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TRUMPECONOMICS DA ASSALTO! FERMI TUTTI: ALL’INDOMANI DELLO STRAPPO DI TRUMP SUL CLIMA, I MERCATI FINANZIARI DANNO RAGIONE AL PRESIDENTE USA, WALL STREET SEGNA IL SECONDO RIALZO CONSECUTIVO. E CALA ANCHE LA DISOCCUPAZIONE
Francesco Semprini per la Stampa
Da una parte i mercati, dall' altra tutto il resto. All' indomani dello strappo di Donald Trump sul clima, il Pianeta rilancia il suo impegno sulla questione ambientale dando vita a una sorta di «alleanza verde» pronta a dare battaglia al presidente Usa e alla sua scelta di sfilarsi dagli accordi di Parigi. Un' onda ecologista che si alza dalle grandi città americane ancora una volta santuari anti-Trump, e si estende alle periferie del Globo. Un tentativo di fare terra bruciata intorno al presidente, il quale però ritrova alleati nei mercati finanziari e occupazionali.
A suonare la carica della protesta è Andrew Cuomo, governatore di New York, con un ordine esecutivo per aderire alla «New United States Climate Alliance», una coalizione che unirà gli Stati determinati a mantenere gli impegni di Parigi. Con lui ci sono i colleghi di California e Washington, i cui Stati rappresentano oltre un quinto del Pil Usa. E ancora Colorado, Massachusetts, Connecticut, e i sindaci di 61 città tra cui New York, che ieri ha colorato il suo «skyline» di verde, Chicago, Los Angeles, Filadelfia, New Orleans, Seattle e Boston. Mentre l' ex primo cittadino della Grande Mela, Michael Bloomberg, ha promesso di donare 15 milioni di dollari per sostenere gli sforzi delle Nazioni Unite contro il cambiamento climatico. «Invito i governi di tutto il mondo a rimanere impegnati nell' attuazione dell' intesa», chiosa il segretario generale Antonio Guterres.
L'«Alleanza verde» attraversa il cuore dell' Europa con la cancelliera tedesca Angela Merkel che tuona: «Trump non riuscirà a fermare tutti quelli tra noi che si sentono obbligati a proteggere il pianeta». «C' è un accordo, quello di Parigi, che va mantenuto, e noi lo manterremo - chiosa il premier Paolo Gentiloni -. Spero che gli Usa possano rivedere la loro posizione». Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker assicura che «Cina e Ue sono allineati per soluzioni comuni», mentre Pechino ribadisce l' impegno a mantener fede al Cop 21.
Obliqua la posizione di Vladimir Putin il quale, pur non volendo giudicare Trump, dice che «poteva evitare di uscire dagli accordi perché si tratta di un' intesa di massima». Accordi però non ratificati da Mosca e che - sottolinea un portavoce del Cremlino - senza gli Usa rischiano di essere inefficaci. Ma poi è lo stesso presidente russo a mostrarsi (opportunamente) possibilista: «C' è ancora tempo per essere costruttivi se lo vogliamo». Quasi a proporsi come mediatore tra Trump e il resto del mondo.
A farsi sentire è l' ex tycoon in persona: «L' America resta impegnata negli sforzi per proteggere l' ambiente». Parole interpretate come una beffa dai top manager che del presidente erano consiglieri, come l' ad di Disney, Bob Iger, il quale per protesta ha abbandonato il suo posto nel consiglio economico della Casa Bianca, così come il collega di Tesla Elon Musk. Il segretario di Stato, Rex Tillerson, voce fuori dal coro della cerchia trumpiana, rilancia spiegando che gli Usa continueranno a ridurre le emissioni serra a prescindere dall' accordo di Parigi. Parole che non fanno breccia nel cuore della Corporate America ferma nella sua protesta.
Mentre però i suoi titoli in Borsa registrano pronunciati rimbalzi: gli investitori sono convinti che senza vincoli (su emissioni e altro) si amplifichino i margini di crescita e profitto, almeno nel breve termine.
donald trump riscaldamento globale
Le Borse insomma brindano alla salute di Trump e Wall Street segna il secondo rialzo consecutivo (dopo i rialzi di Tokyo ed Europa) spinta da un altro mercato col vento in poppa per la Trumpeconomics. Quello del lavoro che a maggio ha registrato un calo del tasso di disoccupazione al 4,3%, il livello più basso degli ultimi 16 anni, nonostante i nuovi posti creati siano stati al di sotto delle attese. Numeri dinanzi ai quali l' altra America, quella della Rust Belt e delle miniere di carbone, quella della maggioranza silenziosa che ha votato per Trump, pur senza fare tanto rumore, è pronta a fare quadrato attorno al suo presidente.
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