DIO PERDONA, FORMINCHIONI NO - LEGALITÀ? LOTTA ALLA MAFIA? ‘STI CAZZI, PER IL VERGINE CELESTE MEJO FAR FUORI UMBERTO AMBROSOLI, REO DI AVER CHIESTO CHE FOSSE AZZERATA LA GIUNTA DOPO GLI SCANDALI DELLA REGIONE LOMBARDIA - APRITI CIELO! IL PIRELLONE BIPEDE NON HA PERMESSO AD AMBROSOLI DI INTERVENIRE IN UN’INIZIATIVA IN RICORDO DEL PADRE GIORGIO, UCCISO DALLA MAFIA…

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Antonella Mascali per "il Fatto quotidiano"

Divieto di parlare per Umberto Ambrosoli a un'iniziativa antimafia della Regione Lombardia in ricordo del padre Giorgio. C'è stato un veto politico dell'ufficio di presidenza del Consiglio regionale, falcidiato dalle inchieste per corruzione. La colpa di Ambrosoli è stata quella di aver chiesto, in un'intervista a Repubblica, pulizia dentro la Regione: "In questi giorni stiamo vivendo una circostanza particolare, con i vertici regionali del centrodestra e del centrosinistra sotto indagine per fatti diversi tra loro. Credo sia giusto pretendere da tutti loro un passo indietro. O, ancor meglio, che il presidente Roberto Formigoni azzeri la Giunta, perché in questa fase una titubanza potrebbe essere interpretata come assenza di autorità".

Queste parole sono costate a Umberto Ambrosoli l'estromissione dall'iniziativa organizzata ieri dall'Osservatorio regionale sulla legalità in occasione del 21 marzo, giornata dell'impegno e in ricordo delle vittime di mafia, promossa da Libera. Una estromissione ancora più sconcertante dato che l'Osservatorio ha scelto di proiettare a 300 studenti il film "Un eroe borghese" sulla vita e sulla morte di suo padre, Giorgio Ambrosoli, commissario liquidatore della Banca Privata di Michele Sindona e fatto uccidere dal finanziere mafioso l'11 luglio 1979 a Milano.

Fino all'8 marzo, giorno della "vituperata" intervista, l'Osservatorio (composto da consiglieri di vari schieramenti e da rappresentanti di diverse realtà sociali), era ben felice di invitare Umberto Ambrosoli, che è anche membro del comitato Antimafia del Comune di Milano. Ma quando il 16 marzo Ambrosoli ha comunicato a una componente dell'Osservatorio, Jole Garuti, direttrice del centro studi Saveria Antiochia-Omicron, che accettava molto volentieri di parlare agli studenti, si è alzato il muro della malapolitica.

Garuti, dopo aver confermato agli altri membri dell'Osservatorio la presenza del figlio di Giorgio Ambrosoli, riceve una telefonata che non si aspettava. "Mi chiama il consigliere Carlo Borghetti (membro dell'Osservatorio, Pd, ndr) e mi dice che nell'ufficio di presidenza del Consiglio regionale stavano urlando alla notizia della presenza di Umberto Ambrosoli.

Cerco di ribattere che all'Osservatorio eravamo tutti d'accordo, ma lui mi riferisce che l'ufficio di presidenza è contrario perché Ambrosoli ha chiesto l'azzeramento della Giunta. Aggiunge che Massimiliano Romeo (componente leghista dell'Osservatorio, ndr) mi spiegherà". A questo punto Garuti chiama Romeo: "Il consigliere mi conferma che l'Ufficio di presidenza non voleva Ambrosoli. Infatti, quando ho ricevuto il programma dall'ufficio del cerimoniale, il nome di Umberto Ambrosoli non c'era".

Rintracciamo al telefono il democratico Borghetti, a Strasburgo per lavoro. Cade dalla nuvole: "Veramente io credevo che Ambrosoli facesse un saluto alla fine dell'iniziativa. Credevo che questo fosse l'accordo dopo il veto di Romeo". Poi prova a sminuire la faccenda, sembra quasi che voglia giustificare l'Ufficio di presidenza chiamando in causa la disorganizzazione: "Il problema è che l'Osservatorio non ha un coordinatore e non ha inviato un programma ufficiale all'ufficio di presidenza".

Un altro componente dell'Osservatorio, Giulio Cavalli (Sel), conferma che il veto c'è stato, soprattutto della Lega: "Il segnale politico di mettere sulla bilancia la vicenda Boni con le opinioni personali espresse da Umberto Ambrosoli è scandaloso". Cavalli o altri esponenti dell'Osservatorio, però, fino a ieri non hanno denunciato la vicenda per volontà di Umberto Ambrosoli. Al Fatto, il figlio di Giorgio Ambrosoli spiega la sua posizione: "La dimensione positiva di tanti ragazzi venuti a conoscenza della storia di mio padre supera qualsiasi altra circostanza che non commento".

E sull'onda del pensiero di Umberto, ieri gli studenti li ha voluti incontrare la sorella, Francesca Ambrosoli. Con lei c'era Giuliano Turone, il magistrato che ha indagato sull'omicidio del padre. Senza dire una parola sul torto subito da Umberto Ambrosoli, l'ex giudice ha sollecitato gli insegnanti presenti a invitarlo nelle scuole per parlare di legalità.

 

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