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CI VOLEVA IL CASO BOCCIA-GENNY PER FAR CADERE IL VELO CHE COPRIVA IL GOVERNO MELONI – ALDO CAZZULLO: “MAI, NEGLI ULTIMI CINQUANT’ANNI, RICORDO UN PERIODO DI CONFORMISMO COME QUELLO CHE SI CHIUDE (FORSE) CON LA VICENDA SANGIULIANO. IN QUESTI ANNI NE ABBIAMO SENTITE DI OGNI. PROFESSORI SEDICENTI LIBERALI, MAGARI CON TRASCORSI MAOISTI, SCOPRIVANO CHE MUSSOLINI ERA IN REALTÀ UN GRANDE STATISTA. FAZZOLARI ERA MEGLIO DI DRAGHI. BEATRICE VENEZI ERA PIÙ BRAVA DI MUTI. IL CONFORMISMO NON AIUTA I GOVERNI, PERCHÉ COMUNICA UN SENSO DI IMPUNITÀ, TI FA PENSARE DI AVERE IL PAESE AI TUOI PIEDI, TI INDUCE A VEDERE NELLE CRITICHE L’OMBRA DELLA MANOVRA E DEL COMPLOTTO...”

Aldo Cazzullo per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

la ducetta e i quadrumviri crespi, sangiuliano, meloni, la russa, santanche

Caro Aldo, come mai non ha ancora scritto del caso Sangiuliano? Che idea se n’è fatto?

Duilio Sfalcin

 

Risposta di Aldo Cazzullo 

Caro Duilio, non mi piace accanirmi sulle persone in difficoltà. Questa storia non sarà stata soltanto dolorosa e ridicola ma anche utile, se chiuderà il biennio del conformismo. Perché il problema non è Sangiuliano, e non è neanche il governo Meloni; siamo noi italiani.

 

Mai, negli ultimi cinquant’anni, ricordo un periodo di conformismo come quello che (forse) si chiude con questa vicenda. Craxi era l’uomo più potente d’Italia, ed era odiatissimo e osteggiatissimo. La Dc aveva il 40%, ma un po’ tutti, non solo Forattini e Il Male, si facevano beffe della Dc.

 

MARIA ROSARIA BOCCIA, GIORGIA MELONI E GENNARO SANGIULIANO - VIGNETTA BY MACONDO

Berlusconi incontrò un’opposizione fortissima: se capi di aziende controllate dallo Stato fossero saliti sul palco della festa di Forza Italia con la maglietta del partito, il giorno dopo ci sarebbero stati girotondi, manifestazioni del popolo viola, esposti alla magistratura.

 

In questi anni ne abbiamo sentite di ogni. Professori sedicenti liberali, magari con trascorsi maoisti, scoprivano che Mussolini era in realtà un grande statista. Non solo. Fazzolari era meglio di Draghi. Beatrice Venezi era più brava di Muti (e se qualche orchestrale esprimeva perplessità veniva sospeso senza retribuzione).

giorgia meloni beatrice venezi

 

A fare una domanda sgradita ci si sentiva rispondere «qui non si parla di politica»; è successo pure a Cernobbio, se inevitabilmente si chiede a Giorgia Meloni del caso Boccia questa richiesta viene zittita da qualcuno che grida «bastaaaa!!!». Se poi alla Scala un signore grida «viva l’Italia antifascista», interviene la Digos.

 

Il conformismo non va confuso con il consenso. La Meloni ha ancora consenso, ha sfiorato il 30% meno di tre mesi fa, Elly Schlein non appare per il momento un’alternativa credibile, la situazione internazionale sembra persino in miglioramento per la presidente del Consiglio, i leader che non la amano sono in difficoltà: Macron dopo aver invocato l’unione sacra contro i lepenisti affida il nuovo governo alla loro benevolenza; Scholz rischia di fare la fine di Sangiuliano.

 

FEZ-ZOLARI - MEME BY DAGOSPIA

[…] Tuttavia il conformismo non aiuta i governi, perché comunica un senso di impunità, ti fa pensare di avere il Paese ai tuoi piedi, ti induce a vedere nelle critiche — legittime e inevitabili in democrazia — l’ombra della manovra e del complotto: «Taci, il nemico ti ascolta». Invece no. Non si tace; si parla di politica; e in democrazia non ci sono nemici, ci sono avversari, e ci sono osservatori liberi di non giudicare una cosa giusta o sbagliata a seconda di chi la dice.

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