GRAZIE A PUTIN, IL PUZZONE DI DAMASCO CANTA VITTORIA - ASSAD HA PASSATO LA PASQUA A FARE IL TOUR DELLE CHIESE CRISTIANE DANNEGGIATE DAI ‘’TERRORISTI” PER ANNUNCIARE “LA VITTORIA” E NUOVE ELEZIONI IL 3 GIUGNO

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Maurizio Molinari per ‘La Stampa'

Bashar Assad ostenta sicurezza e Damasco annuncia per il 3 giugno le nuove presidenziali nella convinzione che la guerra civile sia ad un «punto di svolta» ma i ribelli parlano di «farsa» e accusano il regime di «continuare a lanciare attacchi con i gas».

A Pasqua Assad si è recato in visita nella città cristiana di Maalula, ricatturata in marzo. È la località dove i guerriglieri islamici presero in ostaggio numerose suore e Assad, dopo averle liberate con i suoi soldati, ha visitato ora i monasteri ortodossi di Mar Sarkis e Mar Techla rivendicando il ruolo di protettore della «minoranza cristiana».

Davanti alle macerie di chiese devastate dagli scontri Assad ha definito i danni «opera dei terroristi», con a fianco alcuni leader cristiani locali. Situata a 60 km a nord di Damasco, Maalula è anche il primo centro lontano dalla capitale dove Assad si fa vedere in pubblico da molti mesi, al fine di sottolineare in questa maniera i successi della riconquista della Siria centrale.

È all'indomani della visita-show di Assad fra le macerie che il presidente del Parlamento di Damasco, Mohammed al-Lahham, annuncia per il 3 giugno le prossime presidenziali. Da oggi potranno essere presentate le candidature e a Damasco viene data per sicura quella di Assad, che punterà così ad un terzo mandato settennale dopo quelli ottenuti nel 2000 e 2007.

Con oltre 150 mila morti, gran parte del Paese teatro di scontri e 9 milioni di profughi - 2,7 milioni dei quali all'estero - non è chiaro come il governo intenda far svolgere il voto. Lahham al momento tiene solo a sottolineare che «nelle aree in mano ai banditi non si voterà» e «non sono previsti seggi all'estero» in Paesi come Libano e Giordania che ospitano milioni di profughi.

«La scelta di tenere le elezioni dimostra che Assad è distaccato dalla realtà - afferma Monzer Akbik, portavoce dei ribelli della Coalizione nazionale - non è legittimato ora e non lo sarà dopo questo voto teatrale». Per gli 11 Paesi del gruppo Amici della Siria il voto si annuncia come una «parodia della realtà». L'inviato Onu Lakhdar Brahimi ha tentato di bloccare la decisione siriana ammonendo sul fatto che «dopo il voto l'opposizione non sarà interessata al dialogo».

I ribelli intanto rilanciano le accuse sui gas ad Assad: «Li ha già usati almeno quattro volte in aprile». E il presidente francese François Hollande aggiunge: «Abbiamo informazioni, ma non ancora prove, sui nuovi attacchi con i gas».

Se Assad ritiene che la vittoria a Maalula sia stata «un momento di svolta» nella guerra e cerca nelle urne la rilegittimazione, l'opposizione si prepara ad intensificare gli attacchi. È in questa cornice che, secondo fonti raccolte a Beirut dall'Ansa, vi sarebbero «notizie confortanti» sulla sorte del religioso Paolo Dall'Oglio, scomparso in Siria a luglio e che si presume detenuto da gruppi jihadisti.

 

 

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