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ARMI E BAGAGLI – GIORGIA MELONI NON PUÒ DIRE DI “NO” A TRUMP PER IL PROGRAMMA “PURL”, CHE PREVEDE PER GLI ALLEATI NATO L’ACQUISTO DI ARMAMENTI MADE IN USA DA GIRARE ALL’UCRAINA. LA DUCETTA SPEDISCE A WASHINGTON CROSETTO, CHE VENERDÌ INCONTRERÀ IL CAPO DEL PENTAGONO, PETE HEGSETH – IL MINISTRO DELLA DIFESA POTREBBE CERCARE DI PRENDERE TEMPO, SFRUTTANDO LO STALLO SULLA LEGGE DI BILANCIO USA – CHE FARÀ IL PACIFINTO “SALVINI”? IL LEGHISTA PORTA AVANTI UNA CAMPAGNA SEMPRE PIÙ AGGRESSIVA CONTRO LE SPESE MILITARI E GLI AIUTI A KIEV...

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Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per www.lastampa.it

 

giorgia meloni donald trump

C’è una risposta che ancora Giorgia Meloni non ha dato a Donald Trump. Cosa farà l’Italia con il programma Purl, ideato dall’amministrazione Usa in ambito Nato per convincere gli alleati a comprare armi ed equipaggiamenti militari americani da girare all’Ucraina?

 

La risposta potrebbe arrivare venerdì, quando il ministro della Difesa Guido Crosetto a Washington siederà di fronte a Pete Hegseth, il segretario alla Guerra, colui che meno di due mesi fa con toni perentori, durante un summit dell’Alleanza Atlantica, aveva incalzato i colleghi rispolverando la tesi trumpiana dei «parassiti» e degli «scrocconi» che continuano ad approfittare dell’aiuto Usa.

 

guido crosetto giorgia meloni matteo salvini

Meloni è in difficoltà. L’Italia non ha ancora aderito, ma difficilmente la premier potrà dire di no. Va cercato il momento e il modo adatto, per sventare la contronarrazione di chi – sicuramente il M5S e buona parte del Pd di Elly Schlein – l’accuserà di essersi piegata per l’ennesima volta a Trump e all’industria americana.

 

Poi c’è l’incognita di Matteo Salvini, costretto a trovare una via d’uscita dalla contraddizione di tifare per Trump qualunque cosa faccia e la sua campagna sempre più aggressiva contro le spese militari e gli aiuti all’Ucraina. [...]

 

La missione di Crosetto, come confermato da fonti della Difesa e diplomatiche, è considerata di cruciale importanza. Perché servirà a Meloni per mostrare la volontà di aderire al meccanismo per il riarmo di Kiev attraverso gli acquisti Usa.

 

pete hegseth donald trump 3

La sensazione è che si voglia capire la tempistica, sfruttando i margini di settimane o mesi che può lasciare lo shutdown, lo stallo sulla legge di bilancio che ha paralizzato l’amministrazione governativa americana. Ma come dice una fonte vicinissima al dossier «se Meloni fa andare Crosetto a Washington di sicuro non è per dire no a Trump».

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