DAGOSPIA, 25 ANNI A FIL DI RETE - “UNA MATTINA DEL 22 MAGGIO 2000, ALL’ALBA DEL NUOVO SECOLO, SI È…
NELLA CORTINA FUMOGENA SUL PRESUNTO ATTACCO UCRAINO A UNA DELLE RESIDENZE DI PUTIN, IN RUSSIA, IL DETTAGLIO PIÙ INQUIETANTE È IL SILENZIO AMERICANO – KIEV NON PUÒ AVER COLPITO SENZA UN SUPPORTO (E UN VIA LIBERA) AMERICANO: QUINDI LA CASA BIANCA NON PUÒ NON SAPERE SE SI TRATTA DI UN FALSO – TUTTO QUELLO CHE NON TORNA SULL’ATTACCO: MOSCA NON HA FORNITO ALCUNA PROVA (NÉ VIDEO O FOTO). CERTO, PER ZELENSKY, LA VILLA SAREBBE UN OBIETTIVO LEGITTIMO, E GLI UCRAINI HANNO GIÀ COLPITO CON OPERAZIONI ARDITE IN RUSSIA. MA CHE SENSO AVREBBE UN RAID DEL GENERE, IN UNO DEI LUOGHI PIÙ CONTROLLATI DEL PAESE, IN UN MOMENTO CHIAVE DELLE TRATTATIVE?
DRONI SULLA VILLA DI PUTIN: COSA È SUCCESSO DAVVERO (E PERCHÉ TRUMP CREDE ALLA VERSIONE DEL CREMLINO)
Estratto dell'articolo di Marta Serafini per il “Corriere della Sera”
VOLODYMYR ZELENSKY - DRONI DA GUERRA
Ieri, dopo il vertice di Mar-a-Lago tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky, il Cremlino ha accusato gli ucraini di aver tentato di colpire una delle residenze di Vladimir Putin con droni.
Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha dichiarato che le difese aeree russe hanno abbattuto 91 droni e ha definito l’attacco un atto di «terrorismo di Stato». Zelensky ha negato ogni coinvolgimento e, a sua volta, ha respinto al mittente le accuse tacciando Lavrov di diffondere «tipiche bugie russe» […]
[…] L’unica risposta è il fact-checking, ossia controllare punto per punto le informazioni a disposizione.
volodymyr zelensky donald trump conferenza stampa a mar a lago foto lapresse
1 Il Cremlino ha fornito prove a sostegno delle sue affermazioni?
No. E ieri il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, ha fatto sapere che non ne sarebbe stata presentata nessuna. «Non vedo perché dovremmo farlo dato che il sistema di difesa anti aerea ha funzionato», avrebbe detto Peskov ai giornalisti in una telefonata.
2 Cosa è successo allora?
È difficile dirlo con certezza. Dal 2022 a oggi l’Ucraina ha condotto attacchi in territorio russo contro target militari e infrastrutturali. Tra i più spettacolari, l’Operazione Spiderweb, in cui droni mimetizzati lanciati da camion hanno distrutto numerosi bombardieri strategici del Cremlino nelle regioni più remote del Paese.
Certamente, la residenza di Putin sarebbe per Kiev un bersaglio legittimo e allettante, tanto più che anche Mosca avrebbe provato più volte ad uccidere Zelensky. Tuttavia, prendere questa decisione proprio in un momento chiave delle trattative con Trump, dal punto di vista di Kiev non avrebbe molto senso.
Secondo Zelensky, il falso attacco sulla villa è un pretesto per Mosca con cui giustificare nuovi raid su edifici governativi a Kiev (cosa per altro già avvenuta) […]. Ma non è chiaro perché mai Mosca debba trovare una scusa per fare qualcosa che ha già fatto in passato.
3 Qual è lo scenario più probabile?
vladimir putin con la mimetica alla vigilia del vertice trump-zelensky
Putin, consapevole della teoria secondo cui Trump sarebbe spesso influenzato dall’ultima persona con cui ha parlato, preoccupato dalla visita di persona di Zelensky a Mar-a-Lago e di ciò che il presidente di Kiev potrebbe ottenere, accusando gli ucraini di escalation, sia pubblicamente che al telefono con Trump, spera di evitare decisioni troppo favorevoli alla controparte.
4 Trump ha davvero creduto a Mosca?
Quando un giornalista ha suggerito che la accuse di Mosca potessero essere inventate, Trump è sembrato prendere in considerazione per la prima volta questa opzione. «Stai dicendo che forse l’attacco non è avvenuto? Anche questo è possibile, immagino. Ma il presidente Putin mi ha detto questa mattina che è così» ha risposto. Trump ha sicuramente a disposizione servizi segreti in grado di fornirgli un’analisi decente e attendibile sul fatto. Ma il capo della Casa Bianca spesso ignora le conclusioni delle sue stesse agenzie di intelligence.
[…]
NEL VERTICE D'EMERGENZA DEI LEADER I TIMORI SUI SILENZI DELLA CASA BIANCA
Estratto dell’articolo di Claudio Tito per “la Repubblica”
L'Ucraina non è in grado di inviare novantuno droni in Russia senza avvertire gli Usa. Nel vertice di emergenza convocato ieri mattina in videoconferenza tra i principali leader europei due punti essenziali figuravano all'ordine del giorno: confermare il sostegno a Zelensky e analizzare le conseguenze e soprattutto i mandanti di quello che il Cremlino denuncia come un attentato contro la dacia del loro presidente.
volodymyr zelensky friedrich merz 3 foto lapresse
E una delle considerazioni svolte durante il summit mattutino è proprio questa: senza gli States è impossibile far volare così tanti droni nel cuore della Russia e nei pressi di una delle case dello "Zar".
Lo scambio di accuse reciproco tra Mosca e Kiev sul presunto tentativo di colpire una delle residenze di Putin, dunque, ha suscitato tanti dubbi. In particolare evidenziati da alcuni report dei servizi tedesco e del Regno Unito.
Nella telefonata cui hanno preso parte il tedesco Merz, il francese Macron, il britannico Starmer, l'italiana Meloni, il polacco Tusk e la presidente della Commissione Ue von der Leyen, sono stati quindi esaminati gli obiettivi di una probabile azione di disinformazione.
Del resto in questo i russi sono diventati i migliori e in modo specifico colpiscono l'Europa. Il punto più discusso è allora quasi lapalissiano: se l'esercito ucraino avesse organizzato questa operazione, non avrebbe potuto comunque avere successo senza l'appoggio logistico e di intelligence degli Stati Uniti.
Quindi la Casa Bianca non può non sapere se si tratta di un falso o se sia la verità. E se da Oltreoceano non arriva una certificazione di questo tipo – si chiedono diverse Cancellerie del Vecchio Continente – quale può essere il motivo? «[…]
drone esplode vicino al cremlino 3
Basterebbe una delucidazione da parte Usa per mettere fine al gioco dei rimproveri reciproci. Anche perché - nelle analisi svolte dai leader del Vecchio Continente - il silenzio di Washington può diventare in primo luogo un favore a Putin. Non tanto per far saltare il negoziato di pace che pure potrebbe essere l'effetto di questo "tentativo" ucraino di colpire l'inquilino del Cremlino, quanto per spostare l'asse dell'accordo verso Mosca. Mettere in difficoltà Zelensky permetterebbe di concedere condizioni più benevole per la Russia. In relazione ai territori e non solo.
Una possibilità che sta allarmando non poco i partner europei. Che infatti hanno riconvocato per i prossimi 3 (a Kiev a livello di sherpa) e 6 gennaio ( a Parigi con i leader) due nuove riunioni dei cosiddetti "Volenterosi".
[…]
Nelle analisi dei servizi non si escludono altri due possibili schemi, considerati però improbabili se non impossibili. Il primo è che Mosca stia nascondendo in questo modo una battaglia "intestina".
Un braccio di ferro nella nomenclatura per incrinare il potere putiniano. L'altra che una parte dell'esercito ucraino stia sabotando il possibile accordo di pace. Anche per questa eventualità, comunque, ci sarebbe stato bisogno di una qualche forma di collaborazione americana. Appunto poco verosimile. […]
volodymyr zelensky donald trump conferenza stampa a mar a lago foto lapresse
vladimir putin e donald trump - meme by 50 sfumature di cattiveria
drone esplode vicino al cremlino 4
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