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Flavia Amabile per "la Stampa"
à l'affare dell'anno, un settore che non conosce crisi, dove tutto lascia pensare che ci sia da guadagnare, e anche piuttosto bene. A partire dal prossimo anno Comuni ed enti locali potranno fare da soli con la riscossione. Equitalia dovrà fare a meno anche della deroga di cui ha goduto dal 2011 e interromperà l'attività di recupero di tributi, tasse ed entrate patrimoniali non pagate che svolge dal 2006. In pratica, circa 6 mila Comuni, secondo una stima dell'Anci, vedranno restituirsi la competenza su otto miliardi di euro di somme correnti ancora da incassare.
Sono cifre importanti, e senza scomodare il ricordo poco gradevole di gabelle e gabellieri, una nutrita schiera di privati si è già inserita nel business da quando, nel 2011, è stato cancellato il monopolio ed è partito il regime transitorio, avendo visto che Equitalia, da quando ha iniziato la sua attività , ha portato nelle casse dello Stato quasi il triplo degli incassi, da 3,9 miliardi del 2005 a 8,6 dello scorso anno.
Sono 87 i soggetti abilitati alla riscossione, come risulta dall'Albo pubblicato sul sito del Dipartimento delle Finanze su un totale di 173 che hanno provato a ottenere il via libera del ministero per conquistare anche loro la propria fetta di torta. Nulla da fare, la metà sono stati iscritti ma poi cancellati. Per ottenere l'iscrizione infatti bisogna aver dimostrato di avere la fedina penale pulita ma anche un milione di euro di capitale che arrivano a tre in caso di servizi resi a comunità più numerose.
Sono società , insomma, che devono essere in grado di dimostrare la propria serietà . I nomi sull'albo sono variegati, si va dal Monte dei Paschi di Siena all'Aipa, Agenzia Italiana per la Pubblica Amministrazione o Ica, Imposte Comunali e Affini, a realtà intestate a semplici ragionieri che lasciano intuire un'attività meno specializzata e diffusa.
A rappresentarli hanno alcune associazioni come l'Anacap, nata nel 1971, che sta ad indicare l'Associazione Nazionale delle Aziende concessionarie dei servizi di accertamento e riscossione dei tributi e delle entrate patrimoniali degli enti locali. Le aziende associate gestiscono i servizi in oltre 3800 Comuni con una popolazione residente di 27 milioni di abitanti ed impiegando circa 7mila addetti. Un'altra associazione è l'Asco Tributi Locali, nata nel 2006 che riunisce undici società di riscossione.
Che cosa accadrà davvero a partire dal gennaio 2013 è tutto da vedere. Le operazioni per il passaggio al regime di piena concorrenza procedono lentamente. La previsione è che circa il 10% dei circa otto miliardi di euro da incassare sia inesigibile e quindi i Comuni finiranno per dover ammettere la realtà anche nei propri bilanci evidenziando così un buco di quasi 1 miliardo di euro.
Non sarà certo questo a fermare le società pronte a prendere il posto di Equitalia visto che il guadagno risulterà legato all'aggio che sarà dell'8% dell'importo da riscuotere, una somma di tutto rispetto insomma anche se è destinata a dimezzarsi. In realtà comunque, secondo quanto risulta da una sentenza del Consiglio di Stato, i privati non hanno limiti e quindi gli aggi potrebbero essere anche a due cifre.
à una situazione insomma tutta in evoluzione, su cui non esistono nemmeno indagini di tipo analitico. Ci ha provato la Camera dei Deputati tre anni fa, quando il caso di Tributi Italia era scoppiato e il Parlamento aveva iniziato ad occuparsene. Un manipolo di deputati propose l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività dei soggetti privati che effettuano attività di liquidazione e accertamento dei tributi locali. La proposta fu presentata il 27 aprile2010 e lì è rimasta.
equitalia equitalia marchiomonte dei paschi di sienatassesoldi
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