ALLE ACCUSE DI LELE MORA, EMILIO FEDE NON CI STA. E RILANCIA: “SPERO CHE LE RAGAZZE GESTITE UN TEMPO DA LELE MORA E CHE NON SONO COINVOLTE NEI PROCESSI INIZINO A PARLARE. A PARTIRE DA SARA TOMMASI. RAGAZZA CHE SA DI TUTTO E DI PIÙ. E CHE PER QUESTA RAGIONE È STATA DISTRUTTA E ROVINATA”

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Alberto Dandolo per Dagospia

Emilio Fede non ci sta. E reagisce con veemenza alle dichiarazioni di Lele Mora rilasciate ieri sera a Formigli in cui affermava di aver dato al direttore 1 milione e mezzo di euro per risarcirlo come mediatore di un prestito chiesto a Berlusconi.

Intanto Fede rilascia alle agenzie questa dichiarazione: "La risposta a queste sue affermazioni spero di poterla dare al processo d'appello avendo chiesto per rogatoria i suoi movimenti finanziari in una agenzia di banca a Lugano dove era cliente da anni". Spero anche - aggiunge Fede - che la corte - fra le ragazze che Lele Mora gestiva - decida di ascoltare anche Sara Tommasi perche' dica come e da chi e' stata ridotta in condizioni disperate".

Raggiunto da Dagospia Emilio Fede dice: "Siamo alla farsa. Lele Mora prima ha dichiarato che mi avrebbe dato 400 mila euro, poi sono diventati 600 mila, poi 800 mila, poi 1 milione e ieri sera 1 milione e mezzo". "E questi soldi ritiene di avermeli dati perché io lo avrei agevolato ad avere un prestito da Berlusconi. Ridicolo! Lo stesso Berlusconi ha più volte dichiarato che se Lele avesse avuto bisogno di lui lo avrebbe chiamato direttamente. Non aveva certo bisogno della mia mediazione".

E continua: "Io non avevo certo bisogno dei soldi di Lele Mora!. Ho persino rifiutato un risarcimento di 500 mila euro dall'avv. Di Noia per i pugni presi da Pippo Giuliani (suo assistito) qualche tempo fa alla Risacca di Via Marconi a Milano in relazione all'affaire Ilenia (ex di Giuliani) e Bettarini. Ho accettato un risarcimento del tribunale di 1.300 euro!"

E aggiunge: "io spero attraverso una rogatoria internazionale di poter dimostrare tutti i movimenti finanziari del Mora nell'agenzia della Banca di Lugano di cui era cliente. In questo modo si dimostrerà che da lui non ho preso un centesimo".

Poi gli chiediamo della famosa valigetta: "Dimostrerò presto chi sono i mandanti. Io so tutto. Ma sto raccogliendo prove schiaccianti. Ho capito che l'intento di Mora è congelarmi dalla sfera pubblica. Ma ci pensate che la storia della valigetta con 2,5 milioni di euro che io avrei portato in Svizzera è partita da una lettera anonima? Mi domando chi l'abbia scritta!".

E conclude: "Spero fermamente che le ragazze gestite un tempo da Lele Mora e che non sono coinvolte nei processi inizino a parlare. A partire da Sara Tommasi. Ragazza che sa di tutto e di più. E che per questa ragione è stata distrutta e rovinata".

 

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