DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA…
Annalisa Cuzzocrea e Matteo Pucciarelli per “la Repubblica”
virginia raggi roberta lombardi
Alle dieci del mattino Roberta Lombardi passeggia avanti e indietro nel corridoio che circonda l’aula. Parla al telefono con l’auricolare, poi si chiude dietro le pesanti tende di Montecitorio per fuggire le domande dei giornalisti. La ricostruzione del giorno dopo prevede che si dimetta per concentrarsi sul lavoro di organizzazione di Italia a 5 Stelle, l’ormai consueta “festa” del Movimento che quest’anno si terrà a Palermo.
DIRETTORIO ROMANO 5 STELLE VIRGINIA RAGGI PAOLA TAVERNA ROBERTA LOMBARDI
Informalmente, circolano altre versioni: che sia stata lei a scegliere di andare via dopo uno scontro furibondo con Virginia Raggi sul ticket Frongia- Marra («Era una violazione del codice etico - fa notare un deputato rimasto dalla sua parte non si può essere eletti consiglieri e andare a occupare un altro incarico »).
Che fosse sul punto di lasciare già tre settimane fa, quando la riunione dello staff era stata sede di uno scontro molto violento. E che a questo punto a saltare possa essere l’intero mini-direttorio, lo staff composto - tolta ormai Roberta Lombardi - dalla senatrice Paola Taverna, l’europarlamentare Fabio Massimo Castaldo e il consigliere regionale Gianluca Perilli.
Le cose però, a sentire chi nei giorni scorsi ha parlato con i vertici, sono diverse. A chiedere il passo indietro a Roberta Lombardi è stato Beppe Grillo. Nel mezzo del voto sul ddl povertà, ieri, lei ne ha discusso animatamente in aula con Alessandro Di Battista,Carla Ruocco, Stefano Vignaroli: «Io me ne vado - ha concluso dopo aver rielencato le sue ragioni ma a questo punto Virginia non ha più alibi».
Così, nonostante i rumors del pomeriggio, il resto dello “staff di supporto” alla sindaca resta al suo posto. La corrente sconfitta è solo una. Fino a oggi, la più potente nella capitale. Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista escono per andare a parlare da soli alla buvette. La tensione c’è, ma l’impressione è che comunque, l’intervento di Grillo sia servito a tirare una linea.
Nel frattempo Davide Casaleggio ha convocato a Milano quello che sembra ormai, a tutti gli effetti, il Minculpop del Movimento 5 Stelle. Un apparato comunicativo che risponde alla Casaleggio Associati (da regolamento i dipendenti sono scelti dalla società milanese e non dagli eletti) e che è sempre più verticistico. C’erano quindi, ieri, i capi comunicazione di Camera e Senato Ilaria Loquenzi e Rocco Casalino.
E c’erano, ad ascoltare, nuovi e vecchi amministratori locali di tutt’Italia (tranne quelli di Parma, l’eterna sospesa), capigruppo regionali, addetti stampa di vario livello e i membri dell’associazione Rousseau David Borrelli e Max Bugani. Il senso del ragionamento è stato «valorizzare il profilo di governo dei 5 stelle, dando più spazio agli esponenti “moderati” e a contatto con l’amministrazione », che sia di un piccolo comune o di grandi città come Torino e Roma (Chiara Appendino e Virginia Raggi non c’erano, ma sono state citate come esempio da seguire).
E poi: intrattenere buoni rapporti con la stampa locale, implementare l’utilizzo di Facebook, soprattutto video e dirette. D’ora in poi, così è stato stabilito, la longa manus di Casalino e Loquenzi si estenderà anche a livello locale: per i casi più importanti i comunicatori fedeli alla linea dovranno rivolgersi direttamente al vertice.
ROCCO CASALINO AL GRANDE FRATELLO ELLEKAPPA SU ROBERTA LOMBARDI
Altro capitolo il portale Rousseau. Prima della fine dell’estate dovrebbero arrivare in Parlamento le prime proposte di legge votate in rete dagli iscritti, con i “cittadini” invitati in aula a presentarle. Poi “Italia a 5 Stelle”: la festa del Movimento si terrà a Palermo il 24 e 25 settembre. Lì verrà presentato il programma di governo, poi sottoposto agli iscritti sul blog. I gazebo saranno divisi per territorio, con spazi più ampi per le realtà di governo. Il senso è sempre lo stesso: dismettere i panni della forza antisistema per trasformarsi in un soggetto rassicurante perché – è la battuta di un grillino lombardo - «il vero Partito della Nazione siamo noi».
Ultimi Dagoreport
DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI…
DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA…
DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ…
DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA…
DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E…