DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA…
“C’È POCO DA FARE: IL VOTO SULLA GIUSTIZIA SI TRASFORMERÀ IN UN REFERENDUM SUL GIORGIA MELONI” – ALESSANDRO DE ANGELIS: “LO SARÀ PER COME LA RIFORMA È STATA PRESENTATA, UNO SCALPO STORICO DELLA MAGISTRATURA. LO SARÀ PER COME È STATA REALIZZATA, COME RIFORMA ‘DEL GOVERNO’, SENZA CONFRONTO IN PARLAMENTO” – “LO SARÀ PERCHÉ L’ACCELERATORE LO HA PREMUTO CONSAPEVOLMENTE GIORGIA MELONI. LA PREMIER AVREBBE POTUTO CONTINUARE A PROSPERARE IN UN TRANQUILLO TRAN TRAN FINO ALLE POLITICHE. HA INVECE SCELTO DI TENERE LE PROVE GENERALI DELLE POLITICHE UN ANNO PRIMA, DANDO COSÌ AGLI AVVERSARI, DIVISI SU TUTTO, L’UNICO BERSAGLIO UNIFICANTE: IL ‘NO’ CHE, IN QUESTO CASO, BASTA PER VINCERE” – “COMPLICATO CHE IN CASO DI SCONFITTA, GIORGIA MELONI POSSA FAR FINTA DI NIENTE…”
Da “Lo spigolo”, la newsletter di Alessandro De Angelis per “La Stampa”
giorgia meloni al seggio elettorale per i referendum - 3
Va di moda, nel centrodestra, spifferare […] che “Giorgia Meloni non commetterà l’errore di Matteo Renzi”. Quello cioè di trasformare il referendum costituzionale […] in un voto politico su di sé. Allora la personalizzazione fu l’errore fatale e bye bye palazzo Chigi.
Lo spiffero, che oggi rivela una preoccupazione, è destinato, vedrete, a diventare una pia illusione in tempi brevi. Ovvero: finite le regionali, quando partirà una campagna referendaria lunga sei mesi. L’illusione è destinata a cadere non solo per ragioni di indole della premier, piuttosto incline a non sottrarsi alla pugna in prima persona, quando il clima si scalda. Ma soprattutto per ragioni squisitamente politiche.
GIORGIA MELONI ESULTA PER L APPROVAZIONE DELLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA
C’è poco da fare: si trasformerà in un referendum sul governo e su Giorgia Meloni per tutta una serie di motivi. Lo sarà per come la riforma è stata presentata: uno “scalpo” storico della magistratura, eretta a nemico da ricondurre nei ranghi per giustificare i pasticci del governo, dai centri in Albania al Ponte sullo Stretto, bocciato dalla Corte dei conti.
Del trumpismo si mutua il racconto di un potere senza vincoli in virtù della propria unzione popolare, del vecchio e nuovo berlusconismo (pure Marina è si è appalesata) il repertorio sulle “toghe rosse”.
Un racconto, appunto […] la cui enfasi conflittuale è sproporzionata rispetto a una riformicchia pasticciata tra Csm sorteggiati e la creazione di una casta di pm che rende le procure ancora più potenti, in una singolare eterogenesi dei fini.
Lo sarà per come la separazione delle carriere è stata realizzata: come riforma “del governo”, senza confronto in Parlamento, portata avanti a tappe forzate. Non ci sono precedenti di riforme costituzionali che, dall’inizio alla fine del percorso, non vengono modificate di una sola virgola.
sondaggio demos sulle riforme costituzionali del governo meloni - luglio 2025
Lo sarà perché l’acceleratore lo ha premuto consapevolmente Giorgia Meloni. Delle tre riforme, pomposamente annunciate per “fare la storia”, una si è rivelata infattibile (l’Autonomia), l’altra troppo rischiosa e dunque congelata (il premierato), la Giustizia è stata ritenuta il terreno più agevole, vista la scarsa popolarità dei giudici nel paese.
E lo sarà, a dispetto di quanto viene detto oggi, per esigenze di mobilitazione elettorale. Per portare la gente alle urne alle Europee Giorgia Meloni si è dovuta candidare capolista (anche lì: fu un voto sul governo e le andò bene), alle regionali ha stampato il suo volto sui manifesti […], difficilmente potrà stare alla finestra in occasione del referendum […] lasciando l’onere comiziante a pensosi costituzionalisti.
RIFORMA DELLA GIUSTIZIA APPROVATA IN SENATO - PROTESTE DEL PD
Insomma, la premier avrebbe potuto continuare a prosperare in un tranquillo tran tran fino alle politiche. […] Ha invece scelto, sostanzialmente, di tenere le prove generali delle politiche un anno prima, dando così agli avversari, divisi su tutto, l’unico bersaglio unificante: il “no” che, in questo caso, basta per vincere.
[…] Certo è che per entrambi gli schieramenti ci sono elementi di rischio. Complicato che, in caso di sconfitta, Giorgia Meloni possa far finta di niente, di fronte alla bocciatura della principale riforma del suo governo.
A maggior ragione se sarà premiata la linea della “difesa della democrazia”, risulterà azzoppata proprio nella sua legittimità politica a governare e dovrà ritrovare un racconto per le politiche. Se invece vincerà rispetto a questo allarme, per le opposizioni è un game over definitivo. Si ritroverebbero a dover fare in un anno ciò che non hanno fatto in quattro, con le leadership già travolte nelle urne.
RIFORMA DELLA GIUSTIZIA APPROVATA IN SENATO - PROTESTE DEL PD
IL POST DI ARIANNA MELONI DOPO L APPROVAZIONE DELLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA
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