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Paolo Conti per il "Corriere della Sera"
Nascono gli «Indignati» della cultura. Crescono ora dopo ora le adesioni all'appello pubblicato online dal quotidiano la Nuova Venezia (Finegil editoriale, gruppo Espresso) e indirizzato al ministro per i Beni culturali Giancarlo Galan perché riveda la sua decisione di designare come nuovo presidente della Biennale di Venezia Giulio Malgara (fondatore e tuttora presidente dell'Auditel) e invece confermi l'uscente Paolo Baratta. Ieri sera le firme avevano già toccato quota 1.300 abbondanti, risultato sorprendente per una sottoscrizione legata al vertice di un'istituzione culturale.
Molti i nomi illustri della cultura: lo scrittore Alberto Arbasino, il poeta Andrea Zanzotto, il regista Marco Tullio Giordana. E poi gli storici dell'arte Salvatore Settis, Cesare De Seta, Andrea Emiliani e Antonio Pinelli, il sociologo Luigi Manconi, l'ex direttore della Mostra del Cinema Felice Laudadio, la grande coreografa Carolyn Carson, gli urbanisti Vezio De Lucia ed Edoardo Salzano, i giornalisti Corrado Stajano, Vittorio Emiliani, Vittorio Roidi, Toni Jop, Giuseppe Giulietti di Articolo 21, la fondatrice di «Italia nostra» Desideria Pasolini dall'Onda, il rettore dell'Iuav Amerigo Restucci, il consigliere Rai Giorgio Van Straten, il presidente dell'Istituto Veneto di Scienze Gian Antonio Danieli, il rettore dell'Ateneo Veneto Michele Gottardi, seguiti da un'infinità di «gente comune».
Ed ecco il testo dell'appello al ministro Galan: «La Biennale presieduta da Paolo Baratta, in questi quattro anni, oltre ad accrescere il prestigio internazionale della fondazione, ha contribuito a rinsaldarne il rapporto con la città e le sue istituzioni e a recuperarne spazi importanti.
Chiediamo per questo al ministro dei Beni culturali Giancarlo Galan di non cancellare l'esperienza di Paolo Baratta alla presidenza della Biennale con una nomina inadeguata, come rischia di accadere, garantendo invece una reale continuità con il lavoro che egli stava svolgendo anche a favore della città , offrendo nel caso una rosa di nomi su cui anche Venezia possa esprimersi».
Oltre ai nomi «famosi», ciò che colpisce scorrendo le firme è la varietà delle adesioni: insegnanti e studenti dell'area veneta (forse per i progetti educational di Baratta), ma anche impiegati, pensionati, imprenditori del resto d'Italia o dalla Germania e dalla Svizzera.
Per chi ha seguito la vicenda, non è difficile individuare nella parola «inadeguata» sia la radice dell'appello che la polemica che lo nutre. Subito dopo la designazione di Malgara da parte di Galan, la reazione del sindaco di Venezia Giorgio Orsoni (vicepresidente di diritto della Biennale) fu durissima: «Una scelta inadeguata».
Ora l'appello è un altro masso sulla strada della nomina di Malgara, che dovrà essere analizzata dalle commissioni Cultura del Parlamento. Una cosa è certa: le firme su un antidivo come Baratta dimostrano come le istituzioni culturali siano ormai avvertite come un patrimonio collettivo da difendere contro una classe politica sempre più lontana e chiusa in se stessa.
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