L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA…
Amedeo La Mattina per LaStampa.it
Il Pd considera ambigui e insopportabili gli atteggiamenti del Pdl, partito di lotta e di governo. «Una doppia sceneggiatura - attacca Matteo Colaninno, responsabile Economia dei Democratici - di chi sta al governo con vicepremier e ministri di massimo rango e gioca a insinuare dubbi, criticare l'operato del governo e ad arrogarsi, nello stesso tempo, meriti del governo medesimo».
Berlusconi, Alfano e gli altri, continua Colannino, stanno nel governo e ne rispondono insieme agli altri: «La piantino con questa doppia sceneggiatura poiché non consentiremo che questo atteggiamento, poco serio e anche un po' patetico, continui». E invece continua perché al Cavaliere-Giano bifronte fa comodo che i falchi mordano e le colombe tengano in piedi l'esecutivo Letta, rispetto al quale non ha un'alternativa.
I ministri si sono lamentati con l'ex premier dei continui attacchi di Brunetta, Santanché, Bondi, Capezzone, Verdini, arrivando perfino a minacciare le dimissioni. Se viene considerata inutile la nostra permanenza al governo, hanno detto l'altro giorno a Palazzo Grazioli, togliamo il disturbo. Il Cavaliere ha calmato i ministri, ha promesso loro di intervenire, ha chiamato Brunetta per chiedergli di moderare le sue parole, è andato in tv per dire che Palazzo Chigi può dormire sonni tranquilli.
Ma viste le dichiarazioni rilasciate anche ieri da Bondi e Capezzone si ha l'impressione che il grande capo non riesca a controllare il partito, oppure ha fatto una falsa promessa ai suoi ministri. «Un certo trionfalismo nelle dichiarazioni di Letta dopo il vertice europeo - osserva Bondi - non si addice alla gravità della situazione. Le decisioni che sono state prese sono acqua fresca». «Condivido fino alle virgole la riflessione di Sandro Bondi - gli fa eco Capezzone - e temo anch'io che i nodi di fondo rimangano assolutamente irrisolti».
L'epicentro del sisma è nella battaglia in corso dentro il Pdl, con l'obiettivo dei duri di impadronirsi del vecchio brand e fare le pulci ai ministri. Sembra però che Berlusconi non abbia deciso di far fuori Alfano dalla segreteria e dare più spazio alla Santanché, nella convinzione che un partito guidato dal tandem Santanché-Verdini non consentirebbe a Fi di avere quella capacità attrattiva nei confronti dei moderati.
Quanto allo stesso Alfano, ha spiegato che il ritorno a Fi non è una minaccia per il Governo, che però «deve fare ciò che i cittadini si aspettano che faccia sull'economia». Gli attacchi che arrivano dal Pdl sono «normali fibrillazioni». Alfano rimane alle parole di Berlusconi, «parole chiare» di sostegno all'esecutivo che su Imu e Iva ha ottenuto due risultati concreti.
«Ora serve fare altri due passi. Entro il 31 agosto bisogna eliminare l'Imu sulla prima casa e sono certo che l'obiettivo sarà raggiunto e poi evitare che l'aumento dell'Iva sia solo sospeso, ma abbia una sua durata». Il ritorno a Fi serve a ricreare «una grande alleanza dei moderati che possa tornare a vincere alle prossime elezioni». Nel frattempo «la cosa più importante è costruire una grande solidità del Pdl in vista del passaggio a Fi senza frammentazioni, lacerazioni ed emorragie».
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