DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO…
proteste anti trump pro mueller
Maria Giovanna Maglie per Dagospia
“Sono stati molto brillanti nel decidere di rispondere per iscritto alle domande del procuratore speciale. Rudy Giuliani e’ uno dei migliori avvocati in circolazione dagli anni 70. Ho un rispetto enorme per lui. Ha consigliato al presidente la cosa giusta. Ma sia chiaro che non c'è ostruzione alla giustizia perché i poteri che la Costituzione assegna al presidente sono tali che ostruzione non ne può fare, e se licenzia il capo dell'FBI esercita i suoi poteri, niente di più. E perché anche la collusione, che oltretutto non è un crimine, non è una cosa che si possa provare”.
“Cosa volete rimproverare a Trump se non si ricorda che, in piena campagna elettorale, con tutto il gigantesco lavorio di una campagna, qualcuno del suo staff ha incontrato un avvocato russo! È ora di farla finita di usare la minaccia della giustizia per risolvere questioni politiche. Che riguardi una parte o che riguardi l'altro, che sia per Trump, che sia per Hillary Clinton, basta con questa guerra, basta con il tentativo di “weaponize” (far diventare armi) tutti gli argomenti “. Ehi, sembra l'Italia!
Alan Dershowitz, guru degli avvocati costituzionalisti americani, un ebreo liberal che ha votato per Hillary Clinton ed è stato un fedele Democratico tutta la vita, ma che ora a Martha's Vineyard non ci può mettere più piede perché viene considerato un traditore, soprattutto dopo aver scritto un libro che si chiama “Le ragioni contro l'impeachment di Donald Trump”, negli studi di Fox News non ha il minimo dubbio ancora una volta. L'inchiesta di Robert Mueller è al capolinea perché le accuse sulle quali si basa l'intera indagine del cosiddetto Russia Gate non sono fondate.
L'appello di Dershowitz cadrà nel vuoto perché il clima politico americano è avvelenato, e non solo per colpa di Donald Trump, e si scrivono fiumi di articoli sui cappottini che Melania Trump da Dior può certamente comprarsi senza bisogno di rubare i soldi dello Stato; o si finge impunemente che l'errore grave commesso da Ivanka Trump nei primi mesi da consigliere del padre nell’utilizzare la sua mail privata sia paragonabile al pasticcio combinato da Hillary Clinton quando era segretario di Stato, che prima utilizzò per mail destinate al server riservato del Dipartimento di Stato un suo indirizzo, poi fece sparire il tutto cercando di occultare e in parte riuscendo ad occultare alcune lettere evidentemente scottanti su alcune verità ancora più scottanti, come la strage di Bengasi.
rudy giuliani in drag seduce trump
Nel rispetto del clima generale di scontro al calor bianco, Donald Trump twitta:” Ho risposto personalmente facilmente a domande a cui non avrei dovuto rispondere e vediamo se è finita questa caccia alle streghe”.
È finita, o sta per finire, se risponde al vero che nessuna prova in questa lunghissimo anno e mezzo è stata trovata a sostenere una proposta di impeachment per il presidente?
Sentiamo che dice Rudy Giuliani, avvocato di Trump con lo stesso stile con cui ha fatto tutto nella vita, dal Procuratore di Manhattan al sindaco, da duro e da combattente, attirando su di sé grande ammirazione e terribile odio.
“ E’ stata la nostra posizione fin dall'inizio quella di credere che molte delle cose che sono state chieste sollevano seri problemi costituzionali e sono oltre i limiti di un'inchiesta legittima. Questa posizione rimane immutata. Ciononostante il presidente ha fornito una cooperazione senza precedenti. Al procuratore speciale sono stati garantiti più di 30 testimoni, 1milione 400mila pagine di materiale, ed ora anche le risposte scritte del presidente alle domande. È arrivato il momento di portare questa indagine a conclusione”.
Che domande erano? Ufficialmente segrete, in realtà essendo l'ufficio del procuratore speciale un vero colabrodo, già all'inizio del 2018 alcune domande erano uscite sui giornali, sollevando le proteste indignate e ripetute nei giorni scorsi dello stesso Trump, interrogazioni al Congresso e proteste dei repubblicani con Mueller.
Una riguarda Paul Manafort e i suoi rapporti con Mosca. Manafort è stato responsabile della campagna per tre mesi in tutto nel 2016 e nel frattempo è stato condannato per frode di evasione fiscale, accuse che non c'entrano niente con Trump e il suo lavoro per Trump.
Un'altra domanda riguarda naturalmente le ragioni del licenziamento dell'ex direttore dell'Fbi, James Comey, avvenuto un anno fa, e una terza la reazione del presidente alla decisione di Jeff Sessions, da poco nominato Attorney General, di ricusare se stesso da quell’inchiesta; infine il capitolo che riguarda Michael Flynn, l'ex generale nominato consigliere per la sicurezza nazionale all'inizio della presidenza, subito allontanato per aver mentito su un incontro con l'allora ambasciatore russo a Washington, di recente praticamente scagionato dalle accuse. Di fatto, si è comportato solo da fesso e l'ha pagata carissima.
Inutile si è rivelato protestare per i continui leaks, le fughe di notizie, che provengono dallo staff del procuratore speciale, e sembrano una vera e propria tattica. Si è saputo dai giornali di Manafort, e di Flynn. Filo diretto con il New York Times.
Altre domande a Trump dal Procuratore riguardavano eventuali discussioni del presidente su incontri con Putin e sui tentativi del genero Jared Kushner di creare un canale parallelo privilegiato con Mosca nel periodo di transizione tra l'elezione e l'effettivo arrivo a Washington.
È finita con la risposta di Trump al procuratore speciale? Il presidente lascia intendere tanto nell’ intervista a Fox News Sunday che nei mitici Tweet che questa è stata l'ultima dichiarazione di disponibilità.
Il che suggerisce l'ipotesi estrema, che Alan Dershowitz sconsiglia caldamente a Trump ma che da costituzionalista e professore di Harvard spiega fino a restare senza fiato che il presidente degli Stati Uniti ha il potere e la facoltà di decidere: licenziare Robert Mueller, il procuratore speciale, e chiudere d'imperio l’inchiesta del Russia Gate.
Vedremo, intanto tregua del Thanksgiving, per qualche ora la vittima predestinata è il tacchino.
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