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URSULA VON DER LEYEN VOLODYMYR ZELENSKY
Marco Bresolin per “la Stampa”
«L'Unione europea resta fermamente impegnata a fornire ulteriore sostegno militare per aiutare l'Ucraina»: è questo l'impegno che i 27 leader Ue saranno chiamati a sottoscrivere al Consiglio europeo che inizia giovedì. Ecco perché un'eventuale risoluzione parlamentare contro l'invio di armi rischia di legare le mani al premier Mario Draghi durante il vertice di Bruxelles, dove di discuterà anche di incrementare la somma dedicata al supporto militare a Kiev nel quadro dello Strumento europeo per la pace: i due miliardi sin qui stanziati potrebbero salire a 2,5.
L'impegno a fornire «ulteriore sostegno militare» all'Ucraina per aiutarla a «esercitare il suo diritto all'autodifesa contro l'aggressione russa, la difesa della sua integrità territoriale e della sua sovranità» è scritto nero su bianco nella bozza di conclusioni del summit - visionata da La Stampa - che è già stata discussa mercoledì scorso dai rappresentanti permanenti dei 27 Stati membri. I lavori preparatori a livello diplomatico continueranno anche oggi e mercoledì, ma secondo fonti Ue su questa formulazione c'è un solido sostegno e dunque il testo non dovrebbe subire modifiche.
Restano invece ancora alcuni interrogativi sulla parte del documento in cui si fa riferimento alla necessità di incrementare la dotazione del fondo Ue per finanziare collettivamente l'invio di armi. Questo secondo passaggio, al momento, è scritto tra parentesi, segno che non c'è ancora il pieno appoggio di tutti i Paesi: «A tal fine - prosegue la bozza - il Consiglio europeo chiede un ulteriore aumento del sostegno militare nell'ambito dello Strumento europeo per la pace».
Il Fondo utilizzato per inviare armi all'Ucraina è stato attivato per la prima volta il 28 febbraio scorso, pochi giorni dopo l'invasione russa, con una tranche da 500 milioni di euro. Una seconda tranche di pari importo è stata poi approvata il 23 marzo, una terza il 13 aprile e una quarta il 24 maggio scorso, facendo lievitare il totale dello stanziamento a due miliardi.
URSULA VON DER LEYEN VOLODYMYR ZELENSKY
Ora il presidente del Consiglio europeo Charles Michel - d'intesa con l'Alto Rappresentante Josep Borrell - vorrebbero portare il totale a 2,5 miliardi di euro.
Lo Strumento europeo per la pace ha una dotazione complessiva di 5 miliardi che in teoria dovrebbe coprire il periodo 2021-2027, ma con questo ritmo potrebbe presto servire un rifinanziamento oppure un dirottamento dei fondi destinati ad altri Paesi. La Germania si è detta scettica e alcuni dubbi sono stati sollevati anche da Austria e Malta, mentre l'Italia non si è ancora espressa. La questione potrebbe essere sollevata già oggi durante la riunione del Consiglio Affari Esteri, in agenda a Lussemburgo, alla quale parteciperà il ministro Luigi Di Maio, attaccato dal Movimento 5 Stelle proprio per la sua posizione favorevole all'invio di armi.
gli usa inviano armi in ucraina
Nella bozza di conclusioni del Consiglio europeo non ci sono riferimenti alla necessità di raggiungere la pace né al cessate il fuoco, come invece aveva chiesto inutilmente l'Italia al vertice di maggio. Anzi, il messaggio alla Russia è netto e non lascia spazio a compromessi: «Il Consiglio europeo - si legge nel documento che sarà approvato dai capi di Stato e di governo - condanna con fermezza gli attacchi indiscriminati della Russia contro la popolazione civile e le infrastrutture civili, ed esorta la Russia a ritirare immediatamente e incondizionatamente tutte le sue truppe e le sue attrezzature militari dall'intero territorio dell'Ucraina entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale».
GUERRA IN UCRAINA - LE ARMI FORNITE AGLI UCRAINI
L'esercito di Mosca - questo l'appello che verrà lanciato dal vertice Ue - deve lasciare subito e senza condizioni i territori ucraini. Non solo quelli occupati dopo il 24 febbraio, ma tutti quelli che non rientrano nei suoi confini riconosciuti dalla comunità internazionale. Dunque anche la Crimea.
C'è poi un paragrafo legato alla guerra del grano, sulla quale non si intravedono spiragli di tregua. L'Ue spera in una soluzione in sede Onu, dove da tempo si sta lavorando a una risoluzione per sostenere una missione navale. «Lanciando la sua guerra contro l'Ucraina - recita la bozza di conclusioni - la Russia è l'unica responsabile della crisi alimentare globale da essa provocata. Il Consiglio europeo esorta la Russia a cessare immediatamente di colpire gli stabilimenti agricoli e a sbloccare il Mar Nero, in particolare il porto di Odessa, in modo da consentire l'esportazione di cereali e le operazioni di trasporto marittimo commerciale. A tal fine il Consiglio europeo sostiene gli sforzi del Segretario generale delle Nazioni Unite».
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