netanyahu cibo gaza

AVVISATE NETANYAHU, CHE SOSTIENE CHE I PALESTINESI NON SOFFRONO LA FAME: A GAZA CI SONO 12 MILA BAMBINI GRAVEMENTE MALNUTRITI - LO CERTIFICA L'UNICEF, CHE TESTIMONIA L'AUMENTO SCONCERTANTE DI BIMBI AFFAMATI E CHIEDE CHE GLI AIUTI UMANITARI (CHE NETANYAHU SOSTIENE DI AVER FATTO SEMPRE ENTRARE) RAGGIUNGANO LE PERSONE IN DIFFICOLTÀ - LA RICHIESTA DELLE NAZIONI UNITE DI INTERVENIRE NELL'AREA CHE VIENE BOMBARDATA DA ISRAELE E IL PIANO DI NETANYAHU DI OCCUPARE LA STRISCIA CON O SENZA IL SOSTEGNO DEGLI USA...

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UNICEF, A GAZA 12 MILA BAMBINI GRAVEMENTE MALNUTRITI

mancanza di cibo e acqua a gaza

(ANSA) - ROMA, 11 AGO - Sono 12 mila a Gaza i bambini gravemente malnutriti. Il dato si riferisce a luglio ed è il "dato mensile più alto mai registrato", riferisce su X l'Unicef Medio Oriente e Nord Africa, che parla di un aumento "sconcertante" e chiede che gli aiuti alimentari raggiungano "urgentemente i bambini prima che si perdano altre vite".

 

"A febbraio erano 2.000 i bambini colpiti da malnutrizione acuta a Gaza. A giugno, quella cifra era triplicata. Ora è quasi raddoppiata di nuovo. È una chiara prova che la malnutrizione sta accelerando rapidamente, mettendo a grave rischio le giovani vite. Il ritmo di questo deterioramento è allarmante".

 

L'Unicef ha successivamente precisato che i 12 mila casi registrati a luglio a Gaza tra i bambini sono di malnutrizione acuta e non di malnutrizione grave. Quest'ultima è una forma più severa della prima e spesso associata a un rischio elevato di complicazioni e mortalità. "Sappiamo come prevenire e curare la malnutrizione.

 

forno preso d'assalto a gaza

Gli strumenti esistono. Le competenze esistono. Ma senza un accesso sicuro e continuativo, non servono a nulla. I bambini di Gaza hanno bisogno di un accesso urgente ad aiuti su larga scala e di un cessate il fuoco. Adesso", sottolinea il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia.

 

GAZA, NETANYAHU NON RETROCEDE "L'INVASIONE FARÀ FINIRE LA GUERRA"

Estratto dell’articolo di Ga.Col. per “la Repubblica”

 

carestia a gaza 1

 

Benjamin Netanyahu vuole «finire il lavoro». E lo farà, «con o senza il sostegno di altri». Sono le 4 del pomeriggio quando l'ufficio del primo ministro convoca la stampa straniera in una Gerusalemme rovente, l'ultima volta era stato a settembre del 2024. La pressione che arriva anche dagli alleati europei per la distruzione e la fame a Gaza lo spinge a parlare con i giornalisti internazionali a cui è impedito l'ingresso nella Striscia dall'ottobre del 2023. A

 

ssicura che darà maggiore accesso ai reporter, ma non specifica a quali condizioni. Vuole smontare quella che definisce «la campagna globale di bugie di Hamas», ma soprattutto difendere la scelta di avviare una nuova offensiva militare per conquistare tutta la Striscia, una operazione a cui anche una larga parte della società israeliana si oppone. Mostra una slide con due aree cerchiate, Gaza City e i "campi" del centro di Gaza, gli obiettivi dell'avanzata che comporterà lo sfollamento di un milione di palestinesi.

 

benjamin netanyahu nella striscia di gaza

È il «modo migliore per porre fine alla guerra e il modo migliore per porvi fine rapidamente», rivendica Netanyahu, mentre a New York è riunito il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e alti funzionari dell'Onu avvertono che la mossa rischia di scatenare «un'altra calamità» su un territorio che già soffre «la fame, pura e semplice». Il premier israeliano, che sul punto si era scontrato anche con Trump, deve riconoscere che il problema esiste, promette di fare entrare aiuti più consistenti e di aprire nuovi corridoi "sicuri" per il transito dei convogli, ma respinge l'accusa che il suo governo stia perseguendo una «politica della fame».

 

BENJAMIN NETANYAHU E ISRAEL KATZ VISITANO LA STRISCIA DI GAZA

Mostra un'altra slide con quattro foto di bambini denutriti pubblicate dai giornali in queste settimane: c'è scritto fake news. «Avevano malattie pregresse, due di loro sono all'estero per essere curati», contrattacca Netanyahu. Il sistema di distribuzione degli aiuti affidato ai contractor della Ghf che il suo governo ha imposto nella Striscia è diventato una trappola mortale — dal 27 maggio più di 1.370 palestinesi sono stati uccisi mentre cercavano cibo, affermano le Nazioni Unite — ma il premier israeliano respinge la responsabilità e sostiene che «gran parte degli spari sono stati effettuati da Hamas», senza fornire prove. [...]

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