LE BALLE DI PALAZZO MADAMA - CHI MENTE TRA I GRILLINI E LA BOSCHI? I PRIMI SOSTENGONO CHE LA MINISTRA SI SIA NEGATA PER EVITARE OGNI MEDIAZIONE, LA SECONDA SOSTIENE DI AVER CERCATO INVANO DI CONTATTARLI

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VINCINO SU INCIDENTE AL SENATO STILE LAURA PAUSINIVINCINO SU INCIDENTE AL SENATO STILE LAURA PAUSINI

Fabrizio Roncone per il “Corriere della Sera”

 

Bisogna andare a cercare i senatori del Movimento 5 Stelle.

«Sono laggiù...» (il commesso, prudente, si mantiene al riparo di una colonna).

Hanno lasciato l’emiciclo urlando frasi irripetibili al presidente Pietro Grasso e adesso sono nella penombra di un salone, l’aria festosa e a loro modo implacabile. Il capogruppo Vito Petrocelli sbatte un pugno su un tavolo del Seicento, che scricchiola: «Adesso basta! E vaff... a Renzi! E vaff... pure alla Boschi!». Risate di scherno, l’accenno di un applauso.

 

Si volta la senatrice Paola Taverna. «Sono due brutte teste di caz...». La senatrice Taverna, in omaggio a questo luogo che, finché esiste, dovrebbe essere sacro, è venuta indossando jeans di due taglie più stretti e una magliettina da spiaggia grigia; poi, in bilico su un paio di zatteroni troppo alti anche per i Cugini di Campagna, decide all’improvviso di abbracciare il collega Carlo Martelli, un tipo timido, silenzioso, che indietreggia sorpreso e quasi scivolando (lui calza sandali a piede nudo, come pattini sul parquet lucido).

 

senato   malessere per un senatoresenato malessere per un senatore

È questa, alle quattro del pomeriggio, la scena dentro cui occorre capire le ragioni d’un gesto politico così forte e definitivo. Abbandonare i lavori di Palazzo Madama per la seconda volta in poche ore, insultare il presidente, frantumare ogni possibilità di dialogo sulla riforma del Senato: perché?

 

Petrocelli ora si è messo in un angolo e racconta la sua versione. «Grasso è quello che è. Con Zanda, il capogruppo del Pd, è inutile parlare. Avremmo accettato una mediazione della Boschi, ma lei ha, con abilità, evitato qualsiasi confronto con noi». Possibile? «Diciamo che ha fatto la furba...».

 

grillini in senatogrillini in senato

Furba, scusi, in che senso? «La cerchiamo ripetutamente sul cellulare: ma lei, niente, non risponde. Ad un certo punto, però, mi fa chiamare dalla segretaria, che poi mi mette in attesa: dopo quattro minuti di attesa, la segretaria sospira e che dice?». Che dice? «Che il ministro è impegnato. Mi cerchi e poi sei impegnata?».

 

È una versione che non convince alcuni cronisti. Meglio indagare.

Buvette, caffè con fonte del Pd, chiacchiere, passeggiata in corridoio, altro caffè con fonte di Forza Italia, struscio in cortile e di nuovo su, buvette, salone Garibaldi.

Le fonti suggeriscono: parlate con Loredana De Petris, il capogruppo di Sel, e con Gianmarco Centinaio, il capogruppo della Lega. De Petris: «Posso confermare che il ministro Boschi era a colloquio con me, quando ha ripetutamente cercato di mettersi in contatto con i senatori grillini...».

 

sui banchisui banchi

Centinaio: «Io voglio essere sincero. Perché quando c’è da dare addosso al governo, come si sa, la Lega non si tira mai indietro. Però stavolta no, devo essere sincero...». Sì, sia sincero: quindi? «Quindi posso dire di aver visto il ministro Boschi, che era a colloquio privato con il sottoscritto, prendere il cellulare per ben tre volte e cercare di mettersi in contatto con i senatori grillini... ma quelli, niente, non rispondevano».

 

Riepilogando: le versioni, a questo punto, sono due. La prima (quella grillina): la Boschi ha evitato di entrare in contatto con il M5S; la seconda: i grillini hanno fatto finta di non sentire i cellulari che la Boschi faceva squillare.

laura bianconilaura bianconi

 

Molti senatori grillini non negano comunque di aver sbagliato a rientrare in Aula dopo la prima uscita avvenuta a metà mattina, in compagnia dei senatori di Sel, poi rientrati senza più uscire, e a quelli della Lega, che invece non sono mai più rientrati. «Rientrare era da fessi: ma mentre noi leghisti avevamo chiaro che nessun voto segreto sarebbe stato possibile, quelli del M5S, più ingenuotti, si son lasciati convincere da Grasso».

 

Il presidente Grasso solenne in apertura dei lavori, dopo le risse della sera precedente. «Voglio essere chiaro: simili comportamenti non saranno più consentiti...». Ma poi si vede sfilare via decine di senatori (alcuni grillini con la bocca chiusa da un bavaglio); quindi gli riferiscono che Beppe Grillo, sul blog, scrivendo dalla terrazza di chissà quale delle sue magnifiche ville, lo accusa d’essere «un grigio funzionario governativo incaricato di fare del regolamento stracci per la polvere»; infine il potente Denis Verdini gli fa sapere, a nome di Forza Italia, che sarebbe almeno imbarazzante continuare la discussione mentre decine di senatori sono fuori dall’Aula.

 

la senatrice laura bianconi colpita a una spallala senatrice laura bianconi colpita a una spalla

È a questo punto che, per la prima volta negli ultimi quattro giorni, Pietro Grasso decide di lasciare la poltrona della presidenza. E lo fa con inconsapevole gesto teatrale; lentamente, portando su il peso del corpo come con fatica, le mascelle serrate, lo sguardo severo dell’uomo che sgominò cosche mafiose e trafficanti di droga, e ora deve andare a placare le ire di senatori che lo guardano come si guarda il peggiore degli avversari.

 

Come detto: i leghisti restano fuori, Sel e M5S rientrano. I lavori vanno avanti in un clima abbastanza tetro. Il leggendario Domenico Scilipoti: «Clima tetro? Ma nooo... Guardi, il senatore è tetro per definizione, molti colleghi hanno un’aria tetra per darsi un contegno... in verità, e io ne conosco molti, dentro sono dei giocherelloni». Si sparge la voce che Sel abbia raggiunto un accordo sulla riforma con il Pd. Matteo Renzi convoca a colazione i capigruppo della maggioranza. Nell’aria, sospeso da ore, resta il sospetto che qualche franco tiratore pronto a entrare in azione ci sia sempre.

la bagarre su twitterla bagarre su twitter

 

Poi, e qui torniamo all’inizio della cronaca, i grillini decidono di rompere malamente, ed escono. Non c’è altro.  Anzi, no.  C’è il bollettino medico dei feriti dell’altra sera.

Il leghista Nunziante Consiglio si è ripreso, è vigile, e sembra abbia fatto persino qualche battuta. La senatrice Ncd Laura Bianconi ha riportato una lussazione al braccio destro. Fiera, lo porta appeso al collo.

il senatore della lega, nunziante consiglioil senatore della lega, nunziante consiglio