EBOLA, LA NOSTRA PESTE - L’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ PREVEDE 10 MILA CASI ALLA SETTIMANA NEI PROSSIMI DUE MESI, SE GLI INTERVENTI PER BLOCCARE L’INFEZIONE NON SARANNO VELOCI - IL TASSO DI MORTALITÀ ORMAI E’ AL 70% DEI PAZIENTI

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Paolo Mastrolilli per “La Stampa

 

ebola virusebola virus

Thomas Frieden, il capo dei Centers for Disease Control di Atlanta, era stato troppo ottimista quando si era detto sicuro che «l’epidemia sarà fermata». In Africa, l’Organizzazione mondiale della Sanità prevede 10.000 casi alla settimana nei prossimi due mesi, se gli interventi per bloccare l’infezione non saranno più veloci ed efficaci, con un tasso di mortalità che è salito al 70% dei pazienti.

 

In America i Cdc stanno rivoluzionando l’approccio all’Ebola, perché il contagio a Dallas dell’infermiera Nina Pham ha dimostrato che quanto è stato fatto finora non basta, e l’epidemia ora minaccia di allargarsi: 76 medici e infermieri sono sotto osservazione nel suo ospedale. Le autorità Usa hanno iniziato ieri anche i test su un vaccino prodotto in Canada, somministrato a 38 volontari. I risultati sono attesi a breve. 

malato di ebolamalato di ebola


L’allarme dell’Oms è arrivato durante un briefing tenuto ieri a Ginevra dall’assistente direttore Bruce Aylward. Al momento i morti ufficiali sono 4.447 e i contagiati 8.914, ma i numeri reali sono più alti perché i famigliari delle vittime tendono a nascondere le cause del decesso. Se gli interventi per bloccare l’epidemia non saranno più veloci ed efficaci, i contagi saliranno a 10.000 alla settimana.


L’allarme dell’Oms si accompagna a quello dei Cdc, dove Frieden ha annunciato la revisione di tutti i protocolli usati finora, creando una divisione apposita per gestire l’emergenza a livello nazionale, che può raggiungere nel giro di poche ore qualunque luogo nel Paese. Una squadra è stata già inviata a Dallas per verificare come il personale sanitario utilizza, indossa e toglie le protezioni.

 

trasporto di malato di ebolatrasporto di malato di ebola

Questo addestramento è stato allargato ai medici e agli infermieri in tutto il Paese, rivedendo anche i materiali usati per evitare il contagio. Le persone che curano i malati saranno anche disinfettate con il cloro, una volta uscite dalle stanze dove entrano in contatto con i contagiati, prima di togliersi gli indumenti. Al momento negli Usa esistono solo quattro ospedali specializzati nel trattamento di queste malattie infettive: Emory, i National Institutes of Health di Bethesda, il Nebraska Medical Center di Omaha, e il St. Patrick Hospital di Missoula, in Montana.

 

L’idea è quella di attrezzare un ospedale specializzato in ogni Stato dove portare tutti i pazienti. Queste iniziative però non stanno placando le polemiche politiche, e diversi repubblicani chiedono le dimissioni di Frieden.

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Sentendo le proporzioni della minaccia anche il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, ha deciso di dare il suo aiuto, donando 25 milioni di dollari ai Cdc per combattere l’Ebola. «Dobbiamo evitare - ha detto - che questa epidemia prenda le proporzioni di altre tragedie del passato, come l’Aids e la poliomielite».