UN PEDOFILO ALLA CAMERA! - UN ALTO FUNZIONARIO DI MONTECITORIO COINVOLTO NELL’INCHIESTA SULLA PEDOPORNOGRAFIA - SOSPESO DAL SERVIZIO, GLI E’ STATO SEQUESTRATO IL PC - PERQUISITI APPARTAMENTO E UFFICIO A PALAZZO SAN MACUTO - CHE BELL’AMBIENTINO IL PARLAMENTO: LO SCORSO 25 SETTEMBRE IL DIRETTORE DELL’UFFICIO POSTALE DEL SENATO FU ARRESTATO PER DROGA…

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Gerardo Viola per L'Espresso.it

La pedopornografia sbarca a Montecitorio non come oggetto di una interrogazione parlamentare o di un progetto di legge volto a combattere questa brutta piaga, ma per iniziativa della magistratura.

C'è infatti un importante funzionario della Camera dei deputati, a capo di uno dei servizi più delicati, tra gli indagati di una scottante inchiesta che ha portato all'arresto di una decina di persone, alla scoperta di un gruppo di insospettabili che divulgava materiale pedopornografico ed al sequestro di oltre 5 milioni di file di immagini e video di grande crudezza.

L'uomo è stato sospeso cautelativamente dall'amministrazione di Montecitorio dopo che lo scorso 5 novembre la polizia postale si è presentata presso la sua abitazione romana, dove ha effettuato una perquisizione che ha fruttato il ritrovamento di una notevole quantità di materiale pedopornografico, e presso il suo ufficio di Palazzo San Macuto, la sede della Camera che si trova a due passi dal Pantheon, dove gli agenti hanno sequestrato il suo personal computer.

L'operazione è avvenuta con la collaborazione dei commessi di Montecitorio che, avvertiti della perquisizione in corso, hanno avuto l'ordine di bloccare il funzionario all'ingresso del palazzo per non farlo salire mentre erano in corso le verifiche. Non è la prima volta che il Parlamento deve aprire le porte agli inquirenti.

Solo per ricordare gli episodi di cronaca più importanti degli ultimi anni, lo scorso 25 settembre al Senato venne arrestato con l'accusa di traffico di droga il direttore dell'ufficio postale, mentre nel 2010 il presidente della Camera Gianfranco Fini provvide a sospendere diversi dipendenti indagati per l'uso irregolare di tesserini per la rilevazione della presenza sul posto di lavoro.

Questa volta però l'ipotesi di reato crea decisamente più imbarazzo, tant'è che a Montecitorio, ambiente nel quale solitamente è molto difficile mantenere segreta anche la voce più insignificante, nessuno di quelli che sanno ne ha finora parlato.

 

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