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Paolo Emilio Russo per “Libero quotidiano”
Colpi di coda dei “rottamati”, forse, o vendette fuori tempo di ex fedelissimi del Cavaliere usciti dal giro, che soffrono per quella esclusione e, inviperiti, gli si rivoltano contro. Le prossime elezioni Regionali rischiano di essere in qualche modo compromesse da (almeno) due liste di disturbo che si rifanno a due big prima di Forza Italia e poi del Pdl, due già intoccabili finiti fuori dalle liste e, a quel punto, nei guai: Claudio Scajola e Nicola Cosentino.
Chi siano è noto a tutti: nato a Imperia, ex dc, poi coordinatore nazionale azzurro, ministro dell’Interno e dello Sviluppo Economico, il primo si è messo nei guai con la storia della casa con vista sul Colosseo e, da quel dì, il Cavaliere ha deciso di metterlo fuori dalle liste, confermando la sua decisione alle Europee della scorsa primavera.
Il secondo, invece, nato in provincia di Caserta, imprenditore, è stato sottosegretario all'Economia e potentissimo coordinatore del Pdl in Campania, Regione della quale desiderava fare il governatore, cinque anni fa. Entrambi nell’anno domini 2015, lontani dai riflettori, sembrano voler vendicare per interposta persona l’affronto subito attraverso le urne.
BACIO ALLA CAMERA TRA NICOLA COSENTINO E ALFONSO PAPA
Scajola opera attraverso il consigliere regionale uscente Luigi Morgillo che quest’anno non ha rinnovato la tessera di Fi e che, insieme ad un altro collega pure lui fuoriuscito dal centrodestra, ha fondato la lista civica “Liguria Libera” che sostiene Enrico Musso e sembra disposta a fare patti con chiunque tranne che col candidato ufficiale della coalizione, Giovanni Toti.
«È uno che è uscito da sotto un cavolo», accusava qualche giorno fa l’ex ministro, prima di ritirarsi nella sua casa di Imperia in silenzio. «Sono soci occulti del Pd», ha risposto loro l’europarlamentare che, per il Cavaliere, potrebbe conquistare una vittoria inattesa in una Regione rossa. Difficile che si riesca a ricucire, anche se ieri ci ha provato pure Ignazio La Russa.
L’altra azione di disturbo ha come contesto la Campania ed è portata avanti a viso aperto da Vincenzo D’Anna. Che il senatore eletto col Pdl, iscritto al gruppo Gal, vicinissimo a Raffaele Fitto - che si è però dissociato - sia amico di Nicola Cosentino lo rivendica lui stesso: «Siamo amici dall’85», scrive in una lettera a Il Mattino.
D’Anna, «l’ex deputato Erminia Mazzoni, il presidente di Scampia Angelo Pisani» hanno deciso di sostenere il candidato del Pd, Vincenzo De Luca, piuttosto che Stefano Caldoro. Prima i fuoriusciti hanno provato ad imbastire una lista con Scelta Civica, poi i montiani li hanno scaricati e correranno da soli. Così facendo, stima D’Anna, potrebbero portare fuori dal centrodestra «almeno 100mila voti».
Bel colpo. La ruggine tra i cosentiniani e il governatore Stefano Caldoro risale al 2010: l’ex sottosegretario fu accusato dai pm di avere confezionato un dossier falso per convincerlo a ritirarsi. Le due azioni di disturbo che sembrano tornare dal passato si sommano alle frizioni di oggi e, in primis, al voltafaccia di Raffaele Fitto in Puglia. «Potevamo vincere, ma lui ha preferito la guerra a Berlusconi...», accusa il coordinatore regionale Ncd, Massimo Cassano. In compenso Ncd sostiene Flavio Tosi e non Luca Zaia in Veneto e in Toscana ciascun partito presenterà un suo candidato.
silvio berlusconi borsalino giovanni toti 3
«Mi hanno tutti deluso, le persone a cui ho dato di più sono quelle che mi voltano le spalle», si è sfogato ieri con alcuni azzurri ad Arcore. Aleggia lo spettro di una nuova scissione: «Mi hanno riferito di telefonate di Denis Verdini a nostri parlamentari per dir loro di tenersi pronti a fare un nuovo gruppo...».
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