che a Letta risolverebbe molti problemi, resta ancora una possibilità. Nelle prossime ore, se il chiarimento interno chiesto dal segretario Pdl non dovesse arrivare, ripartirà infatti la pressione per la creazione di gruppi autonomi. O di qua o di là. Il premier e Franceschini stanno lavorando Alfano ai fianchi perché prenda la palla al balzo e si liberi dai vincoli.

 

LORENZIN E QUAGLIARIELLOlorenzin LETTA E ALFANO FESTEGGIANO IN SENATO alfano e letta duo extra Capezzone MANIFESTAZIONE PDL A VIA DEL PLEBISCITO AGOSTO DENIS VERDINI DANIELA SANTANCHE DENIS VERDINI DANIELA SANTANCHE