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Divisi a Milano e Roma. A sinistra avanza l' incubo dell' effetto Liguria, dove il centrodestra unito ha prevalso alle Regionali sui due candidati avversari. A Milano, Pippo Civati sta lavorando insieme a Rifondazione comunista per raccogliere i delusi di Sel e sinistra Pd dopo la vittoria di Beppe Sala alle primarie: «L' esperienza di Giuliano Pisapia è finita» conferma l' ex parlamentare Pd, «stiamo lavorando a un progetto politico nuovo, non sarò io il candidato ma ora ci siederemo attorno a un tavolo e entro fine febbraio troveremo il candidato».
Non sarà nemmeno il decano della sinistra milanese Basilio Rizzo («Gli spazi politici non restano vuoti, se il nostro progetto va in porto guadagnerà tanti consensi» dice); si cerca piuttosto un profilo della società civile come la giornalista Marina Terragni o Cecilia Strada. Ancora da decifrare il destino di Sel, che con la vittoria di Sala considera finita la stagione arancione ma valuterà che fare nelle prossime settimane. «Vedremo» dice il capogruppo milanese Mirko Mazzali, «di certo questo centrosinistra è nato prima di Sala e noi ci siamo da prima di lui».
A Roma, chi può mettere i bastoni tra le ruote al Pd è l' ex sindaco di Roma Ignazio Marino, che è riuscito nell' impresa di trasformare il suo karma (politico) tramutando una indubbia sconfitta, la sua defenestrazione dal Campidoglio il 30 ottobre 2015, in una rinascita che sta facendo rumore.
E che certo non piace a molti, anzi quasi a nessuno. A partire da Palazzo Chigi, principale bersaglio della campagna elettorale del Marziano.
Anche se lui non ha ancora sciolto la riserva, il suo movimento «Parte Civile» - nato come spontanea associazione sui social network - è pronto a diventare lista civica.
ignazio marino fontana di trevi
Accreditata dai sondaggisti tra il 5 e il 10% a seconda delle future alleanze. Un tesoretto di consensi non in grado di portare il sindaco ciclista alla scalata di Palazzo Senatorio, ma capace di diventare l' ago della bilancia nell' ipotesi di un ballottaggio tra Pd (accreditato al 26-28%) e Movimento Cinque Stelle (al 25%) , visto che pescherebbe voti in uscita soprattutto tra gli elettori democratici disillusi.
A cui Marino si è rivolto domenica scorsa, davanti a più di un centinaio di cittadini venuti ad assistere (e tesserati) al primo forum dell' associazione. Seduto in prima fila, accanto al Marziano, il candidato sindaco Stefano Fassina.
«Credo che si possa iniziare a costruire una forza civica che possa esprimere una candidatura per il sindaco alle prossime elezioni» ha scandito Marino, interrotto da standing ovation «i partiti che vogliono sostenere questo movimento devono rinunciare ai loro simboli e unirsi a questa forza civica».
E mentre ieri il leader di Sinistra Italia si è detto interessato al ticket con Marino e a «primarie fuori dal circuito del Pd», un altro pezzo di Sel, con il segretario romano Paolo Cento, suggerisce di «costruire una proposta largamente unitaria», allargata a Civati e ai movimenti civici.
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