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Giovanna Vitale per “la Repubblica - Roma”
Il giorno della verità è arrivato. Oggi sapremo se il super-assessore Marcello Minenna potrà restare nella giunta Raggi o, viceversa, sarà costretto a tornare in Consob.
La Commissione nazionale per la Società e la Borsa esaminerà in mattinata il dossier relativo alla cumulabilità fra l’incarico politico che Minenna ha appena assunto nel governo romano e il ruolo da dirigente che ricopre presso l’Autorità di vigilanza sui mercati. Sua intenzione iniziale, infatti, era quella di non chiedere l’aspettativa e di continuare a lavorare per l’uno e per l’altra.
Comportamento subito contestato in tre diverse interrogazioni parlamentari, con le quali il deputato Galli e il senatore Mucchetti, entrambi dem, nonché il senatore ex An Andrea Augello, hanno denunciato il possibile conflitto d’interessi derivante dal fatto che Minenna, da assessore alle Partecipate, esercita le prerogative di azionista di maggioranza su Acea, società quotata in borsa, che deve però anche controllare nella sua veste di dirigente Consob.
Non solo. Secondo Augello, per legge Minenna non avrebbe neanche potuto ricevere l’investitura da Raggi senza chiedere prima l’autorizzazione alla Commissione. Per cui la sua nomina sarebbe nulla e con essa decadrebbero tutti gli atti finora firmati.
E neppure, qualora fosse rinnovata, potrebbe esercitare la delega alle Partecipate. Che andrebbe perciò assegnata a qualcun altro.
A ogni modo, quale che sia la risposta del governo, farà prima la Consob a sciogliere il nodo. Fermo restando che «farò quello che la Consob decide. Sono a disposizione», ha detto ieri sera Minenna, uscendo da palazzo Senatorio. Aprendo ufficialmente alla possibilità di mettersi in aspettativa per evitare ogni eventuale conflitto e dedicarsi a tempo pieno alla giunta capitolina.
Una virata che potrebbe essere accolta di buon grado e sbloccare così la partita. Sulla quale tuttavia il Pd non intende arretrare. «Minenna aspetta indicazione Consob? Come ogni bravo servitore Stato non ha bisogno che qualcuno gli dica che il doppio incarico non è opportuno» twitta il deputato Michele Anzaldi, che sul tema aveva anche spedito una lettera al presidente dell’Anticorruzione. Che però «non ho ancora visto», ha confessato ieri Cantone.
Uno scontro presto tracimato su altro. «In campagna elettorale tante promesse. Poi però, quando è ora di votare, votano contro», denuncia su Fb Roberto Giachetti. «È successo anche oggi in commissione Cultura alla Camera, dove il M5s ha votato contro il parere al Ddl Enti locali col quale si procede alla stabilizzazione del personale precario nelle scuole d’infanzia comunali e dei nidi ». Senza, l’anno prossimo, sarà impossibile aprirli.
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