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Fabrizio de Feo per "il Giornale"
Mentre il segretario del Pdl Angelino Alfano detta l'agenda del partito tra primarie e agenda Monti (con un sostegno limitato all'economia), Silvio Berlusconi tira dritto nella ricerca di una soluzione alternativa al Popolo della libertà . Dall'incontro di ieri con Daniela Santanchè emerge l'ipotesi di una lista senza politici con esponenti dell'Italia che lavora.
Silvio Berlusconi è pronto a rompere gli indugi.Il tempo del¬l'attesa è ormai scaduto, il conto alla rovescia verso il voto sta per iniziare e non è possibile attende¬re oltre. Per questo, all'indomani delle elezioni siciliane fissate per domenica prossima, la riorganiz-zazione del centrodestra divente¬rà operativa.
Una ricucitura della trama de¬gli antichi equilibri appare diffici¬le. Che sia un azzeramento, un «re¬set », uno spacchettamento o una rifondazione, il Pdl nella sua for¬ma originaria è destinato a scom¬parire. D'altra parte Berlusconi or¬mai, anche con i dirigenti con cui ha condiviso larga parte della sua storia politica, non fa più mistero delle sue convinzioni.
L'ultima no¬vità è la volontà di presentare una lista civica priva di personalità po¬litiche. Il ragionamento fatto da Berlusconi è, infatti, che «L'Italia che lavora» - nome ancora non de¬finitivo ¬ha un senso soltanto se sa¬rà capace di incarnare e rappre¬sentare quanto di nuovo sta emer¬gendo dal mondo dell'imprendi¬toria, delle professioni e dai terri¬tori. E per fare questo è necessario ridurre al minimo le candidature dei parlamentari uscenti e stringe¬re le maglie del nuovo progetto. Una indicazione che sta suscitan¬do qualche timore tra deputati e senatori tentati dalla nuova avven¬tura.
Naturalmente non ci sarà alcu¬no strappo traumatico. L'idea è quella di marciare divisi per colpi¬re uniti e recuperare quanti più consensi possibili nel bacino di un elettorato moderato che ha bi¬sogno di percepire una scossa, una ripartenza e un cambio di pas¬so. Sulla definizione di questa stra¬tegia Berlusconi ha ragionato a lungo ieri ad Arcore con Daniela Santanchè. Un faccia a faccia du¬rato un'ora e quaranta dal quale la pasionaria del Pdl è uscita rinfran¬cata.
«Da questo incontro esco raf¬forzata nella mia convinzione che il Pdl è finito. Parliamo di un parti¬to che non è mai entrato nel cuore della gente. Con il presidente ab¬biamo discusso della necessità di tornare a diversificare l'offerta po¬litica» spiega Santanchè.
«Il pro¬getto non può che essere quello di tornare a Forza Italia, creare un soggetto di destra e lanciare la nuova lista civica del presidente con tutta gente che non è mai stata in Parlamento e che voglia fare po¬li¬tica per rendere un servizio al Pa¬ese e non per il proprio tornacon¬to, per un solo mandato». I tempi di questo progetto saranno «ne-cessariamente rapidi» spiega. «Berlusconi l'ho visto bene,deter¬minato, pronto a sacrificarsi. Da lui non c'è stata alcuna retromar¬cia».
Il presidente del Pdl, a questo punto, dovrà confrontarsi con i di¬rigenti di Via dell'Umiltà . Ieri ha parlato telefonicamente con Raf¬faele Fitto ma i due non sono entra¬ti nel merito delle vicende politi¬che. Berlusconi si è infatti limitato a complimentarsi con il suo ex mi¬ni-stro per la nuova assoluzione do¬po sei anni di amarezze e accuse infondate. Una telefonata molto affettuosa con un riferimento a quel risarcimento morale che nes¬suno potrà mai concedergli.
Con altri dirigenti si è concesso, inve¬ce, qualche ulteriore ragionamen¬to politico. E a chi gli faceva notare che gli spiragli per un accordo con Pier Ferdinando Casini non si so¬no ancora chiusi, ha risposto con un sorriso tra l'ironico e il rasse¬gnato: «Il problema è che Casini non vuole un accordo, piuttosto sogna di fare un'Opa sul Pdl aven¬do un terzo dei nostri voti».
In ogni caso oggi Berlusconi tornerà a Ro¬ma per incontrare Mario Monti sulla legge di stabilità e si confron¬te¬rà direttamente con Angelino Al¬fano sulle prossime mosse da fa¬re. Tra queste anche una possibile sortita in terra siciliana dove la macchina dell'accoglienza è pronta e dove, fino a venerdì, è possibile organizzare un comizio a sostegno della candidatura di Nello Musumeci. Una mossa da valutare con attenzione perché l'esito del voto nell'isola potrebbe innescare un potente effetto domi¬no. E influenzare in maniera deci¬si¬va la strategia delle alleanze den¬tro il fronte moderato.
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