DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Antonio Signorini per Il Giornale.it
Anche Angela Merkel a volte cede alle sirene del populismo e si concede ragionamenti su temi economici dal sapore elettorale. La cancelliera tedesca è alle prese con una campagna difficilissima, con il candidato socialdemocratico Martin Schulz avanti di 11 punti percentuali.
Forse per riprendere quota, ieri ha risposto indirettamente a tutti i membri dell'amministrazione di Donald Trump che hanno accusato la Germania di essere avvantaggiata dalla debolezza dell'euro. Giorni fa, Peter Navarro, nominato da Trump a capo del Consiglio nazionale per il commercio, aveva detto che la Germania usa l'euro «esageratamente sottovalutato» per «approfittarsi» degli Stati uniti e degli altri Stati europei.
Accusa difficile da smontare. La moneta unica è il risultato di una media di zone profondamente diverse, tutte più deboli della Germania. La bilancia commerciale di Berlino è perennemente in attivo ed è migliorata notevolmente in questi anni di crisi. È di dieci giorni fa la notizia che nel 2016 ha raggiunto un attivo di 253 miliardi. Ennesimo record, raggiunto nonostante dalla Commissione europea arrivi regolarmente la raccomandazione a limitarlo.
Ieri, parlando alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, Merkel ha ammesso che «in questo momento abbiamo ovviamente un problema con il valore dell'euro». Cioè un cambio troppo basso. Ma più che l'incentivo alle esportazioni, Merkel mette in rilievo come i tassi bassi danneggino i risparmiatori tedeschi.
«La Bce - ha spiegato - ha una politica monetaria che non risponde alle esigenze alla Germania, anzi è fatta su misura per Paesi come Portogallo, Slovenia o Slovacchia. Se avessimo ancora il marco - ha concluso - avrebbe sicuramente un valore ben diverso da quello che ha l'euro in questo momento».
Una constatazione che la cancelliera fa premettendo che la Banca centrale europea è autonoma, ma che suona molto come una critica a Mario Draghi.
La conferenza è stata l'occasione per un confronto tra la stessa Merkel e il vicepresidente Usa Mike Pence, sempre a proposito della competitività acquisita dalla Germania grazie all'euro. Pence ha criticato il surplus commerciale della Germania e ha osservato come nella Quinta strada di New York tutti abbiano una Mercedes e non una automobile statunitense. «Ci sono più iPhone in questa sala di Mercedes sulla Quinta Avenue», ha replicato Merkel.
Clima per nulla disteso tra Europa e Stati uniti. Ma su alcuni temi di politica internazionale Pence ha voluto rassicurare il Vecchio continente. Sulla Nato, ad esempio, ha detto che «il sostegno degli Usa è incrollabile». Nessun ridimensionamento dell'Alleanza atlantica, quindi.
Il vicepresidente americano ha assicurato che gli Usa saranno «a fianco dell'Europa oggi e per sempre». Ma Pence ha anche spronato gli alleati europei a «fare di più» e a rispettare gli impegni finanziari in modo da non erodere le fondamenta dell'Alleanza Atlantica. Un invito al quale Merkel ha risposto subito assicurando il sostegno della Germania.
Pence ha assicurato che gli Usa sono ancora i migliori alleati dell'Europa. Ma nel suo discorso non ha mai nominato l'Unione europea. Segno che Trump privilegerà i rapporti bilaterali, senza passare per l'intermediazione delle istituzioni internazionali. Su questo gli interessi europei e Usa sono ancora distanti. Ma le scelte degli Usa non potranno che influenzare l'Europa.
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