DAGOREPORT – DONALD TRUMP HA IN CANNA DUE ORDINI ESECUTIVI BOMBASTICI, CHE FIRMERÀ IL GIORNO DOPO…
1- STELE OMBRELLO E SIGARETTA, Ã LA METAFORA DEI TEMPI TRISTI...
Maria Laura Rodotà per il "Corriere della Sera"
Un ciclope ha rovesciato un cono gelato l'altra notte a piazza Venezia, e quando l'hanno visto hanno pensato di usarlo come albero di Natale. No, è un omaggio a Mario Monti, c'è un'agenzia di stampa che lo definisce «sobrio». No, è un simbolo islamico. à un cuneo fiscale. à una versione neoclassica dell'ombrello di Altan.
E' una torta nuziale al risparmio, è un mausoleo di qualcosa; è peggio della statua di Wojtila a Termini; guarda, pure Facebook è in rivolta. S. ha appena scritto «ma che si fumano al Comune?», e in effetti sembra un po' una gigantesca sigaretta illegale spenta nel mezzo dell'aiuola. Ieri mattina al Corriere, redazione privilegiata con affaccio su piazza Venezia, la fantasia galoppava.
Ieri pomeriggio, il Non-Albero aveva fatto il miracolo: una redazione, una cittadinanza, una classe politica litigiosissime erano compatte e concordi: nel bocciare un'installazione natalizia veramente brutta, e neanche natalizia.
Perché intristisce gli appassionati del Natale, non essendo un albero. Deprime i patrioti, lo vedono come un cippo funebre ornato dal tricolore genere «Qui giace l'Italia, 1861-2011», e c'è il rischio che qualcuno lo prenda sul serio. E viene preso sul serio (causa effetto-marmo ed effetto-pendant con l'Altare della Patria) da molti turisti.
Ieri lo fotografavano numerosi; e si teme sia già sulle bacheche online di mezzo mondo come tipico monumento romano, e non è una bella cosa. Ovviamente, già da fine mattinata il Non-Albero non aveva più padri né sostenitori. Probabilmente, è giusto così. E' chiaramente un prodotto dell'inconscio collettivo.
Della generale sensazione che il prossimo non sarà un Natale allegro (secondo l'economista Nouriel Roubini, detto il Dottor Rovina, per gli italiani sarà il peggiore dalla Seconda guerra mondiale). Della scarsa voglia di entusiasmarsi e festeggiare. Della crescente incapacità di sperare, o quanto meno di illudersi, o perlomeno di prendere atto del prossimo Solstizio d'inverno, comprensivo di giornate che cominceranno ad allungarsi.
Il risultato è il Non-Albero, niente rami con festoni e palline colorate, solo un cono tra il bianco e il grigiastro, grande, appuntito, simbolicamente inquietante.
Visto il clamoroso insuccesso, pare verrà tolto e sostituito con un albero vero, «tradizionale» come ha detto il sindaco Alemanno o forse solo normale. Ma il trauma sociale ormai c'è stato; quelli che lo hanno visto, ricordando questo dicembre impegnativo, penseranno a quel Non-Albero così brutto e così maldestramente evocativo di tante cose, forse (e comunque illuminato è bello, e forse anche questa è una metafora, vai a sapere).
2- PIAZZA VENEZIA, SMONTATO IN 24 ORE L'ALBERO DELLA DISCORDIA
Alessandra Paolini per "la Repubblica - Roma"
Doveva essere ecologico, patriottico, un abete che celebrasse degnamente i 150 d'Italia e il Natale. Questo nell'idea originale, ma nei fatti l'albero "spuntato" ieri mattina in piazza Venezia commissionato dal Campidoglio è stato un grattacapo in più per il sindaco, che inevitabilmente ha riportato a galla quel pasticcio della statua di Wojtyla messa davanti alla stazione Termini, molto poco assomigliante al santo Padre e fonte per mesi di una valanga di critiche. Tanto da convincere anche il primo cittadino, alla fine di estenuanti polemiche, ad apportare delle modifiche da parte dello stesso artista-creatore.
Alemanno invece, si è convinto subito. "Mamma quanto è brutto", sembra abbia detto passando di buon mattino davanti all'albero andando al lavoro nel suo studio con affaccio sui Fori. In effetti, quell'abete, che può piacere o no, è tutto meno che un tipico esemplare di conifera.
Sui generis, diciamo: un cono bianco ricoperto da un materiale morbido e sintetico, infiocchettato da una fascia tricolore che la sera dell'8 dicembre avrebbe dovuto illuminarsi totalmente insieme alle luminarie di via del Corso. "E' stato scelto dalla ditta che ha realizzato anche tutto il resto delle decorazioni ma, devo confessare - ha spiegato il sindaco - che anche a me non piace". E da lì l'ordine: "Rimuovetelo, rimpiazzatelo con un altro".
Così ieri sera verso le 21,30 una gru ha provveduto a toglierlo di mezzo. Verrà rimpiazzato con uno vero: in tronco e rami ricoperto da decorazioni verdi, bianche e rosse. "Sarà un abete di diciannove metri che arriverà dalla Toscana", promettono dal Campidoglio.
Ma l'abete che verrà non ha tolto però di mezzo le polemiche. I primi a criticare l'albero sono stati i consiglieri del Pd che lo avevano definito "un mausoleo" e "una vera bruttura".
"Definirlo un albero - ha detto Paolo Masini - è un eufemismo visto che si tratta di un cono rovesciato di materiale sintetico con intorno una banda tricolore con un verde che sembra blu e che perciò lo fa assomigliare più alla bandiera francese che a quella italiana. Speriamo che il Comune si renda conto dello scempio natalizio che ha posizionato nella piazza più importante di Roma". Lo ha piazzato in cima "alla classifica del cattivo gusto", il senatore dell'Idv Stefano Pedica.
Non è una questione di bellezza o bruttezza, invece per Alessandro Onorato, capogruppo dell'Udc in Campidoglio piuttosto "è sconvolgente che il sindaco di Roma non sappia quello che succede nella sua città . Dalla nuova piazza San Silvestro all'orrida a statua di Giovanni Paolo II a Termini, fino al cono di Natale davanti all'Altare della Patria: è inaccettabile che in questi casi di grande valore simbolico il sindaco non si preoccupi di verificare i progetti prima dell'installazione. Alla fine ci è andata anche bene: con questi presupposti invece del cono poteva esserci anche di peggio".
L'albero "rinnegato" da Alemanno per il consigliere provinciale pd Giuseppe Lobefaro "è testimonianza della confusione che alberga in Campidoglio dove ognuno fa come gli pare, senza una regia e un governo autorevole, dove abbondano sprechi, ripensamenti e inutili costi per la collettività ".
Gli unici a rimpiangere il cono di Natale i verdi. Così Angelo Bonelli su Twitter: "Troviamo queste polemiche surreali e sciocche. Se vogliamo dirla tutta, meglio un albero artificiale che un abete di 20 metri tagliato dalle Alpi. Penso che sia anche un segnale importante ai cittadini che il Natale si può festeggiare promuovendo e sostenendo una pratica ecologica, senza estirpare abeti veri, che è meglio lasciare dove sono".
3 - IL CAMPIDOGLIO COMMISSIONA IL LAVORO ALLA LAURA ROSSI INTERNATIONAL
Dall'articolo di Ernesto Menicucci per il "Corriere della Sera - Roma"
Ma la «Lucifesta» come è entrata in contatto col Campidoglio?
«Tramite una persona, che ci ha commissionato il lavoro».
Si tratta di Laura Rossi, imprenditrice, che ha ideato «Roma si mette in luce», progetto che ha come partner Comune, Aeroporti di Roma, Grandi Stazioni e Fondazione Roma, come sponsor Atac, Acea, Zètema, Camera di Commercio, Roma città Natale ed è realizzato in collaborazione con la Confesercenti. Il tema è il 150esimo dell'Unità d'Italia, e dentro al progetto ci sono l'albero di piazza Venezia, le luminarie di via del Corso, di Fiumicino e della stazione Termini. La Rossi è la stessa che - ad aprile - organizzò la mostra fotografica per Wojtyla.
Per «Roma si mette in luce», la «Laura Rossi International» ha avuto un affido diretto da 800 mila euro: 200 mila messi dal Comune, il resto dagli altri soci. L'albero, martedì sera, è stato acceso: e, subito dopo, lo hanno smontato.
4 - L'AZIENDA SI DIFENDE: "IL COMUNE SAPEVA, COSTA 25MILA EURO" - "ADESSO METTEREMO L'INSTALLAZIONE IN UN'ALTRA PARTE DELLA CITTÃ, UN PECCATO"...
Alessandra Paolini per "la Repubblica"
Pronto? La Lucifeste group di Pomigliano d'Arco?
"Sì siamo noi, Alessandro Cardito per l'esattezza, il portavoce dell'azienda".
Volevamo parlare dell'albero di Natale, quello che avete messo in piazza Venezia, di fronte all'altare della Patria.
"Cosa volete dirci? Che è brutto?".
A dirlo è il sindaco Alemanno e anche l'opposizione.
"Sì lo so. E sono amareggiato, dispiaciuto... non pensavo che il nostro abete suscitasse tante critiche. Certo, non è tradizionale ma è originale ed ecologico".
Ma Alemanno ha detto che a lui piacciono gli abeti tradizionali, quelli con le palline colorate.
"Strano che non sapesse come fosse. A settembre abbiamo mandato bozzetti, disegni e persino abbiamo illustrato al suo staff alcuni simulazioni. Mi sembra strano che lui fosse all'oscuro di tutto".
Ed era piaciuto?
"Tantissimo, altrimenti non lo avremmo creato, mica siamo matti".
Però ora si dice che sia un cono di Natale più che un abete.
"Guardi, noi siamo una società certificata, facciamo da anni le luminarie e l'albero per la città di Salerno in gemellaggio con Torino che organizza Luci d'artista. E le assicuro che non abbiamo mai ricevuto critiche anzi".
Per ora i romani lo hanno visto solo di giorno. Com'è di notte illuminato?
"Bellissimo a mio avviso, un cono luminescente con i colori della bandiera d'Italia a decorarlo".
Forse il sindaco avrebbe dovuto vederlo in questo modo.
"Credo di sì, invece ha deciso subito di eliminarlo".
Quanto è costato?
"La commessa per tutte le luminarie del centro, da via Condotti a via Borgognona, comprese quelle che si accenderanno domani in via del Corso, è stata di 800 mila euro. L'abete, è costato intorno ai 25.000".
E ora che si fa? Si butta?
"Sarebbe uno spreco. Mi è arrivata voce che lo piazzeranno in un altro punto della città . Sarebbe davvero un peccato non utilizzarlo".
Vi occuperete voi del " sostituto"?
"Ma non ci pensiamo proprio...".
Laura Rossi ed Eleonora DanieleGIANNI ALEMANNO Stefano PedicaALBERO DI NATALE DI ALEMANNO PIAZZA VENEZIA A ROMAANGELO BONELLI statua wojtyla foto gmt
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