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Maurizio Caprara per il "Corriere della Sera - Roma"
Una pecionata. Se qualcuno avesse intenzione di stampare in romanesco un manuale di relazioni internazionali, non potrebbe essere definito che così quanto è stato prodotto dal sindaco Gianni Alemanno nei confronti dell'ambasciatore di Germania a Roma Michael H. Gerdts in occasione della partita di calcio di ieri tra le rispettive nazionali. E grazie al cielo che si trattava di vederla in tv, non di ospitarla. Per uscire dal groviglio di un'operazione malcongegnata, si è inventata la soluzione agonistico-dorotea di ricorrere a due schermi e non uno.
Per il primo tempo Alemanno davanti a uno dell'ambasciata (lo straniero Gerdts si sentiva più a suo agio in casa propria), e per il secondo il maxischermo di piazza del Popolo (senza l'ospite lì il sindaco sarebbe apparso poco preso in considerazione). Un pressapochismo da dilettanti allo sbaraglio ha trasformato quello che doveva essere un gesto cordiale in una estenuante contrattazione. Come se si stesse Bruxelles quando i 27 membri della Ue negoziano per aggiudicarsi i fondi strutturali. Le tappe. Lunedì il sindaco si è dedicato a un discutibile viaggio ad Atene.
Nell'esprimere solidarietà a una Grecia al tracollo - anche giusto, benché distante dalle sue competenze - si è guardato dall'accompagnarla con una deplorazione dei governanti di quello Stato abili a truccare negli anni scorsi i conti pubblici a danno dei greci (e nostro). Sollecitato, martedì Alemanno ha bilanciato la mossa invitando in piazza del Popolo l'ambasciatore di un altro Paese europeo, la Germania, sommariamente indicato da alcuni come l'ostacolo alla salvezza dell'euro a causa del suo rigore sui bilanci. Gesto sportivo. Un pò tardivo, eppure coerente con l'offerta riservata per Inghilterra-Italia all'ambasciatore britannico Christopher Prentice.
Gerdts ha informato che sarebbe arrivato con alcuni tifosi. In un giorno, il rimedio al viaggio ateniese si è liquefatto come una grattachecca su un davanzale assolato. Il Comune ha fatto filtrare che l'ospite non sarebbe più andato in piazza perché non ci sarebbe potuto essere Alemanno, oberato da impegni imprevisti. Poi che Gerdts sarebbe stato assente perché pretendeva uno spazio di sicurezza e divanetti. Ah sì, uno scandalo?
E se avesse voluto con sé persone anziane o invalide? E dove autoblu mettono radici in doppia fila si nega da sedere a un ambasciatore? Pur di non perdere l'ospite, Alemanno negozia di raggiungerlo a casa e portarlo nella piazza. Unica consolazione, in un contenzioso da tempi supplementari non si è ricorsi ai rigori. Ma che pecionata. Che figura per la capitale d'Italia.
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