
DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA…
GDeF per "il Giornale"
Un cda abbastanza veloce per prendere atto dei cambiamenti al vertice. I consiglieri di Rcs ieri si sono riuniti per formalizzare le dimissioni del direttore generale e cfo Riccardo Stilli (che rimarrà fino al 28 febbraio) e del direttore risorse umane Monica Possa.
Quest'ultima sarà avvicendata da Maurizio Mongardi, ex Wind che avrà il compito di confrontarsi con la riduzione della forza lavoro che il nuovo piano dell'ad Pietro Scott Jovane. Il successore di Stilli sarà Riccardo Taranto che entrerà in azienda dopo aver dopo aver risolto il suo legame con Prelios.
La «rivoluzione» di Scott Jovane (iniziata insediando l'ad di Rcs Libri Bompieri a capo dei Quotidiani) sta comunque creando qualche turbolenza. Non a caso il comunicato ufficiale diramato per annunciare le nomine precisa che il piano «si prevede verrà presentato il 19 dicembre» e che «allo stato non vi sono decisioni conclusive assunte». Insomma, su richiesta della Consob - interessata a far chiarezza sull'andamento del titolo che negli ultimi 8 giorni ha guadagnato il 23% - Rcs ha dovuto ribadire che non c'è nessuna certezza.
Perché tutta questa sollecitudine? In primo luogo, non tutto sta filando liscio: i consiglieri non avrebbero gradito il decisionismo di Scott Jovane e dopo la preview di poche cartelle del piano di tagli (500 dipendenti in uscita) e di chiusure dei settimanali avrebbero in pratica «imposto» la riunione illustrativa di domenica scorsa. In secondo luogo, l'aumento di capitale assume sempre più i connotati di uno spartiacque.
L'entità minima,come noto,è già fissata: 400 milioni di euro per ripianare le perdite 2012. Altro denaro (fino a 400 milioni) servirebbe per implementare il rilancio dell'online e per trattare i vari esuberi. Nel patto di sindacato alcuni soci sperano di limitare l'esborso, fuori dal patto Giuseppe Rotelli e Diego Della Valle sono liquidi, Anzi, Mr Tod's avrebbe addirittura l'idea di fare di Rcs una sorta di NewsCorp in stile Murdoch.
Per evitare eventuali diluizioni sgradite al «nocciolo duro» dei soci (Mediobanca, Fiat, Intesa, Pirelli) si era ventilata l'ipotesi di un ingresso di Investindustrial. Ma il fondo che fa capo ad Andrea Bonomi (che tra l'altro è consigliere indipendente di Rcs) ha smentito: non è interessato a investimenti in minoranze. Eccezion fatta per Camfin dove le prospettive di medio termine sono comunque buone.
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