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raffaele fitto silvio berlusconi
Il dibattito sembrava vertere sul dilemma del sostegno al governo Renzi, ma in Forza Italia è scoppiato il caso: Silvio Berlusconi ha attaccato frontalmente Raffaele Fitto, da sempre suo fedelissimo, colpevole di aver votato «no» alla sua relazione presentata durante l’ufficio di presidenza del partito.
«CON TE PERDIAMO VOTI»
«Ho commissionato un sondaggio - avrebbe cominciato la sua invettiva Berlusconi - e con questi tuoi distinguo continui perdiamo voti, non fai altro che danneggiarci, invece bisogna lavorare sull’unità del partito. Se vuoi restare bene, ma non puoi sempre criticare su ogni cosa, altrimenti è meglio che vai in un altro partito, basta con tutte queste dichiarazioni contro di me.
E ancora: «Ci fai perdere il 3-4% di voti. Se vuoi - ha argomentato l’ex premier- vieni a parlare direttamente con me, ma non andare in tv a parlare contro il partito». Il Cavaliere, raccontano i presenti, avrebbe fatto un accenno anche al passato. «C’è stato - questa l’osservazione che viene riferita da chi era presente - un altro che si è comportato in questo modo e sai come è finita. Se non sei d’accordo puoi anche fare un altro partito».
«SEI FIGLIO DI UN VECCHIO DC»
Lo scontro si è acceso soprattutto quando l’ex presidente del Consiglio, sottolineano le stesse fonti, si è avvicinato a Fitto: «Tu sei figlio di un vecchio democristiano, FI è un’altra cosa, non c’è spazio per certi comportamenti» Ma qual è la colpa di Fitto? Il parlamentare pugliese avrebbe contestato le modalità del voto durante la riunione: «C’è stato un episodio spiacevole: votare prima di discutere» la relazione di Berlusconi. «Questo fatto ha condizionato il voto sul documento». Fitto, insieme a Daniele Capezzone, ha espresso un voto negativo sulla relazione del Cavaliere. «I voti contrari - ha spiegato - sono stati due su 36».
silvio berlusconi e maria rosaria rossi
Al netto dello scontro Berlusconi-Fitto, il dibattito verteva sul sostegno al governo: «Sulla modifica dell’art. 18 non c’è mai stata l’ipotesi del soccorso azzurro. Noi siamo all’opposizione» aveva affermato Paolo Romani, il capogruppo di Forza Italia inn Senato. In realtà però, Berlusconi in parte lo smentiva sostenendo di voler mantenere la parola data con Matteo Renzi, pur ammettendo di voler «poi cambiare rotta». L’ex premier ha ricordato quali sono i numeri in Parlamento mettendo in guardia dal rischio che il Pd, magari assieme ai Cinque Stelle, faccia delle riforme che vanno a svantaggio di Forza Italia qualora gli azzurri decidano di sfilarsi.
daniele capezzone consiglio nazionale forza italia foto lapresse
«Attenzione a sostenere che non dobbiamo essere della partita riforme», ha avvertito Berlusconi «perché i numeri di Forza Italia in Parlamento non ci consentono di fare una opposizione tale da determinare le riforme stesse. Bisogna infatti tener presenti i numeri: al Senato siamo al 18% e alla Camera all’11%, se ci sfiliamo le riforme se le fanno da soli, magari in modo che ci penalizzino» ha sottolineato Berlusconi riferendosi in particolare alla legge elettorale e invitando il “parlamentino” azzurro a riflettere quindi sui rischi di un’eventuale retromarcia di Forza Italia.
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